Di nuovo insieme

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Alexandros appoggiò una mano sul bordo della nave, guardando le coste frastagliate di Mu estendersi all'orizzonte pensando che rappresentassero bene la nazione che si estendeva dietro di loro: quel popolo di guerrieri, per lui, appariva ancora come misterioso. Aveva cercato notizie in vari trattati, ma nessuno aveva dato risposte soddisfacenti ai suoi dubbi.

«Mh... Alexandros?»

Si voltò, sentendo la voce di Kyriakos e subito scoppiò a ridere, vedendo che Atlas si era seduto sulla pancia dell'amico disteso a godere del sole sul ponte.

«Potresti togliere il tuo cane dalla mia pancia? Gradirei arrivare vivo a Mu».

«Ma via, non fare scenate. Non ti sta mica soffocando».

«Spero che stanotte ti dorma addosso» borbottò Kyriakos cercando di spostare il cane che, come risposta, iniziò a leccargli la faccia. «Dèi, che ho fatto di male nella vita? Oltre a essere scappato più volte nei bassifondi per giocare d'azzardo».

«Kyriakos. Se ti sentisse tuo padre!»

«Mi metterebbe a lavorare nella vigna se lo scoprisse... e tu sai quanto io odi fare lavori pesanti».

«Già: non fai altro che poltrire, ma ora alzati: siamo arrivati e sul molo c'è il comitato di accoglienza».

«Esi ha schierato anche le catapulte?» chiese Kyriakos quando riuscì ad allontanare Atlas e mettersi in piedi.

Alexandros strinse la parte superiore del naso tra pollice e indice, scuotendo poi lentamente la testa. «Giuro su Zeus che se riesci a far scoppiare la guerra con Mu ti affogo personalmente nel viaggio di ritorno».

«Ma cosa vuoi fare?» rispose Kyriakos incrociando le braccia dietro la testa. «Ormai sono uno dei migliori oratori, potrei anche davvero convincere Hesperos a ballare nella fontana».

Alexandros gli rivolse un'occhiataccia, voltandosi poi verso il muro. Agitò un braccio non appena scorse la sorella tra la folla, qualche passo appena dietro Hesperos. Kyriakos gli si affiancò, inclinando appena la testa non appena la nave si fermò al molo.

«Certo che è davvero cresciuta».

«Prova solo a formulare qualche pensiero impuro e giuro che ti lascio a Mu, in mezzo all'arena, con i leoni. Disarmato» sibilò Alexandros alzando il braccio sinistro e minacciando di colpire l'altro con uno schiaffo.

«Era solo un'affermazione basata su un dato di fatto, sta' tranquillo, per Zeus!»

«Quella sarebbe la migliore gioventù di Atlantide?» chiese Hesperos abbassando appena lo sguardo verso Alannis che annuì con un cenno del capo.

«Se mio fratello è un idiota, Kyriakos lo è di più. Non ho sentito su cosa stessero discutendo, ma spero davvero che non sia stato di nuovo un litigio sulle frittelle».

Hesperos scosse la testa, guardando i due scendere dalla nave, preceduti però dal cane che, non appena, riconobbe Alannis le corse incontro, mettendosi su due zampe e cercando di leccarle la faccia. Hesperos si allontanò di un passo, evitando che Alannis, nella caduta, lo travolgesse.

«Buono, Atlas, sta' buono!» la sentì dire fra le risate mentre cercava di rialzarsi, ma il cane non sembrava avere intenzione di spostarsi, continuando a scodinzolare.

Hesperos serrò le labbra: benché quella fosse la prima volta in cui la sentisse ridere senza forzature, il motivo gli procurava una grande irritazione. Lo sapeva, lo aveva immaginato da quando gli era stata riferito l'arrivo imminente dell'ammiraglia della flotta di Atlantide: Erastene la bella, Erastene conquistata e distrutta da Esi.

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