Opinioni

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«Kyriakos».

La voce di Esi ruppe il silenzio del giardino in cui il giovane si era recato. Aveva sentito il bisogno di un posto tranquillo dove poter evitare di pensare al fatto che quell'incontro con i due gemelli non sarebbe stato l'ultimo. Si era seduto all'ombra di un albero, appoggiando la testa al tronco e osservando di sottecchi una delle poche statue che aveva visto in città, ormai quasi completamente ricoperta dall'edera, togliendo così ogni possibilità di riconoscere il soggetto della statua.

Voltò la testa quando riconobbe la voce: Esi avanzava verso di lui tenendo una mano sull'impugnatura della spada da cui non si separava mai.

«Posso fare qualcosa?» chiese Kyriakos alzandosi e scuotendo la tunica dalla polvere.

Esi gli mise una mano sulla spalla lasciata libera dalla veste.

«Volevo complimentarmi. Quanti anni hai?»

«Ventidue».

Esi sorrise. «Ti credevo più piccolo». Kyriakos abbozzò una risata. «Non sono in pochi quelli che lo pensano. Spesso gli sconosciuti che incontro alle taverne mi vogliono togliere il vino, credono che sia fuggito di casa. È che ho preso da mia madre: lei è piuttosto bassa e... non posso farci niente sul fatto che molti dei miei coetanei mi battono in altezza».

«A proposito del vino... perché hai fatto quel riferimento che hai fatto a Erastene come centro vinicolo? Non ne sapevo niente».

Kyriakos inclinò la testa. «Sembrate proprio tagliati fuori dal mondo qualche volta, senza offesa, eh. Ma non conoscere il vino di Erastene è quasi impossibile... cosa bevete qui?» chiese Kyriakos inclinando la testa e grattandosi una guancia.

Esi sospirò, passandosi una mano tra i capelli. «Vini terribili, niente a che vedere con quelli che avete portato da Atlantide il giorno delle nozze di Hesperos e Alannis. Viene prodotto nell'interno, ma è aspro, è duro, come la gente che abita questi luoghi. Nemmeno a mettere tre parti di acqua e una di vino è bevibile, ma a Hesperos piace, probabilmente solo perché basta una coppa per ubriacarsi e le scorte possono durare per mesi nelle cantine. È colpa sua se le risorse sono quasi affossate: sperpera quantità ingenti di denaro in vino, cibo e donne. Non è proprio l'immagine di re che si vorrebbe vedere sul trono».

Kyriakos annuì. «Il vino di Erastene era leggendario, addirittura più dolce di quello di Atlantide, lo servivano leggermente speziato, aveva un qualcosa che a parole non riesco a descrivere, ma non credo potrei mai dimenticare il suo sapore».

Esi annuì, sedendosi sull'erba dopo aver appoggiato la spada vicino a sè; Kyriakos lo imitò poco dopo, incrociando le gambe e appoggiando le mani sulle ginocchia.

«Ho visto che hai portato un dono personale alla regina...» esordì all'improvviso Esi, accarezzandosi il mento.

Kyriakos sussultò, poi alzò le spalle. «Sì. È una cosa che mi aveva chiesto tempo fa in una lettera: ho solo esaudito un suo desiderio, non potrei mai fare qualcosa solo per capriccio personale... ammetto di conoscere Nis dal giorno in cui è nata: siamo cresciuti insieme. Non so se ti può interessare, ma le ho portato l'Antigone».

«Insegnare alla ribellione non è una cosa accettabile».

«Ogni tragedia ha i suoi valori, i suoi insegnamenti e ognuno ha il proprio pensiero: sta a noi capire scegliere su che sentiero indirizzare il nostro destino. Non credo che tutto sia già stato definito, non credo che se uno legge l'Antigone dovrà per forza seguire il percorso della ribellione. Si può ammirare il coraggio della protagonista senza disobbedire alla legge così come si può ammirare la forza di Alcesti senza morire al posto di chi si ama».

Sea of fateWhere stories live. Discover now