Capitolo IX

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Povera, piccola Anya, pensò Kami

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Povera, piccola Anya, pensò Kami. Probabilmente si trattava di pura e semplice solidarietà fra demoni, ma provava pena per lei. Sentiva come se ci fosse una sorta di collegamento spirituale o forse elementale fra lei, Anya e Bass, tanto da provare, a tratti, empatia.

I due ragazzi si scambiarono un'occhiata di rammarico. «Dovresti seguirla» disse il demone all'angelo. «Le è chiaramente crollato il mondo addosso.»

«Sì, dovrei, perché in fondo sono sempre io a prendere le redini di ogni situazione spiacevole e tenere tutto sotto controllo, per evitare che voi, diavoletti dispettosi, combiniate casini» soffiò di rimando Alex, palesemente impettito.

Bass spalancò la bocca, a dir poco basito, e poi si accigliò. «Ci andrei io, ma: uno, dopo la discussione di stamattina sono l'ultima persona con cui vorrà parlare; due, mi hai costretto a prendermi la mattinata libera, mi sembra giusto restituirti il favore nel pomeriggio.»

La spettatrice incrociò le braccia sotto al seno e sbuffò, esasperata dalla situazione; ci mancava solo che si mettessero a litigare fra loro. Poteva benissimo comprendere Bass: Alex era insopportabile. Continuava a domandarsi come avessero fatto lui e Anya a convivere così a stretto contatto con un angelo per diciannove anni.

«Ci andrei io, ma: uno, neppure ventiquattro ore fa avete tentato di uccidermi per ben due volte, e se non fosse stato per un tuo attimo di lucidità Anya avrebbe portato a termine il lavoro, quindi, se permetti, adesso provo quasi piacere nel saperla a piangere e crogiolarsi nel dolore; due, è giunta l'ora che impari ad assumerti le responsabilità delle stronzate che fai» ringhiò Alex, a un palmo dal naso del fratello. Era alto una quindicina di centimetri più dell'altro, il che incuteva timore; almeno, per Bass era così. Aveva tremendamente paura di quel moro dagli occhi di ghiaccio; Kamila riusciva a sentire l'odore del terrore aleggiare tutt'intorno.

«Ma si può sapere che vi prende?» intervenne, alla fine. «Non serve che vi scomodiate, andrò io da Anya.»

Dopo qualche secondo di silenzio, il corvino scoppiò a ridere. «Tu?»

«No, tu non ti ci devi neppure avvicinare» lo incalzò l'altro. Kami lo trafisse con uno sguardo glaciale che gli fece chinare lo sguardo e incurvare le spalle. Se temeva Alex, figuriamoci Khémille, figlia degl'inferi con piena padronanza di poteri.

«Anya ha bisogno di conforto, non di una psicopatica e megalomane come te» disse l'angelo, con fare sprezzante, dopo essere tornato serio.

«Hai perfettamente ragione: Anya ha bisogno di voi due. Ma a quanto pare siete troppo impegnati a fare a gara di imbecillità.»

La Maledictus si voltò e fece per andarsene, ma dopo aver sceso un paio di gradini, quella voce dura che tanto detestava e che allo stesso tempo le faceva vibrare le membra, la fermò: «No, tu non ci andrai.»

Immunda et Maledictus - Gli EléctaWhere stories live. Discover now