Capitolo 40 - ... e affondata

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Resto in dubbio a lungo se avvertire Charles della telefonata di Luc. Ma questo weekend la cosa è fuori discussione: la sua monoposto sta avendo dei problemi (mi spiega anche quali, ma onestamente non riesco a seguirlo quando entra nel tecnico), e non voglio angustiarlo con altre preoccupazioni.

La domenica si conclude con un ottimo secondo posto, e qualche punto recuperato su Max Verstappen, che dopo un contatto alla partenza è riuscito comunque a piazzarsi quarto. 

Charles dovrà passare un paio di giorni a Maranello, mentre io decido di rientrare a Monaco la domenica stessa: Odette e Pascale sono già state fin troppo disponibili. 

Ritrovo Charles a casa il mercoledì dopo pranzo, al rientro dopo un brunch che ho insistito per offrire a Pascale e Odette, come ringraziamento per l'aiuto dello scorso weekend. Ovviamente la prima cosa che faccio è abbracciarlo stretta e baciarlo "E' tanto che sei arrivato? Avresti potuto raggiungerci al ristorante, sai che a tua madre avrebbe fatto piacere."

"E rovinare così il vostro appuntamento tra signore? Non me lo sarei mai perdonato."

Il nostro breve scambio di battute viene interrotto da Léa, che con un gridolino richiama la nostra attenzione: tende le braccia verso Charles per essere liberata dal passeggino "Aspetta piccola, ho una cosa per te." 

Fruga rapidamente in uno zaino ed estrae un orsacchiotto peluche che indossa una maglietta coi colori della bandiera spagnola. Glielo consegna e Léa ne è subito conquistata: in tempo zero sta già mordicchiando il piede del povero animale di pezza.

"Vado a metterla a letto per il riposino." 

Porto con me anche un giochino in gomma che avevo preventivamente lasciato in frigorifero: Léa è inquieta dal mio rientro, temo per colpa di qualche dentino che fatica a spuntare. In pochi minuti crolla addormentata abbracciando il suo nuovo amico di peluche. Appena torno in sala mi dedico alla pila di vestiti da stirare che avevo accantonato questa mattina.

"Tesoro, tu hai il numero privato di Pierre?" Mi domanda Charles dalla cucina.

"Sì, perchè?"

"Andrea vorrebbe portare al Sass una ragazza tra un paio di giorni, vuole organizzare una cosa per fare bella figura." 

Sorrido al pensiero del sempre calmo Andrea emozionato per un appuntamento "Copia pure il contatto dal mio telefono, è nella borsa."

Quando finisco di sistemare la biancheria, Charles sta fissando corrucciato lo schermo del mio cellulare.

"Che succede, non lo trovi?" 

Mi guarda spaesato per un paio di secondi "Perchè hai un messaggio di Luc che dice 'Ecco una copia della denuncia, malfidente'?"

Merda. 

Inspiro profondamente per cercare di calmarmi, inutilmente "Siediti, c'è una cosa che ti devo dire."

Ci accomodiamo fianco a fianco sul divano, dal linguaggio del corpo di Charles intuisco facilmente quanto sia arrabbiato. 

Tento di raccogliere le idee "Qualche giorno fa ho ricevuto una telefonata da Luc."

"Quando?"

"Sabato, mentre eravamo a Barcellona"

"E giustamente non hai pensato di raccontarmelo." Sì, è decisamente furioso.

"Non volevo distrarti dalla gara, avevi problemi con la macchina e avevo paura che..."

"Queste non sono giustificazioni valide. Vai avanti." 

Avrei altro da dire, ma deglutisco e continuo con le spiegazioni "Mi ha detto di esser stato derubato in casa. Soldi, orologi e un computer personale in cui 'a quanto pare' era ancora conservato il materiale su di me." 

Lezioni di Piano // Charles LeclercWhere stories live. Discover now