Capitolo XVII

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Alex si stava divertendo a generare bolle d'acqua che poi, puntualmente, faceva esplodere quando esse, fluttuando in aria, si trovavano a metà strada fra lui e Kamila

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Alex si stava divertendo a generare bolle d'acqua che poi, puntualmente, faceva esplodere quando esse, fluttuando in aria, si trovavano a metà strada fra lui e Kamila. Quest'ultima continuava imperterrita il gioco del silenzio e l'angelo non perdeva occasione per stuzzicarla; era ineccepibile, ma preferiva le minacce di morte ai silenzi tombali.

Guidava per tutto il giorno e, quando la sera si fermavano in posti isolati per procacciarsi il cibo, desiderava più di ogni altra cosa un po' di compagnia. Era abituato alla tavola calda e al vociare dei clienti insoddisfatti, così come ai borbottii e le liti dei 'fratelli'. Tutto quell'immotivato mutismo cominciava a essere asfissiante.

Improvvisamente, lo smartphone lo avvertì di una videochiamata da parte di Bass in arrivo. «Grazie!» esclamò con i palmi congiunti in preghiera e lo sguardo rivolto al cielo; finalmente l'occasione per parlare con qualcuno. Kamila, con espressione annoiata, lo osservò allontanarsi.

«Hai un aspetto di merda» disse Alex, dopo aver messo a fuoco il volto smunto e pallido del fratellastro.

«Quando saprai che cos'è successo non avrai più voglia di ridere.»

L'angelo si fece repentinamente serio. Deglutì a vuoto e pensò bene di sedersi nell'erba e poggiare la schiena a un tronco d'albero. «Dov'è Anya?» domandò in un sussurro, dando voce al brutto presentimento che aveva immediatamente fatto scattare il campanello d'allarme.

«Da un'amica.»

«Cosa cazzo hai combinato, Bass? Me lo avevate promesso!»

«Non è colpa mia se la tua 'non gemella' è una ninfomane.»

Alex sbatté tre volte il cranio all'indietro contro la corteccia del faggio. «Oddio...» piagnucolò.

«L'ho beccata mentre si scopava l'investigatore svizzero! Porca puttana, la da' a chiunque la guardi!»

«Stai delirando, come sempre.»

«No, Alex, questa volta l'ho proprio vista! Quando sono arrivato si stavano rivestendo.»

«Okay, ma che importa? Tu non ti decidi a dirle quello che provi, quindi lei è libera di concedersi a chi le pare. Non mi sembra che tu sia uno stinco di santo.»

«Non vado con nessuna da quando...» Da quando era stato con Kamila. Sapeva di averla combinata grossa, quella volta, quindi stava vivendo una specie di blocco. Inoltre, la partenza improvvisa di Alex aveva costretto i due rimasti a Sitone a dover rinunciare a quei pochi momenti di libertà per occuparsi a tempo pieno della taverna.

Il corvino sfregò vigorosamente una mano sulla fronte e sospirò. «Quanti denti gli hai fatto saltare? Dobbiamo aspettarci una denuncia?»

«Alex, non volevo arrivare a dovertelo chiedere, ma... devi tornare a casa. È... successa una cosa. Io ho bisogno di mio fratello» disse serio.

Immunda et Maledictus - Gli EléctaWhere stories live. Discover now