Famiglia

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Alannis sospirò, sfregando con forza una mano sulla parte superiore del braccio: la ventata improvvisa che l'aveva sorpresa sulla terrazza l'aveva fatta rabbrividire.

«È bello sentire di nuovo la salsedine?»

Lei si voltò lentamente, inclinando la testa e osservando Alexandros, appoggiato a una colonna. «Mi era mancata l'aria di casa... Mu non ha niente in confronto alla nostra patria. È bello essere di nuovo qui».

Alexandros si appoggiò alla balaustra accanto a lei, appoggiandole una mano sulla spalla. «Sei mancata a tutti, anche se...»

«Cosa? Non pensavate potessi tornare con un bambino?»

«Sì» ammise Alexandros. «Nostra madre si aspettava un nipote dai capelli rossi, non quell'esserino biondo che non fa altro che sorridere e sbavare sulle spalle altrui».

«È Kleitos che l'ha definito così, vero?»

«L'hanno costruita insieme lui e nostra madre. Ho orecchiato per caso un loro discorso dopo il banchetto» rispose Alexandros. «Sono passato vicino a loro e...»

«Non devi giustificarti». Alannis si voltò verso di lui. «Sei tu adesso il re, Hesperos è in prigione».

«Perché i ribelli l'hanno salvato?»

«Qualcuno spera ancora in un trattato: la vita di Hesperos per la libertà di Atlantide. Ma Esi non accetterà mai un accordo del genere: è troppo vantaggioso per noi e lui si ritroverebbe tra i piedi, di nuovo, un concorrente al potere. E io sono viva. Sa che sarei disposta a fare di tutto pur di ottenere la libertà per Atlantide e... se permetti un pugnale in gola glielo ficcherei volentieri. Non l'ho mai sopportato - a dir la verità, odio entrambi i gemelli».

«Fosse per te, avresti messo a ferro e fuoco l'intero mondo conosciuto».

«Non è colpa mia se trovo l'intera faccenda della guerra più intrigante del tessere».

«Com'è possibile che tu abbia questa mentalità dopo essere nata e cresciuta ad Atlantide?» chiese Alexandros aggrottando la fronte e alzando un palmo verso il cielo. Alannis alzò le spalle, abbozzando un sorriso.

«Immagino di aver letto troppe cronache quando ero piccola...»

«La colpa è mia» la interruppe Agata, avanzando verso i figli. «Avrei dovuto costringerti a stare al telaio piuttosto che andare a giocare con tuo fratello e Kyriakos».

«Però qualcosa sono riuscita a tessere» ribatté Alannis incrociando le braccia.

«Sì, schifezze» la canzonò il fratello, beccandosi un colpo sul braccio da parte di Alannis che mormorò sottovoce qualche insulto. Agata sospirò, stringendo la parte superiore del naso tra pollice e indice, scuotendo appena la testa.

«Mi sembrate ancora due bambini, quando litigavate sulla bambola di Alannis» mormorò tra sé. «Non so se essere preoccupata riguardo al fatto che, adesso, l'intera politica del regno sia nelle vostre mani».

«Non è colpa mia se Alannis si diverte a far scoppiare guerre e io ne faccio le spese».

«Tu fai le spese solo perché sei incapace di gestire la politica da solo!»

«Vuoi davvero che faccia quella legge sul farti tenere la bocca chiusa?»

«Solo perché sei il re non sei autorizzato a fare nuove leggi solo per il tuo benessere».

«Credo ne gioverebbero in tanti del fatto che tu dovresti stare zitta».

«Fa' pure allora. Poi non lamentarti se non avverto prima di tagliare qualche gola».

Sea of fateWhere stories live. Discover now