Capitolo 44 - Buio

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Quelle poche parole di Luc sono sufficienti a trascinarmi nello sconforto più totale. 

Era passato del tempo dal furto, e nonostante avessi cercato di pensarci il meno possibile, speravo davvero che fosse tutto passato. 

Per due interi giorni fatico a lasciare il letto, non riuscendo a fare niente di diverso da piangere nascosta sotto le lenzuola. 

Sono fortunata che ci sia Charles a prendersi cura di Léa. Povera piccola, entra in camera da letto un paio di volte, scappando via pochi secondi dopo spaventata dalle mie condizioni. 

Il terzo giorno Charles sta per partire per la prossima gara. Ormai al limite della sopportazione, mi strappa le coperte di dosso, mi carica sulle spalle e mi butta vestita sotto la doccia, letteralmente. 

Gli lancio maledizioni e parole di cui dovrei vergognarmi, ma l'acqua fresca a poco a poco mi fa tornare in me stessa. Mi faccio lavare, asciugare e coccolare, come se fossi io la bambina di casa. 

E Charles lo fa. Raccoglie i miei pezzi, uno ad uno, riportandomi in vita. 

"Anne, dobbiamo capire cosa sta succedendo." 

Ovviamente ha ragione. Ma io non me la sento: sapere che Luc (anche se indirettamente) ha di nuovo il controllo sulla mia vita, mi ha fatto toccare il fondo della disperazione. 

"Posso rimandare la partenza di qualche ora se serve, forse mezza giornata, ma dobbiamo fare qualcosa."

Sono all'angolo, messa di fronte alle mie responsabilità e al mio passato. 

E come una volta mi abbandono alle cattive abitudini, alla falsità. 

"Gli parlo io." Prendo il mio cellulare, e volontariamente mento a Charles, fingendo di chiamare Luc. Lascio passare qualche secondo e poi faccio finta di chiudere la comunicazione "C'è la segreteria."

"Vuoi che telefoni per rimandare la partenza? Posso..."

Lo splendido uomo che ho di fronte non si merita tutto questo. Non si merita nulla di quello che gli è capitato negli ultimi due anni. 

"Non serve, ne riparleremo quando tornerai dall'Austria. Avrai anche una settimana di riposo, giusto?"

 "Sì, è vero. Ne sei sicura?"

Non è convinto, ormai mi conosce fin troppo bene. 

Ma io devo essere più forte del suo sospetto, e in pochi secondi ricostruisco quel muro che per anni mi aveva protetto "Non ti preoccupare."

La Anne apatica ed insensibile è tornata. 

-

Il giorno successivo Charles lascia casa nostra in auto, diretto appunto prima in Italia e poi a Spielberg. Mi raccomanda di chiamarlo nel caso in cui avessi bisogno, e soprattutto di non fare nulla di stupido. 

Un suggerimento a cui ubbidisco stoicamente fino al pomeriggio, quando dopo aver messo Léa a letto per il riposino, clicco sul nome di Luc nei miei contatti. Questa volta sul serio. 

Risponde quasi subito "Ce ne hai messo di tempo per richiamarmi."

"Ho avuto da fare."

"Immagino, troppo occupata a vivere la vita dorata col tuo principino."

"Dimmi cosa vuoi." Non ho né tempo né voglia di ascoltare le sue frecciatine.

Lo sento chiudere una porta in sottofondo. "Mi hanno contattato quelli che hanno preso la mia roba, e dopo un'attenta analisi hanno trovato i nostri video, e anche le fotografie ovviamente. Hanno capito subito cosa avevano in mano e mi hanno chiesto un generoso contributo di 2 milioni di euro entro questa domenica sera per restituire tutto."

Resto in silenzio per diversi secondi, cercando di fare ordine in tutto quello che Luc mi ha appena detto. Sospiro, odiandomi immediatamente per le parole che sto per pronunciare. 

"Ti propongo una soluzione diplomatica: facciamo a metà."

"Non ci contavo, sai? Sei davvero molto generosa. E la tua dolce metà è d'accordo?"

Già, i soldi non sarebbero stati propriamente 'miei'. Anzi, con ogni probabilità Charles si sarebbe infuriato quando avrebbe scoperto tutto. Ma guardando il quadro più in generale, mi sarei definitivamente liberata di Luc. Per davvero.

"Ovviamente." Bluff riuscito. "Ho bisogno di qualche giorno per avere i soldi, e che organizzi lo scambio per domenica. Primo pomeriggio."

"Ah vuoi che il pilotino sia occupato. Capisco." Ok, bluff non riuscito del tutto.

"Chiamami quando hai conferma di tutto quello che ti ho chiesto." 

Chiudo la chiamata senza neanche salutare, il telefono che mi scivola dalle mani perchè tremano troppo. 

Sarà difficile, sarà dura. Ma va fatto. 

-

Non so nemmeno io come riesco a fare tutto nei giorni successivi. Lavoro, bado a Léa, organizzo tutto per questo fantomatico scambio che avverrà domenica.

All'inizio ogni bugia che devo raccontare a Charles fa malissimo. Ogni volta che devo fingere di stare bene. 

Ma ormai sono finita in un intrico di falsità che non posso né devo abbandonare.

A qualunque costo. 

-

In via eccezionale la banca mi consegna i soldi che ho richiesto appena prima dello scambio, nonostante sia domenica. 

Non mi sono ancora allontanata dalla banca che vedo una chiamata in entrata di Charles. Che sia stato avvertito? Non posso rischiare. E lui deve concentrarsi sul suo gran premio. Silenzio il suo numero, dopotutto sto cercando di fare solo il nostro bene. 

Avevo concordato con Luc che ci saremmo incontrati nel garage di casa sua, un luogo che sappiamo non essere sorvegliato, e quindi perfetto per le nostre esigenze. 

Sto cercando di fare tutto per il meglio, ma mi secca parecchio dovermi portare dietro Léa: tra pochi minuti Charles sarà in pista, e non potevo lasciarla a nessun altro. Sia Odette che Pascal si sarebbero insospettite. 

Entro nel garage che conosco fin troppo bene, individuando subito il SUV di Luc. 

"Ciao tesoro."

"Cerchiamo di sbrigarci, ho da fare."

Scendo dalla mia auto e prelevo la borsa dal bagagliaio cercando di fare il più in fretta possibile, perchè non voglio che si accorga della bambina sul sedile posteriore.

Probabilmente è anche questo intento che non mi fa essere attenta a quello che mi circonda.

Non riesco a chiudere lo sportello posteriore. Appena afferro la maniglia in pelle del borsone, sento un dolore fortissimo alla nuca. 

Ed è buio.

Lezioni di Piano // Charles LeclercWhere stories live. Discover now