Patria

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Il leggero vento che entrava dalla finestra scompigliava i capelli di Alannis: aveva perso il conto di quante volte avesse girato lo sguardo verso il mare, aspettando – sperando – di rivedere la sagoma scura della nave. Appoggiò il gomito sul davanzale, fissando di nuovo la distesa azzurra che si estendeva fino all'orizzonte: di tanto in tanto qualche punto brillava sotto il sole, onde che si spostavano verso riva, senza dubbio.

Spostò la mano sul polso, iniziando a far girare in entrambi i versi il braccialetto d'oro che indossava.

«Quand'è che dovrebbe tornare Alexandros?»

Fermò le dita, prendendosi un momento per pensare a cosa rispondere alla domanda di Kyriakos.

«Non ne ho idea» rispose Alannis, continuando a giocare con i braccialetti al polso. «Sapevamo che quando sarebbe partito, ma... le visite ufficiali sono sempre così. Certi trattati si possono protrarre per giorni».

«Sta stabilendo un trattato? Senza consiglieri, senza nessuno? Ha solo... una misera scorta ed è a Mu!»

Alannis allargò le braccia, poi le abbassò di nuovo accanto al corpo. Ricordare i giorni spesi a cercare di convincere Alexandros non le piaceva affatto: non ricordava di aver mai visto Alexandros così deciso su qualcosa. Aveva ceduto solo per poco, accettando di portare con sé Niketas. Non sarebbe mai stato abbastanza dal suo punto di vista, ma era comunque meglio di niente.

«Non lo so, a dire il vero. Non ha detto a nessuno il reale motivo della visita, ma ho intenzione di scoprirlo quando tornerà».

Kyriakos sospirò. «Perché non vuoi lasciarlo in pace per qualche momento? Cos'è che vuoi scoprire?»

Alannis serrò le labbra, abbassando lo sguardo sul pavimento. C'era qualcosa in Hesperos che non le permetteva di fidarsi di lui: per quanto Alexandros le avesse promesso che non corresse alcun pericolo, non era tranquilla.

Mu era troppo distante e troppo ben difesa da terra. Hesperos poteva dichiarare un'altra guerra solo tenendo in ostaggio il re di Atlantide.

Se la situazione fosse peggiorata, qualsiasi azione avrebbe avuto un ritardo che li avrebbe posti in svantaggio.

Alzò lo sguardo, sentendo la mano di Kyriakos sfiorare la guancia. Non si era accorta che le si era avvicinato.

«Va tutto bene?»

«Pensi che sia stata una buona idea?» chiese di rimando, appoggiando la mano su quella di Kyriakos.

«Cosa?»

«Non insistere. A volte mio fratello è così idiota che... non lo so, non riesco a star tranquilla finché non sarà tornato».

Kyriakos sorrise appena, annuendo con un cenno della testa. «Ma immagino abbia preso quella decisione perché ne era sicuro... Non devi sempre pensare al peggio. Chi voleva la guerra è morto».

Alannis scosse appena la testa, abbassando di nuovo lo sguardo sul pavimento: i raggi del sole che entravano dalla finestra si trasformavano in strisce chiare che si allungavano fino alla parete di fronte. «Non riesco a fidarmi di Mu. Non dopo tutto quello che hanno fatto».

«Ma non potrà mai esserci la pace».

«Non dirmi che sei a favore di un accordo solo per il vino».

«E se lo fossi? Vorresti farmi esiliare?»

«Ho imparato qualcosa sui veleni a Mu, non ti conviene».

Kyriakos sospirò, facendole un buffetto sulla guancia. «Avevamo detto che la dittatura era finita con Hesperos».

Alannis incrociò le braccia; i gioielli tintinnarono appena nello spostarsi. «Nel caso potevano essere per Hesperos. Non potrei mai farti fuori... non voglio che Kylos cresca senza un padre».

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