Dubbi

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Alannis rigirava tra le mani il cofanetto che Kyriakos le aveva dato dopo il banchetto, quando l'aveva presa un attimo da parte, consegnandole quel regalo che, secondo lei, ancora profumava di casa. Il legno era decorato con intagli a motivi floreali, ma la fattura probabilmente non era di Atlantide - non ricordava di aver visto oggetti simili prodotti dagli artigiani in patria.

Dopo che ebbe aperto uno dei due rotoli contenuti all'interno del cofanetto, passò il pollice sulla pergamena, riconoscendo subito di cosa si trattasse. Sorrise, appoggiandolo sulle gambe e iniziando a leggere. Avrebbe voluto tornare in patria, anche solo per poche ore, anche solo per sedersi nelle gradinate del teatro: negli anni trascorsi a Mu aveva assistito a diverse rappresentazioni teatrali, ma, poiché erano così diverse da quelle che era abituata a vedere ad Atlantide, non le erano mai piaciute molto, soprattutto per quello stile scarno che veniva usato dagli attori e che riprendeva molto l'anima del regno e della sua capitale - dove le poche statue che erano presenti servivano solo per i culti religiosi e l'unica decorativa era la fontana con il tritone che lei aveva fatto installare nel giardino, per avere meno monotonia.

Sentendo le voci in giardino, si era affacciata, appoggiando di lato le pergamene e dalla finestra aveva osservato tutta la scena tra i quattro, notando che poco era cambiato nel rapporto tra suo fratello e Kyriakos, il primo sempre pronto a trattenere l'amico e il secondo capace di instaurare un discorso anche con un tipo come Esi. L'avevano soprannominato formica, per il molto lavoro che svolgeva e le poche parole che rivolgeva. Hesperos sapeva essere chiacchierone quando era ubriaco e spesso si trattava di conversazioni esilaranti sulla cattiva gestione del regno di cui lui era il principale responsabile.

Quando il gruppetto si era sciolto, Alannis aveva scosso la testa, tornando a leggere la tragedia che Kyriakos le aveva portato.

Non era passato molto tempo quando era stata interrotta nuovamente, stavolta dall'avvicinarsi di alcuni passi. Aveva creduto fosse un servo di Hesperos che era giunto per dirle che la cena era pronta dato che il sole iniziava a calare dietro le montagne.

Si stupì di vedere arrivare Alexandros, con la faccia scura. Aveva parlato prima con il fratello e non lo aspettava di nuovo.

«O hai da fare un rapporto negativo a papà o Kyri ne ha combinata un'altra delle sue» gli disse alzandosi.

Alexandros sospirò, si avvicinò a lei e si appoggiò al davanzale della finestra con i gomiti.

«Entrambe. Non ho ottenuto nessun motivo valido per la distruzione di Erastene e Kyriakos ha appena alleggerito le risorse di Mu giocando a dadi e vincendo cinque partite di fila nonostante io gli avessi detto di non giocare. E infine, Atlas ha pensato che fosse una buona idea lanciarsi contro un'anfora. Non so se l'ha scambiata per un coniglio... Esi si è messo a ridere, spero non mi faccia ripagare i danni».

Alannis sorrise. «Dev'essere stata molto divertente la scena. Contro chi ha vinto Kyriakos stavolta?» gli chiese alzandosi e raggiungendo un cassetto. Tirò fuori una pergamena e uno stilo di legno.

«Hesperos. Ma che hai lì?»

«La lista delle persone con cui ha vinto e quelle con cui ha perso».

«Ha mai perso?» le chiese Alexandros inclinando la testa.

«Sì, una volta. Contro di me. Ma è facile battere Hesperos, sai, è molto distratto mentre gioca».

«Non ci credo. Come hai fatto?»

Lei alzò le spalle, segnò il nome di Hesperos sotto quelli già presenti e rimise a posto il tutto. «Fu facile, mi basta poco per far perdere la concentrazione al tuo caro amico».

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