35

188 17 0
                                    

È il 7 dicembre quando Beatrice torna a farmi visita.

Io e Vittoria siamo rannicchiate sul tappeto davanti al camino acceso; il dolore al coccige è così intenso che sto facendo davvero fatica a concentrarmi sulle parole della mia amica.

«... è Wintergirls, di Laurie Halse Anderson. Lo hai mai letto?» domanda.

Scuoto la testa. «No.»

«Beh, te lo consiglio; è un libro davvero motivante. La protagonista conosce le calorie di qualunque cosa: due patatine fritte, otto cucchiai di salsa, cinque funghi. E li riporta. Inoltre, ci sono alcuni passi che ti aiuteranno moltissimo a concentrarti sull'obiettivo: un capitolo, ad esempio, è composto solo dalla frase "Non devo mangiare". Mi ha aiutata moltissimo» spiega. Poi la sua bocca si piega in una smorfia di disgusto: «Peccato per il finale. È davvero patetico. Vorrei che esistesse un libro sull'anoressia senza lo scopo di farti la morale» dice. «Perché, dopo averti spiegato come bruciare calorie senza farti scoprire o come evitare di mangiare davanti agli altri, ti dicono anche che devi cancellare tutti questi suggerimenti dalla tua mente. Ma chi pensano che legga i loro libri, le ragazzine deboli come quelle che si strafogano di cibo di là, in sala da pranzo?» Indica con un cenno del capo il corridoio. «Non possono essere davvero così stupidi da non accorgersi che i loro lettori siano coloro che cercano nuovi trucchi da sperimentare.»

«Hai dimenticato una categoria.» Quando mi volto verso di lei, Beatrice è diversa: ha ancora la stessa chioma corvina e i medesimi occhi color ghiaccio, ha ancora il suo caratteristico odore di fumo addosso, ha ancora quello zaino blu elettrico sulle spalle; l'espressione sul suo viso, però, è stanca, le sue guance sono appena scavate, il suo sguardo è spento, i vestiti le stanno un po' larghi. Si stringe nel cappotto invernale nero, cerca di scaldare le sue mani con il fiato.

Vittoria non sa chi sia, non gliene ho mai parlato. La osserva con uno sguardo indifferente; quindi, probabilmente, nemmeno le interessa identificarla. «Ossia?» domanda, alzando un sopracciglio.

«Coloro che li leggono semplicemente per cercare di capire cosa spinga le persone a smettere di nutrirsi.»

«Per favore» ride Vittoria. «Nessuno ha mai letto Wintergirls per questo motivo.»

«Ti sbagli» replica Beatrice. «Io sì. E la parte che ho apprezzato di più è stata proprio la fine.»

Vittoria alza gli occhi al cielo. «Non l'avrei mai detto.»

«Se la tua mente fosse lucida, sarebbe piaciuta anche a te.»

«La mia mente è lucida.»

Beatrice esamina il corpo di Vittoria con lo sguardo. «Non credo proprio.»

«Forse sei tu quella che non...»

Scatto in piedi - o meglio, mi alzo il più velocemente possibile. «Va bene, basta» dico. «Non c'è bisogno di litigare per un libro.» Abbraccio Beatrice; lei ricambia senza troppa convinzione. «Mi sei mancata.»

«Anche tu.»

Per qualche secondo, non ho idea di cosa fare: non voglio lasciare sola Vittoria per le prossime ore, ma è evidente che lei e Beatrice non abbiano intenzione di stringere amicizia, perciò non posso costringerle a passare insieme tutto questo tempo. Non mi passa nemmeno per la testa di liquidare Bea: abbiamo bisogno di parlare, raccontarci quello che è successo nelle ultime due settimane, voglio ascoltare la sua voce, vederla ridere.

Vittoria si alza, mi saluta leggermente stizzita. «Devo andare, ho il colloquio con la strizzacervelli tra dieci minuti» spiega. Trattengo a malapena un sospiro di sollievo mentre la guardo dirigersi verso la porta e la vedo scomparire oltre la scalinata.

SPRING - Storia di una ragazza che deve reimparare a vivereWhere stories live. Discover now