Partenza

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Alannis sorrise, osservando Kylos gattonare verso il padre non appena lo stesso fece la sua comparsa sulla porta. Kyriakos lo sollevò, dandogli un bacio sulla fronte.

«Com'è la situazione?» gli chiese Alannis appoggiandogli una mano sulla coscia non appena lui si sedette accanto a lei sul letto.

Kyriakos sospirò, cercando di allontanare le mani di Kylos dai propri capelli. «Tranquilla, secondo Callisto. Incerta, per Niketas: dice che è da un paio di giorni sono a Posamis delle persone che gli pare di aver già visto a Mu».

«Informatori di Esi, probabilmente» mormorò Alannis. «Avrà saputo che siamo qui... e soprattutto che io sono viva».

«Dovremmo fare attenzione».

«Sei tu che preferisci uscire a girovagare a Posamis piuttosto che stare qui».

Kyriakos sbuffò, inclinando appena la testa e guardando Alannis. «Solo perché sono stato esiliato, non significa che debba passare il tempo chiuso fra quattro mura».

«Sei un idiota» sussurrò lei, stringendo la parte alta del naso tra pollice e indice. «Io mi riferisco al tuo andare fuori a scommettere e giocare a dadi! Non possiamo farci altri nemici, non più di quelli che abbiamo già».

«Non siamo noi ad avere nemici, è Hesperos. Nessuno ad Atlantide lo sopporta, te lo posso assicurare».

«Nessuno lo sopporta in generale: era inviso a molti anche a Mu. Ma ciò non cambia il fatto che, seppur odiato, sia il re. E che abbia il potere di decidere delle nostre vite: se dovessimo tornare adesso ad Atlantide, credi che ci risparmierebbe?»

«No, assolutamente» mormorò Kyriakos abbassando lo sguardo su Kylos che teneva la testa appoggiata sul braccio del padre. «Non credo risparmierà nessuno ora che abbiamo lui con noi... se solo riuscissi a mettermi in contatto con mio padre...»

«Perché vuoi mettere nel mezzo Kleitos? Lascialo fuori da questa cosa: è la nostra battaglia, non la sua».

«Lui farebbe di tutto per far tornare la pace su Atlantide. Ha sempre sostenuto tuo padre, sono certo che ti aiuterebbe più che volentieri, Nis. Ci aiuterebbe».

«Non ti azzardare a metterti in contatto con lui. Non possiamo rischiare se ora, davvero, informatori di Esi sono a Posamis».

«Non preoccuparti, Nis. Non farò niente di avventato, questa volta» le disse dandole un bacio sulla fronte.

«Buone notizie, presto partiamo». La voce di Niketas li fece voltare entrambi di scatto verso la porta, al cui stipite si era appoggiato l'uomo. Sciolse l'intreccio delle braccia, entrando nella stanza e afferrando uno sgabello, posizionato vicino al telaio, e ci si sedette sopra, guardando gli altri due.

«Per dove?» chiese Alannis aggrottando la fronte. «Siamo in territori ateniesi, voi due siete stati esiliati da Atlantide e a Mu, per tutti, io sono morta!»

«Ho trovato un passaggio, dobbiamo decidere la destinazione. Eth e i suoi marinai ci porteranno ovunque, pur di avere qualche moneta d'oro in cambio, s'intende» rispose Niketas intrecciando le mani davanti alla bocca. Alannis scattò in piedi, mettendosi le mani sui fianchi e alternando lo sguardo tra i due.

«Cosa avete intenzione di fare stavolta, per Ercole?»

«Niente di pericoloso, voglio parlare con Esi. È l'unico che può aiutarci a vincere contro Hesperos... anche se...» rispose Kyriakos.

«Anche se?»

«Be', lui non è d'accordo, viste le voci che riguardano le sue spie. Niketas vorrebbe puntare direttamente su Atlantide e sollevare il popolo contro Hesperos».

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