Capitolo 21 - Tre parole

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Ciao a tutti! Un breve messaggio solo per ringraziarvi per letture e voti: "Lezioni di piano" è arrivata fino al secondo posto della classifica #charlesleclerc 🤯 grazie! ❤️

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Mi sono innamorato di te
Perché non avevo niente da fare
Il giorno volevo qualcuno da incontrare
La notte volevo qualcosa da sognare.

🎶 Luigi Tenco - Mi sono innamorato di te

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Il (a tratti tragico) pranzo a casa Leclerc aveva condizionato la mia vita meno di quanto mi aspettassi. 

Pascale era una donna splendida e cordiale, come dimostrava il mazzo di gigli che mi aveva fatto recapitare a casa di suo figlio il giorno dopo il nostro primo incontro. 

I fratelli Leclerc invece erano venuti a sentirmi suonare al Sass la settimana successiva. Un gesto davvero molto gentile. Il momento più divertente era accaduto quando avevo terminato il mio pezzo per concedermi una pausa, e Arthur si era alzato in piedi applaudendo vigorosamente, come se fosse un vero e proprio concerto. Tutta la sala (distratta da chiacchiere e cocktail) si era girata a guardarlo, mentre Lorenzo si copriva il volto imbarazzato, e Charles ridendo lo tirava per il maglione per farlo sedere di nuovo. Io ero arrossita e mi ero avvicinata al bar per ordinare un'acqua tonica. 

Una cosa con cui avevo dovuto imparare a convivere era la stampa. Non che fossi aggredita o altro (in ogni caso non passavo molto tempo fuori casa), ma mi era capitato di adocchiare qualche paparazzo intento a fare il proprio lavoro. Cercavo di ignorarli, ma era dannatamente difficile. 

Allo stesso tempo Charles era semplicemente splendido. La sua nuova missione del momento era incoraggiarmi affinché finalmente accettassi la mia eterocromia. Lo faceva in un modo molto divertente, citandomi in momenti totalmente random alcuni vip o personaggi storici che avevano la mia stessa condizione. Di alcuni ne ero a conoscenza, ma molti altri erano novità. 

Il risultato era che poco per volta stavo abbandonando l'uso della mia fidata lente castana, dapprima uscendo con gli occhiali da sole, e poi arrendendomi totalmente. 

Presentarmi a lavoro 'nuda' non era stato così traumatico come pensassi. Pierre mi aveva guardato corrucciato un secondo, non riuscendo a focalizzare cosa ci fosse di diverso in me.

Non mi vergogno a dire che la prima domanda che avevo fatto alla ginecologa era se l'eterocromia fosse ereditaria. Era rimasta sorpresa (non credo le fosse mai capitato), ma mi aveva garantito che quella caratteristica avesse origine genetica ma non fosse ereditaria. Molto generosamente auguravo a mio figlio o figlia di avere una vita il più normale possibile. 

La seconda domanda che le avevo posto l'aveva fatta sorridere, confidandomi che ogni sua paziente incinta gliel'aveva domandato prima o dopo. E cioè come dovessi comportarmi con il sesso in gravidanza. Perchè era inutile negarlo, ero pronta a fare questo passo con Charles. Sarebbe facile dare la colpa agli ormoni, ma era una cosa che onestamente avrei desiderato a prescindere. Mi aveva tranquillizzata, dicendomi che a meno di particolari difficoltà nella gravidanza (che avremmo individuato grazie ai controlli regolari) potevo abbandonarmi senza preoccupazioni. "Ovviamente niente cose troppo energiche, mi raccomando." Lei aveva mantenuto un tono professionale, io ero arrossita fino alla punta dei capelli. 

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Qualche sera più tardi ho un turno di riposo, perchè al Cafè viene organizzata una serata anni '70. Perciò io e Charles possiamo programmare una delle nostre rare cene, addirittura in un ristorante. E' una cosa che non abbiamo mai fatto, ma ormai la stampa già sa di noi, ed è inutile privarci di un'occasione di svago. 

Lezioni di Piano // Charles LeclercDonde viven las historias. Descúbrelo ahora