Capitolo 39 - Colpita...

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L'inizio della nuova stagione di Formula 1 non era il mio momento preferito, per il semplice motivo che le gare erano molto lontane da casa e quando ero fortunata riuscivo a godermi Charles solo per 3 o 4 giorni di fila al massimo. 

Anche questa volta lui aveva cercato di convincermi a seguirlo, come quando ero incinta, ma avevo preferito rifiutare: non me la sentivo di rinunciare al lavoro, ma soprattutto non mi andava di lasciare Léa per intere settimane. Portarla in giro per il mondo era fuori discussione: adesso che gattonava spedita era più il tempo passato ad inseguirla che a fare altro. 

Charles quest'anno sentiva su di sé tutta la pressione del doversi riconfermare campione, e la sua lotta contro Max Verstappen era più accesa che mai. Si alternavano su ogni podio, intrattenendo il pubblico con sorpassi al limite e duelli spettacolari (per i quali i tifosi gioivano, i miei nervi molto meno).

Maggio era arrivato, portando con sé i primi caldi e finalmente un paio di corse in Europa. Avrei voluto aspettare il GP di Monaco, ma Charles mi aveva pregato di accompagnarlo in Spagna: la gara di Baku si era conclusa con un suo ritiro, mentre Verstappen aveva guadagnato un'enormità di punti vincendo la gara. 

"Ti prego, ho bisogno di averti vicino. Sono sempre più tranquillo quando sei con me." 

Mi aveva guardato con i suoi occhi profondi, e io non ero riuscita a dirgli di no. Raramente mi chiedeva qualcosa, non potevo rifiutarmi. 

Avevo quindi organizzato la mia partenza, incastrando una sostituzione al Sass con il provvidenziale aiuto di Pascale e Odette, che si sarebbero alternate nel prendersi cura di Léa. Non posso negarlo: lasciare la piccola, seppure solo per qualche giorno, era la parte più difficile per me. 

-

Charles era partito martedì, e si aspettava che lo raggiungessi il venerdì. Invece io avevo deciso di fargli una sorpresa, arrivando con un giorno di anticipo. 

Atterro all'aeroporto di El Prat e in pochi minuti raggiungo l'auto che Mia aveva fatto arrivare a ricevermi. E' l'unica a sapere della mia idea, mi aveva fatto recapitare un pass e mi aveva dato tutte le indicazioni per poter raggiungere Charles in albergo. E' infatti ormai sera, e nonostante abbia una fame da lupi, il mio unico desiderio è rivedere il suo sorriso nel più breve tempo possibile. 

Entro nell'albergo senza essere notata nella confusione generale: c'è parecchio movimento per colpa della gara. Mi sto dirigendo verso gli ascensori, quando passo davanti a quello che credo sia l'ingresso del bar dell'hotel, dove c'è un piccolo gruppo di giovani ammassati, presi ad osservare qualcosa oltre la soglia. 

Involontariamente capto la frase di una ragazza "... fatti più in là di due passi, se riesci a farmi una foto con Leclerc giuro che non ti chiederò il regalo a Natale."

Bingo, tana per Charles. Sorrido tra me e me, e cambio destinazione. Cerco di farmi largo tra questo gruppo di persone, una cosa non facile visto che non intendono mollare il loro idolo neanche per un secondo. 

Tento di rendermi il più piccola possibile, ma inavvertitamente una ruota della mia valigia passa sopra il piede di quella stessa ragazza che mi aveva attirato poco fa. "Ahia! Stai attenta, cretina."

"Scusami, non l'ho fatto apposta." Sono mortificata, ma deve moderare il tono.

"Spero solo che tu non mi abbia graffiato le scarpe, le ho pagate 400 euro, maledizione."

La sento lamentarsi ancora mentre la oltrepasso alzando gli occhi al cielo, ma a questo punto ho finalmente inquadrato Charles: il pilota è seduto su uno sgabello ad un tavolo alto, credo stia concedendo un'intervista. Non voglio disturbarlo mentre sta lavorando, quindi resto poco oltre l'ingresso. 

Lezioni di Piano // Charles LeclercWhere stories live. Discover now