Capitolo 16 - Magnitudo 9.5

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* Una breve nota sul titolo: fa riferimento al terremoto di Valdivia (Cile) del 1960, il sisma più forte mai registrato. Con la lettura del capitolo capirete il paragone.

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Ma l'hai capito che non serve a niente
Mostrarti sorridente agli occhi della gente
E che il dolore serve
Proprio come serve la felicità.

🎶 Brunori Sas - La verità

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Non avevo potuto dirgli di no. Charles era la prima persona dopo anni che avrebbe potuto effettivamente liberarmi da Luc, aveva un piano solido. E a lungo termine, visto che mi aveva invitato a stare da lui tutto il tempo necessario all'avvocato per agire. 

Iniziavo a vedere una luce in fondo al tunnel. Una cosa alla quale non ero più abituata. 

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Sto lavorando molto bene questa sera al Sass. Pensare a Charles e al suo saluto quando mi ha accompagnato qui mi fa distendere le labbra in un timido sorriso sognante, oltre a farmi suonare dolci note al pianoforte. Mi ha salutata con un bacio sulle labbra ed una carezza, dicendomi che sarebbe andato a chiudere definitivamente le cose con Giada. Già domani saremmo potuti andare in commissariato. 

Sì, le cose stanno iniziando a girare per il meglio. 

Mi cullo a lungo su questo pensiero. Almeno finchè non rincaso, e la macchina di Luc è lì ad attendermi. Vederlo scendere dalla vettura mi fa l'effetto di un palloncino che viene bucato da uno spillo. 

"Ciao splendore." 

Il suo sorriso mi disgusta, per fortuna riesco a nascondere tutto mentre apro la porta del mio appartamento. Ho il cuore a pezzi, come ogni volta, ma non posso fare a meno di pregare che Charles non voglia venire a trovarmi. Non stasera, ti prego. 

"Sai, ho visto una cosa molto curiosa oggi."

"Che cosa?" Mormoro.

"Uscendo da Villa Sauber, sono quasi sicuro di averti visto scendere da una Ferrari nera."

Merda. "Ti devi essere confuso, io..." Ci provo a convincerlo. Tento sul serio. Ma ovviamente è inutile. 

"Chi era quello stronzo con cui ti stavi baciando? Lo stesso che ti ha accompagnato a casa l'altra sera?"

Non posso dire che lo schiaffo mi coglie di sorpresa. Perchè me lo aspettavo. E' tutto quello che succede dopo che mi prende totalmente impreparata. 

Sono fortunata a perdere conoscenza quasi subito. 

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Il giorno dopo mi risveglio quando fuori è quasi sera. Probabilmente dovrei già essere al Cafè, ma il solo pensiero di dovermi muovere mi fa sentire dolore letteralmente ovunque: dall'alluce alla fronte, non c'è un angolo del mio corpo che non mi faccia male.

Man mano che i secondi passano e i miei neuroni si mettono in funzione, io inizio a sentire una musica che proviene dal mio stereo, a volume bassissimo. E c'è qualcosa sui fornelli. Provo a lasciare il letto, ma devo arrendermi ed emettere un lungo lamento. La mia voce richiama Charles dalla cucina. "Cosa... cosa ci fai qui... come..."

"Non rispondevi al telefono e mi sono preoccupato. Quel bastardo ha anche lasciato la porta aperta."

Torna rapidamente in cucina e si avvicina nuovamente a me con una tazza di tè in mano. Il vapore e il profumo sono davvero molto invitanti. "Anne, dobbiamo darci un taglio."

Lezioni di Piano // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora