Ran Haitani

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Richiesta da: aibdexx
Spero tu piaccia

Stavi andando a scuola come ogni giorno, c'era un bel venticello che preannunciava l'arrivo dell'estate.

Tutti vedevano in te la regina della bellezza. Eri veramente la più bella e intelligente della scuola, chiunque ti ammirava.

Arrivasti in classe, e come consuetudine tutti ti salutarono. Rispendevi sempre con il tuo magnifico sorriso.

Gli occhiali che portavi ti si misero sulla punta del naso, e automaticamente con un dito li rimisi al loro posto.
La porta si aprì di scatto, rilevando i fratelli Haitani.

Avevi una cotta per il più grande, che al momento stavi fissando. Incroció il tuo sguardo, ma tu distogliesti prontamente il tuo.

La campanella suonò, segnando l'inizio delle lezioni.

~fine delle lezioni~

Avevi il brutto vizio di rimanere in classe a svolgere gli esercizi che ti avevano assegnato, in casa tua c'era sempre troppo baccano per via dei tuoi che litigavano sempre.

Quel giorno eri rimasta fino a tardi, e rimasi solo tu in tutta la scuola. Il bidello ti conosceva perché eri la più in gamba e la più seria dell'istituto, quindi ti aveva preso in simpatia.

Bidello: anche oggi fai tardi eh t/n?

T/n: si~ avevo molti esercizi.

Rispondesti pacata, mentre lui chiudeva la porta della stanza.

Ci fu un attimo di silenzio, avevi finito i compiti, ma non volevi andartene dalla classe.

Ebbi la bella idea di fare cose sporche mentre eri da sola. Erano proprio quelli i tuoi momenti preferiti, quando ti masturbavi pensando a Ran. Anche quando eri sola a casa non resistevi all'impulso.

Solo all'idea ti bagnasti le mutandine. Nonostante fossi una studentessa modello, eri una grandissima pervertita.

Presi la sedia del banco di Ran, e senza pensarci due volte prendesti anche la matita che aveva lasciato sul tavolo.

Mettesti un piede sulla sedia, mentre tenevi la sua matita in bocca stringendola con i denti. Portasti una tua mano sopra la gonna, tirandola sopra il ventre esponendo appieno le mutande c/p.

Passavi lentamente in rassegna le tue zone erotiche, tirando su la camicia per pizzicarti un capezzolo. Sussultasti, le tue mani gelide ti davano troppo piacere.

Cominciasti a strofinare sotto le mutande per qualche minuto per poi prendere dalla bocca la matita e cominciare a masturbarti con essa.

Ansimavi, sempre di più...

*ran e rin che tornavano a casa da scuola*

Ran: non ci credo, ho dimenticato in classe il quaderno dei compiti 🤦🏻‍♀️

Rin: sei il solito, vai a riprenderlo, ti aspetto a casa.

*ritorno a t/n*

Cominciasti a gemere mentre pompavi sempre di più con la matita di Ran ormai fradicia.

All'improvviso sentisti dei passi che si avvicinavano, ti bloccasti completamente terrorizzata all'idea che qualcuno ti potesse scovare in tale situazione.
In men che non si dica la porta si spalancò, e Ran ti vide esattamente come eri. Un ghigno si fece strada lungo il suo viso, e alla vista di tutto gli venne immediatamente un erezione.

Ti aveva beccato a:
1) masturbarti
2) sulla sua sedia
3) usare la sua matita per la prima.

La sua teoria del fatto che fossi cotta di lui era confermata. Avanzò a grandi flacate verso di te, tirandoti su delicatamente.
Non fu tanto delicato subito dopo, quando si tirò giù i pantaloni e mutande per scoparti a novanta sul suo banco.

Urlasti, improvvisamente riempita da qualcosa di troppo lungo e grosso che ti fece male. Nonostante eri letteralmente fradicia, ti fece male. Era troppo e tu eri minuscola per lui.

Ran: è fottutamente stretta, cazzo. Stai bene si?

Chiese, pensando di farti male.

T/n: s-sto bene, si. Se vuoi-

A quelle parole, si mosse in automatico, dentro e fuori, ad un ritmo decisamente incontrollato. Ti matrellava con prepotenza, con forza.

Ti teneva per le spalle mentre sia i vostri succhi che le vostre bocche gemevano, ansimavano e dicevano i vostri nomi.

Ti arrivò talmente in fondo che ti premeva contro la cervice. Non faceva male, ti eri abituata alla sua grandezza.
Piu spingeva, più tu stringevi le pareti. Stavi per venire.

T/n: r-ran ralle-ahh-rallenta-

Spezzasti la frase a metà perché ormai eri venuta, facendo un lago ai vostri piedi. Poche spinte dopo, presa da un secondo orgasmo, venne anche lui dritto nell'utero.

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