Capitolo XXXIV

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L'ansia di quel momento non l'aveva mai provata prima

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L'ansia di quel momento non l'aveva mai provata prima. Correva e correva senza sosta e si guardava attorno con circospezione, sottopelle la sensazione di star disperatamente cercando qualcosa. Ma suoi occhi riuscivano a catturare soltanto asfalto e montagne.

Poi, come un eco lontano, lo sentì: il gorgoglio dell'acqua. Corse e corse ancora. E saltò gli ostacoli e inciampò e ruzzolò, tutto per seguire quel suono.

Attorno a sé adesso vedeva verdeggianti prati e spinosi cespugli. Corse ancora e attraversò una striscia di selva. Una volta dall'altra parte vide le acque torbide del fiume scorrere celeri nel letto. Voleva rallentare, ma le gambe non rispondevano ai comandi. Il fiume era sempre più vicino, la corrente – che lo avrebbe trascinato via – sempre più forte. Urlava, ma non c'era nessuno lì vicino che avrebbe potuto sentirlo e salvarlo.

«Bass!» sentì in lontananza.

Allora qualcuno c'era. Ma non poteva distrarsi, stava per cadere...
Scivolò sulla sponda, le scarpe toccarono e si impregnarono d'acqua. Si rigirò su se stesso, gettò le mani a casaccio alla ricerca di un sostegno, i polpastrelli e le ginocchia scivolarono sul greto ghiaioso. Riuscì ad afferrare la radice sporgente di un albero e si tirò su.
Ansante, rotolò per qualche metro, per allontanarsi il più possibile dalla sponda.

«Bass!»

Si sentiva a pezzi, ma ora era salvo e poteva concentrarsi per capire da dove proveniva quella familiare voce.

In effetti qualcuno c'era, anche se troppo lontano per riuscire a distinguere di chi si trattava. Chiunque fosse, sembrava si stesse godendo il sole estivo sdraiato sull'erba fresca. Ebbe la sensazione che si trovava lì per scoprirlo, che lì c'era ciò che stava cercando.

Si alzò e cominciò a camminare nello stesso momento in cui qualcosa di invisibile prese a spingerlo indietro, come se diverse dita lo trattenessero arpionandogli la carne.

«Lasciatemi!» urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.

Le mani invisibili obbedirono e lui corse e corse, finché non distinse che le sagome erano due. E corse ancora, inchiodandosi poi a mezzo metro di distanza da loro. Ma cos'erano? I volti smunti e deformi, i toraci gonfi... lui li conosceva.

«Bass!»

Le mani invisibili tornarono all'assalto, lo strattonarono, lui mosse un passo indietro e sentì le gambe cedere. Cadde di sedere per terra, tremebondo e incapace di muoversi, con gli occhi sgranati e fissi su quelle due persone, il fiato sempre più corto.

«Bass!»

Un crepitio, poi un altro e un altro ancora. Ossa scricchiolanti che si rimettevano in movimento dopo troppo tempo. Le due sagome sollevarono di scatto il busto, uno di loro allungò le braccia in avanti e balzò sopra di lui.

Immunda et Maledictus - Gli EléctaWhere stories live. Discover now