Capitolo XXXI

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Era quasi mezzanotte quando Alex, Anya e Bass percepirono il richiamo di Kamila; ormai non ci speravano più

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Era quasi mezzanotte quando Alex, Anya e Bass percepirono il richiamo di Kamila; ormai non ci speravano più. «È evidente che ci ha presi per il culo» aveva borbottato Bass un'oretta prima, guadagnandosi una gomitata nello sterno da parte della sorellastra.

Alex chiese esplicitamente agli altri due di potere essere lui a fare strada nel bosco, per proteggerli in caso fosse una trappola. Tutta quella benevolenza da parte di Kamila non lo convinceva affatto. Avevano trascorso gli ultimi due mesi fianco a fianco, lui aveva avuto modo di percepire qualcosa di buono nella demone, che poi si era rivelato essere solo un'illusione. Man mano che i giorni passavano, invece di migliorare per merito dell'influenza di un angelo, era addirittura peggiorata. A dirla tutta, era successo l'inverso: stando così a stretto contatto con un demone, innamorandosene anche, Alex aveva sviluppato maggiormente il proprio lato oscuro, che detestava, ma di cui non sarebbe mai più riuscito a fare a meno. Forse perché facente già parte di lui da sempre.

Fra i tronchi degli abeti davanti a loro, prima ancora di vedere Kami, l'angelo e i due demoni scorsero le sfumature danzanti di un falò e udirono gli scoppiettii della catasta della legna. L'improvviso scricchiolio di un ramoscello sulla destra, nemmeno troppo distante, mise Alex in all'erta. Frenata la propria marcia, lo sguardo fisso in direzione del rumore, i fratelli si schiantarono contro la sua schiena.

«Ehi!» starnazzò Anya. «Perché ti sei fermato?»

«Non avete sentito?»

«Cosa?» domandò Bass, lasciando intendere ad Alex che fosse stato l'unico a captare quell'attrito.

L'Immunda avrebbe potuto rendere i propri occhi bioluminescenti, così da riuscire a vedere a grande distanza come se fosse giorno, ma fare uso dei poteri implicava risvegliare l'istinto omicida di Anya e Bass. Meglio evitare senza Kamila nel raggio di due metri al massimo. «Nulla di che, sarà stato un animaletto.» Un animaletto di nome Wogda.

La radura in cui Kamila li aveva attirati era 'artificiale': una zona disboscata da diverso tempo, disseminata di basi di tronchi d'albero, questi ultimi ricoperti di erbacce parassite che ne rendevano difficile la vista. «Spero solo di non inciampare e spaccarmi i miei drittissimi e bianchissimi incisivi» piagnucolò Anya.

«Sempre se non sarà Kamila a spaccarteli per prima» sovvenne Alex.

«Io mi fido di lei.»

«Non puoi dirlo sul serio.»

«Mai stata più seria, invece.»

«Non la conosci bene quanto me» sibilò Alex, perentorio. Bass li lasciò disquisire.

«Eppure te ne sei innamorato...» lo provocò. «Qualcosa di buono ce lo dovrà avere, no?»

«Ti prego, non rincominciare con questa storia.»

Il falò era stato appiccato per illuminare l'intera area, quindi i tre spensero le torce.

A sinistra del rogo, Kamila sembrava non averli notati, concentrata com'era ad allargare le braccia, poi riavvicinarle e farle fluttuare nell'aria con movimenti lenti e soavi; corde di fuoco provenienti direttamente dalla grande fonte ondeggiavano e si intrecciavano fra loro. I tre assistettero allo spettacolo di quella che sembrava una infinita e malleabile lingua di fuoco avvolgerla in uno scudo a spirale. Quella scena lasciò Alex a bocca aperta. Alex non l'aveva mai vista farlo prima di allora, magari era la prima volta che lo sperimentava. E se davvero era così, significava che Kami aveva una padronanza dei poteri di cui gli altri forse non avrebbero mai potuto disporre. L'angelo deglutì. Probabilmente Anya aveva ragione: poche notti prima era riuscito a sferrarle un colpo mortale solo perché era debole e stanca, altrimenti sarebbe stato lui a tirare le cuoia.

Immunda et Maledictus - Gli EléctaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt