Prologo

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Tutto cominciò con una bellissima giornata. I raggi del sole illuminavano la superficie dell'acqua e la brezza marina rinfrescava l'aria del villaggio in un clima mite, benché fosse estate. La giornata perfetta per iniziare una grande avventura.

Quella mattina tutti gli abitanti erano riuniti al porto per assistere alla partenza del giovane neopirata, vestito con una giubba rossa, pantaloni blu e sandali, in procinto di salpare per il mare. Ma qualcosa non tornava.

La piccola barca era ormeggiata al porto, con all'interno un paio di barili di legno contenenti i viveri necessari per qualche giorno e aveva con sé il suo fidato cappello. Era pronto a partire. Allora, perché era rivolto con le spalle al mare?

Era come se stesse aspettando qualcosa o, meglio dire, qualcuno.

"Non credevo che anche lei partisse" disse il vecchio sindaco, con indosso una camicia con fantasia a cuori e un cappello da pescatore a strisce, mentre osservava il ragazzino con fare seccato. "È già una vergogna dare i natali a un pirata. È doppia se sono due! Non capisco. Non ha mai detto niente a riguardo!"

Accanto a lui, una donna dai capelli verdi lo guardò e sorrise.

"Non ha mai detto niente perché non voleva che la rinchiudeste da qualche parte per non farla partire"

"Aspetta, tu sapevi???" disse l'anziano voltandosi sconcertato verso di lei.

"Si certo, ma mi ha fatto promettere di non dirlo a nessuno"

"Tsk. Maledetta ragazzina! Mi ha anche chiesto di insegnarle a navigare! Avrei dovuto immaginarlo, visto le sue conoscenze!!" sbottò il sindaco.

La donna rise e rivolse nuovamente lo sguardo verso il giovane pirata che guardava verso la strada con il volto corrucciato, battendo il piede per terra. Dove diavolo era finita?

"EHI, RUFY!!!!"

A quel grido, tutti i presenti si girarono. Dal fondo della strada principale, una ragazza correva a tutta velocità verso il molo. Indossava una maglietta verde foglia a maniche corte che le copriva a metà il seno, degli shorts blu e dei sandali femminili bassi. Alla vita indossava una cordicella bianca a cui era attaccato un sacchetto di cuoio chiuso all'estremità da un elastico.

La giovane percorse velocemente tutta la strada e si fermò davanti a Rufy, piegandosi per riprendere fiato. I capelli rossi, lunghi fino a sotto le spalle e leggermente mossi, le ricadevano sugli occhi.

Per qualche secondo ci fu silenzio. Si sentiva soltanto il respiro della ragazza, rossa in viso per via della corsa, e il suono delle onde che si infrangevano sulla banchina.

"Sei in ritardo, T/n"

"Eh?" T/n alzò la testa per incontrare lo sguardo di Rufy, che la guardava in viso: ovale, con labbra sottili e occhi verdi.

"Sono anni che progettiamo di salpare insieme per il mare! Stavo cominciando a pensare che avessi cambiato idea e di dover venire a trascinarti!!" sbottò il moro.

"Scusa Rufy, ma sono dovuta tornare indietro" rispose la ragazza, mettendosi dritta. "Non potevo partire senza la mia musica. Lo sai quanto è importante per me" a confermare quanto diceva, gli mostrò un qualcosa che aveva in mano: un piccolo oggetto a forma di parallelepipedo schiacciato viola.

Nemmeno lei sapeva come si chiamasse, nonostante lo avesse sempre avuto, ma sapeva che le permetteva di ascoltare la sua adorata musica e tanto le bastava. Rufy lo aveva chiamato Musicista Portatile (MP) la prima volta che gli aveva fatto vedere come funzionava e da allora anche lei aveva cominciato a chiamarlo così.

"Ah, ho capito. Sei dovuta tornare indietro a prendere il tuo MP" disse Rufy osservando l'oggetto, l'espressione corrucciata sparita dal suo volto. Subito dopo scoppiò a ridere.

A One Piece story (East Blue)Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin