Capitolo 17 - Marshmallow

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Charles mi culla a lungo quella notte. Perchè tutte le lacrime che non avevo versato negli ultimi 5 anni si sfogano ora, mentre sono accoccolata nel mio letto abbracciata a lui. Ho bisogno di trascorrere quelle ore così. Il mio corpo lo richiedeva.

La mattina successiva prendo una decisione. Quella sera stessa sarei tornata a suonare al Sass Cafè. E mi sarei trasferita da Charles. Non me la sentivo di restare sola nel mio appartamento, o di muovermi in autobus. E siccome Charles si era gentilmente offerto di accompagnarmi ovunque ne avessi bisogno, quella era sicuramente la soluzione più pratica, sia per me che per lui. 

Nel tempo che lui aveva impiegato a recarsi dall'avvocato per consegnare il documento firmato da Luc, io avevo raccolto una valigia di vestiti e una borsa di oggetti vari, soprattutto cose che mi sarebbero servite per lavorare. Era una fortuna che Charles avesse un pianoforte, trasportare il mio sarebbe stato decisamente più problematico. 

Mi serve qualche giorno per abituarmi al nuovo appartamento. Come anche ai nuovi ritmi. La mattina riuscivo ancora a dormire, mentre Charles si chiudeva in palestra o andava a correre.

I nostri pomeriggi invece erano dedicati al pianoforte. Io mi tenevo in allenamento, oppure insegnavo a lui. Mi fa ridere parecchio quando dichiara che si sente in colpa a non pagarmi più le lezioni. 

"Perchè ridi? E' la verità. Era comunque un'entrata su cui potevi contare..."

Io gli avevo tappato la bocca con una mano "Mi hai liberato da una prigionia durata anni, mi hai restituito emozioni che pensavo di aver perso, mi hai dato una nuova casa. Devo andare avanti?"

Mi aveva sorriso. E io avevo pensato che quello valesse più di qualsiasi somma di denaro. 

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Ogni sera Charles proponeva di venire a sentirmi al Sass. Ma troppe cose erano cambiate nella mia vita, e non avevo bisogno della stampa a caccia di gossip alle calcagna. Perchè non avevo dimenticato che Charles fosse una persona famosa (una cosa che invece lui tendeva a ignorare spesso). Anche se sorprendentemente finora non eravamo stati beccati. E preferivo che questo durasse il più possibile.

"Ci hai mai pensato che io e te non abbiamo mai avuto un vero appuntamento?" La domanda di Charles è legittima. Ed è la verità. 

Nella nostra relazione mancavano decisamente tante cose per poterla definire 'normale'. 

Ci comportavamo da fidanzati ma non avevamo mai avuto un appuntamento.

Dormivamo insieme ma non avevamo mai fatto l'amore. Ci coccolavamo ovviamente, ma Charles non mi aveva mai chiesto di andare oltre. 

La vecchia me sarebbe stata spaventata che lui non mi trovasse attraente in quel senso, ma la nuova me (più razionale) pensava semplicemente che preferisse rispettare i miei tempi. Una cosa più che comprensibile data la situazione ingarbugliata dalla quale provenivo, ma che non davo assolutamente per scontato.

Dovevo farei i conti con la realtà: mi stavo seriamente innamorando di lui. 

Il giorno in cui cedo alla questione dell'appuntamento prego Charles di una sola cosa, di non organizzare una cosa in grande. Lui sorride furbo, e non mi svela nulla. Non mi avverte nemmeno sulla data. 

Semplicemente una notte esco dal Cafè, e me lo ritrovo davanti alla sua auto parcheggiata, con un mazzo di fiori. Niente rose, troppo scontate e banali. E' un mazzo multicolore profumatissimo, come ho modo di verificare non appena lo accetto.

"Grazie. A cosa devo l'onore?" Domando odorandolo.

"Ti annuncio che questo è il nostro primo appuntamento ufficiale." 

Non aveva prenotato in un ristorante (anche perchè erano passate le 2 di notte), ma mi accompagna a pochi passi dal Sass. Attraversiamo Avenue Princesse Grace, costeggiamo il Grimaldi Forum e ci fermiamo davanti al portone in legno del Giardino Giapponese. Non so dove voglia portarmi, visto che il giardino chiude ogni giorno al tramonto. 

Invece Charles contro ogni previsione bussa, un custode apre la porta e ci invita ad entrare "Buonasera Signor Leclerc, e signora." Spero che il buio copra il mio arrossire. "Non posso farvi girare liberamente perchè l'illuminazione non è sufficiente, ma la grande casa del tè è pronta ad accogliervi come ha richiesto." 

Seguiamo il breve sentiero di fronte a noi e in pochi passi noto che nella costruzione in stile orientale sono state sistemate alcune lampade e un piccolo fornellino da campo

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Seguiamo il breve sentiero di fronte a noi e in pochi passi noto che nella costruzione in stile orientale sono state sistemate alcune lampade e un piccolo fornellino da campo.

"Fa troppo freddo per ostriche e champagne, allora ho optato sì per lo champagne ma con una piccola variante."

In poche mosse accende il fornellino e si allunga verso un grosso cestino da picnic. Quando lo apre estrae una bottiglia di Champagne, due calici, due lunghe bacchette e una busta di marshmallow. 

"Non sapevo che marshmallow e Champagne andassero d'accordo" gli faccio notare. 

"Sto improvvisando, spero solo di essere fortunato." Ridacchia mentre stappa la bottiglia.

Potremmo restare qui fuori a bere vino e arrostire dolcetti per tutta la notte, ma fa davvero troppo freddo. 

Rientriamo a casa che sono quasi le 5. Spero di non rovinare il ritmo degli allenamenti di Charles con la mia vita. E' a questo che sto pensando mentre sistemo i fiori in un vaso con dell'acqua. 

"Posso dirti una cosa?" Charles si avvicina a me con cautela, sembra stia soppesando cosa intende dire. "Non devi sentirti obbligata a fare qualsiasi cosa tu non voglia, specialmente stasera dopo il nostro 'primo' appunt..."

Non lo lascio finire di parlare. La sua premura nel non forzarmi a fare ciò che non voglio mi fa scattare qualcosa dentro. Lo bacio cogliendolo di sorpresa, così tanto da farlo sbattere contro il frigorifero, come conferma il rumore delle bottiglie all'interno che tintinnano tra loro. Faccio scorrere le dita tra i suoi capelli selvaggi e lungo il suo collo, le sue mani invece le sento sui miei fianchi.

Mi interrompo per prendere fiato "Il fatto che non siamo ancora andati più in là, non significa che non voglia farlo. Anzi." Lo fisso negli occhi, sperando di non offenderlo e di essere chiara. "Voglio solo fare le cose come si deve con te, visto da quale situazione mi hai tirata fuori."

Lui chiude gli occhi e appoggia la sua fronte alla mia "Quello che vuoi Anne, tutto quello che vuoi."

Lezioni di Piano // Charles LeclercWhere stories live. Discover now