Capitolo XVI

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Per Daniel e Gioele, tutto procedeva secondo i piani

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Per Daniel e Gioele, tutto procedeva secondo i piani. Da qualche minuto i due si trovavano all'Ospedale Centrale di Bolzano: il demone aveva stordito un ginecologo, così l'angelo, più basso e mingherlino del complice, passava inosservato fra le corsie dopo aver assunto l'identità del medico. Tuttavia, Gioele doveva fare alla svelta: sarebbe stato sufficiente incrociare un collega del ginecologo per mandare in fumo il piano.

I due avevano esaminato precedentemente il reparto nelle vesti di visitatori, così da scoprire dove fosse ubicato l'archivio; di conseguenza, L'Immunda sapeva già dove andare. Avevano anche deciso di agire di giorno e durante l'orario delle visite; di notte il personale si dimezzava e non aveva quasi nulla da fare, rimanendo negli uffici a chiacchierare o sonnecchiare, o peggio, gironzolare per i corridoi - a meno che l'équipe fosse interamente impegnata ad assistere un parto, ma lasciare il reparto incustodito era impensabile.

La stanza in questione era buia e ovviamente vuota, proprio come previsto. La metà delle ostetriche di turno quella mattina si trovava in sala parto, l'altra metà in sala travaglio per effettuare i tracciati del dopopranzo ad alcune pazienti in ricovero.

L'Immunda illuminò gli schedari servendosi di una pallina di luce bianca tenuta sospesa in aria. Il potere di Janir era incredibile: poteva gestire le proprie abilità anche ad arti legati, operando con la sola forza del pensiero. Per ergere un muro glaciale, o semplicemente per generare un banale getto d'acqua, gli bastava 'pensarlo' per vederlo materializzarsi davanti ai propri occhi. E non era una cosa da poco, dato che un po' tutti gli angeli e i demoni avevano il potere - e quindi la possibilità - di legare le proprie vittime con delle corde fatte di energia. Il non necessitare delle mani era una dote rara.

Janir era potente e sapeva benissimo di esserlo. Sarebbe stato un Elécta impeccabile, il candidato perfetto per sostituire Xander. Purtroppo, però, quando Petrac, suo padre, aveva scoperto ci fosse un modo per evadere da Àrret, lui era già nato, e sarebbe stato difficile spiegare a un bambino angelo di quattro anni che avrebbe dovuto lasciare il proprio mondo per trasferirsi in mezzo agli umani e recitare una parte fino a data da destinarsi. Inoltre, nessun Immunda e Maledictus, da quando erano stati obbligati all'esilio, poteva essere a conoscenza del proprio potere, giacché su Àrret ne erano privi. Tuttavia, molto faceva l'ereditarietà, e Petrac, quando era stato sulla Terra, aveva assodato di poter adoperare il proprio potere con la sola forza del pensiero, quindi c'era una grossa percentuale che anche Janir avrebbe avuto quel grosso dono.

Scartabellando fra le decine di fascicoli risalenti a diciannove anni prima, ecco che finalmente intercettò quello con l'intestazione che gli interessava: Lea Overgaard. Nascose la cartella al di sotto del camice, ad altezza del petto, uscì dalla stanza e, una volta raggiunto Daniel, insieme abbandonarono l'edificio.

 Nascose la cartella al di sotto del camice, ad altezza del petto, uscì dalla stanza e, una volta raggiunto Daniel, insieme abbandonarono l'edificio

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Immunda et Maledictus - Gli EléctaHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin