Capitolo 11 - Back to life (and back again)

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Non ho notizie di Charles per i 3 giorni successivi. Nonostante questo non sono preoccupata, anzi.

In questi 3 giorni il solo pensiero di avere finalmente qualcuno su cui poter contare sul serio mi fa svegliare con un piccolo sorriso sul volto. Non ricordo più l'ultima volta che era accaduto.

Questa sera a lavoro mi sto sbizzarrendo con alcune campionature di Allevi.

Quando è quasi mezzanotte mi sono appena rimessa all'opera dopo una breve pausa, e mi rendo conto che Charles è al Cafè. E' seduto ad un tavolo con la sua ragazza ed un'altra coppia. Cerco di incrociare il suo sguardo un paio di volte, ma senza successo. L'unica conseguenza è che mi deconcentro, e non posso permettermelo.

Durante l'ultima pausa che posso concedermi, mi allontano un attimo per usare la toilette del locale. Mentre sono dentro il cubicolo, c'è un po' di andirivieni di gente, ma non me ne curo. Almeno finchè non riconosco una delle voci.

"Tu c'eri già venuta qui?" E' Giada. Sta parlando con qualcuno.

"Solo un paio di volte prima della ristrutturazione, sai che preferisco la discoteca al piano bar." Suppongo che a rispondere sia stata la ragazza che era al loro tavolo.

"Lo sai che sono d'accordo con te. Ma è un periodo che Charles è totalmente fissato con il pianoforte... ieri sera dovevamo vederci e mi ha scritto quando lo stavo aspettando da più di mezz'ora, per dirmi che si era perso dietro alle prove. Neanche fosse la sua professione." Io ascolto quasi senza respirare. Non sto muovendo mezzo muscolo. "Hai visto chi è la ragazza di cui ti ho parlato? E' quella che sta suonando in sala." Dio mio, intende me. "Charles non è più lo stesso, ha la testa tra le nuvole da almeno un paio di settimane. Io non vorrei che sia stata lei a..."

"Ma cosa dici... ma l'hai vista? Non è neanche lontanamente paragonabile a te, e tu e Charles state insieme da una vita. Io non sono una psicologa, ma da come mi hai parlato del vostro primo incontro si vede lontano un miglio che quella ha qualche problema."

Mi sento mancare. "Non lo so, spero solo che..." Giada probabilmente continua a confidarsi con la sua amica mentre lascia il bagno, quindi io non ho più modo di ascoltarla.

Si accorgono tutti che ho dei problemi, tutti. E' inutile faticare tanto a difendersi, perchè non serve assolutamente a nulla.

Lascio il cubicolo e mi lavo rapidamente le mani. Devo sbrigarmi a tornare in sala e finire di lavorare, voglio nascondermi a casa mia. Per tornare alla mia postazione devo passare di fianco ad un lato del bar, e proprio mentre lo sto percorrendo vengo richiamata dal barista.

"Anne, un momento." Mi allunga un calice con un contenuto chiaro. "Il tavolo nell'angolo ti offre un gin tonic."

So esattamente di quale tavolo parla. Vorrei non guardarlo, dico sul serio. Ma i nostri sguardi finalmente si incrociano, e mentre prima avrei voluto dedicare a Charles un timido sorriso, ora non riesco proprio a farlo.

Lui sorride e solleva un bicchiere mezzo vuoto davanti a sé, per salutarmi. Io irrigidisco le spalle, e senza battere ciglio butto giù il contenuto del mio bicchiere in un unico sorso. Sento un brivido percorrermi la schiena, non so se per colpa del ghiaccio o per lo sguardo corrucciato che mi rivolge Charles.

Continuo a suonare per quasi due ore, come se ne andasse della mia vita. Ma con la testa leggera grazie alla botta di alcol.

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Sono terrorizzata dal dover affrontare Charles e i suoi amici a fine serata, sono letteralmente atterrita. Ma la fortuna è dalla mia parte questa sera, non so per quale miracolo decidono di andarsene poco prima che io termini l'esibizione. Grazie a dio.

Charles si volta a guardarmi poco prima di uscire in strada, quasi che se ne stesse andando contro la sua volontà.

Smettila Anne. Sei pietosa.

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Appena scendo dall'autobus a poca distanza da casa ricevo un messaggio.

# Non so cosa sia successo questa sera ma dobbiamo parlare. #

Ovviamente Charles si era accorto che qualcosa mi aveva turbato, non potevo farla franca. Giro l'angolo e inquadro subito l'auto di Luc.

E' quello che si meritano i casi umani come me.

Perchè se anche in quei pochi secondi di conoscenza Giada si era accorta che qualcosa non andava in me, allora ero davvero irrecuperabile.

Le mie dita si muovono rapidamente sullo schermo.

# Buonanotte Charles. #

E spengo il cellulare.

Andrò incontro al mio destino senza trascinare con me nessun altro.

Lezioni di Piano // Charles LeclercWhere stories live. Discover now