Guai

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Alannis allargò le braccia, lasciando che Kylos cadesse addosso a lei. Gli spostò i capelli dalla fronte, cercando di farlo stare seduto sulle proprie gambe, ma lui continuava ad agitarsi, cercando di sfuggire alla stretta della madre per gattonare sull'erba. Chiuse gli occhi per un momento, lasciando che la leggera brezza le sfiorasse il viso, ma fu costretta a riaprirli subito, sentendo i piedi di Kylos premere con forza contro la pancia.

Lo spostò al proprio fianco, dandoli un altro bacio sulla fronte.

Alzò lo sguardo quando un'ombra si aggiunse a quella degli alberi. «Hanno finito?» chiese ad Agata mentre si sedeva vicino a lei, distendendo con cura la veste sotto di sé.

«No».

Alannis sospirò appoggiando la testa al tronco dell'albero. «Immagino andranno avanti ancora per molto».

«Infatti ho portato altri biscotti».

«Alexandros mi ucciderà se continuo a mangiarli. Ma se lo merita, ha deciso lui di non farmi partecipare al processo».

«Sono le leggi, Nis» la riprese Agata, passandole un biscotto. «Tuo fratello non ha nessuna colpa, se non essere re».

Sospirò, prendendo il dolcetto. Alzò il braccio, cercando di evitare le manine di Kylos, incuriosito da ciò che la madre aveva preso.

Agata ridacchiò, chinandosi poi per afferrare il bambino dai fianchi. Alannis sorrise, sollevata dal peso sulla pancia.

«Sta crescendo troppo in fretta, se inizia a parlare quanto il padre, è la volta buona che torno a Mu» borbottò tra sé, stringendo il biscotto con entrambe le mani, come se fosse la cosa più preziosa che avesse in quel momento.

«Non credo che Kyriakos ne sarebbe felice».

«Nemmeno io». Fece una pausa, addentandolo appena. «Ma posso sempre convincere Alexandros a... non lo so, gli farò trovare qualche nuova legge per far tenere loro la bocca chiusa».

Agata scosse la testa. «È solo un'altra battaglia da sostenere. E non lamentarti troppo: tuo padre scherzava che far dormire Alexandros era più difficile di convincere Amyntas a non attaccare una città solo per aver sbagliato a inviare il numero delle anfore».

«Ho il sospetto che anche Kyriakos la considererebbe una validissima ragione per iniziare una guerra. Il vino è sacro, per lui».

«Più degli Dèi?» chiese Agata.

«Quasi più degli Dèi». Alannis accennò a una risata. «Non vede l'ora che tutto sia finito per concludere la faccenda nel modo migliore possibile».

«Ubriacandosi?»

«Facendo ubriacare Alexandros».

Si voltò verso Agata, sentendo Kylos fare versi. «Dovrai aspettare ancora per i biscotti» gli disse facendogli un buffetto sulla guancia mentre si agitava nonostante la stretta del braccio della nonna.

«Forse ha fame...»

«No, è solo curioso: cerca di mangiare sempre quello che mangiamo noi, ma forse inizia ad avere sonno, ha dormito poco stanotte» rispose Alannis, alzandosi per prendere un altro biscotto. Allungò le braccia oltre la testa, piegandosi appena all'indietro. «Spero davvero si risolva tutto oggi».

«Non ci sperare. Faranno di tutto a Mu per far tornare da loro il re».

«Avrei dovuto mirare al cuore» borbottò tra sé Alannis, stringendo i pugni. Continuava a ripeterselo da quando la battaglia era finita: l'avrebbe fatto, se non avesse corso il rischio di colpire Kyriakos. Rilassò i muscoli, allontanandosi di qualche passo: l'aspettativa di rimanere ad attendere notizie dal processo non la rendeva felice. Aveva sperato fino alla fine di poter assistere - di poter vedere le facce di Hesperos ed Esi mentre la condanna si abbatteva su di loro, come sarebbe stato giusto.

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