Extra - Casa

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9 anni dopo

Le porte scorrevoli dell'aeroporto di Nizza si aprono con un movimento silenzioso, il sole tiepido della Costa Azzurra mi dà il bentornata. Individuo in un attimo Will con la nostra auto, che in pochi minuti mi riaccompagnerà a casa.

Ho trascorso gli ultimi 4 giorni a Parigi, e mi sembra di esser stata via un anno intero. Non mi piace lasciare la mia famiglia, ma per esigenze di lavoro ogni tanto devo farlo. Almeno ne è valsa la pena, lo studio di registrazione era davvero molto soddisfatto. E io come loro.

Negli ultimi anni mi sono allontanata dal mondo delle serate al piano bar, anche se Pierre è rimasto uno dei miei più cari amici. Preferisco partecipare a registrazioni in studio, anche se questa volta ero stata addirittura ingaggiata per la colonna sonora di un film. Un'esperienza unica che spero però possa capitare ancora.

Invio un messaggio a Charles per dirgli che sono sulla via del ritorno, una cosa che sta facendo anche lui visto che in questo momento dovrebbe essere in volo con l'elicottero da Maranello. La sua replica quasi immediata conferma la mia idea, risponde che atterrerà all'eliporto tra meno di mezz'ora.

Non appena scendo dalla vettura e recupero i miei bagagli consiglio a Will di dirigersi verso Fontvieille, così poi potrà avere il resto della giornata libero.

Quando apro la porta di casa mi aspetto di essere accolta dal saluto di Léa, ma resto stupita nel trovarla seduta al tavolo della sala da pranzo, con la testa china sui libri.

"Manco per qualche giorno e non mi merito neanche un abbraccio?"

Solleva la testa di scatto, finalmente accorgendosi del mio ritorno "Mamma! Scusa non ti avevo sentita."

Mi corre incontro regalandomi uno dei suoi abbracci, una cosa che (resto convinta) abbia imparato da Charles.

"Odette non c'è?"

Adesso che Lèa era più grande e non aveva più bisogno di una baby-sitter a tempo pieno Odette era diventata la nostra governante, un aiuto davvero prezioso.

"E' uscita per fare la spesa."

"Strano che tu non sia andata con lei."

Ogni volta che serviva fare la spesa Léa non perdeva l'occasione di visitare il parco delle anatre di Fontvieille, visto che si trovava nello stesso quartiere del centro commerciale.

"Sto cercando di finire i compiti di scienze, ma non ci riesco. Mi puoi aiutare?"

"Certo tesoro, che cosa ti serve?"

Ovviamente non mi pesava, ma era strano che mia figlia avesse bisogno di aiuto. Nonostante Léa avesse appena 12 anni era molto portata per gli studi, ed erano anni che non le serviva aiuto con i compiti.

"Stiamo studiando i gruppi sanguigni. La professoressa ci ha detto di ricavare il nostro da quello di mamma e papà, grazie a questa tabella. Ma con me non funziona."

Credo di essere sbiancata subito alla prima frase. Léa non aveva mai saputo nulla della mia vecchia vita travagliata, per lei Charles era sempre stato suo padre. Gliel'avrei di certo spiegato in futuro, ma avrei preferito che fosse più grande.

"Vedi... come faccio ad essere AB se voi siete A e 0? Io non capisco..."

La poverina continua a mostrarmi appunti e schemi, incredula di fronte ad una cosa che sembra impossibile.

"C'è una spiegazione, ma devi ascoltarmi bene." Ci sediamo l'una accanto all'altra sul divano. "Ti ricordi vero cosa ti ho raccontato? Di come io e Charles ci siamo conosciuti."

"Eri la sua insegnante di pianoforte."

"Esatto." Sospiro per farmi coraggio. "Quello che non sai, è che quando ci siamo incontrati io stavo con un'altra persona." La osservo cambiare espressione: è un dolore che non vorrei darle, ma è l'unica via possibile. "Era una persona molto, molto cattiva. Mi ha fatto del male per tanti, troppi anni."

Lo sguardo triste di mia figlia mi colpisce duramente. "Ti... ti picchiava?"

"Tra le altre cose, sì. Mi faceva del male in molti modi. E io... non potevo lasciarlo." Non sono pronta a confessare dei ricatti per le foto e i video, almeno questo glielo devo risparmiare. "E' stato Charles ad aiutarmi a liberarmi di lui. E ho scoperto di essere incinta appena dopo che avevamo iniziato a frequentarci."

"L'ho mai incontrato? Ha cercato di contattarmi?" Mi chiede preoccupata che la sua vita venga sconvolta da uno sconosciuto.

"E' morto." Lascio che questa nuova informazione sedimenti. "Ti sei mai chiesta come ti sei fatta quella piccola cicatrice che hai sulla fronte?"

Ormai dopo tanti anni si notava appena, una piccola virgola chiara all'attaccatura dei capelli. Léa scuote la testa.

"Quando avevi pochi mesi Luc ha cercato di rapirci. E io per salvarci ho fatto ribaltare l'auto su cui stava fuggendo. Le cinture hanno salvato me e te, anche se io sono stata in coma più di un mese. A lui l'ho sganciata, ed è morto sul colpo."

Il silenzio che cala è forse quello più pesante che ci sia mai stato tra noi due. Avrei voluto poter preparare meglio mia figlia, avere parole più semplici e spiegazioni più esaurienti.

"Vuoi chiedermi qualcosa? Come ti senti?"

Léa resta pensierosa a lungo. "Gli somiglio?"

"Per niente." Ed era vero. Da piccola forse sì, aveva qualche tratto di Luc, ma adesso crescendo stava diventando la mia versione più giovane. Ma con il carattere di Charles.

Forse sta per aggiungere qualcos'altro, ma viene distratta dalla porta d'ingresso che si apre.

"Dove sono le donne di casa?" Esclama Charles appena varca la soglia.

Nonostante non lo veda da una settimana (era partito per l'Italia prima di me) resto seduta, ancora tramortita dalle ultime confessioni. Ad alzarsi invece è Léa, che si dirige verso l'ingresso.

Anche da seduta la vedo allungare le braccia verso Charles. "Bentornato a casa papà."

Li vedo abbracciarsi per non più di un secondo, perchè poi scoppio in lacrime.

Charles mi osserva con sguardo corrucciato, preoccupato dalla mia reazione. "Ehi, che succede?"

"Niente." Ribatto asciugandomi gli occhi col dorso della mano. "Sono solo tanto felice di essere a casa."

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Note

Ciao a tutti! Sorpresa 😁
Immagino che non vi aspettavate un capitolo extra di "Lezioni di piano", soprattutto visto che vi annoio da mesi con la promessa che sto lavorando ad una storia nuova.
Non è una bugia giuro, ma nonostante durante le vacanze abbia scritto diversi capitoli purtroppo adesso mi trovo ad un punto morto. E io odio odio ODIO pubblicare lavori incompiuti. Abbiate pazienza.
Nella speranza di ritrovare l'ispirazione mi sono ributtata in questa storia, visto che i panni di Anne mi fanno sempre sentire a casa.
Spero tanto che funzioni 🙏🏻
Un abbraccio grande,
Nina

Lezioni di Piano // Charles LeclercWhere stories live. Discover now