II. Jupiter Alpin

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«FREDS» George diede l'ennesima gomitata alla sua metà, che aveva lo sguardo perso fuori dalla finestra dall'inizio della lezione, cercando di attirare la sua attenzione per evitare l'ennesimo richiamo dal professor Vitius, ma Frederick Weasley se...

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«FREDS» George diede l'ennesima gomitata alla sua metà, che aveva lo sguardo perso fuori dalla finestra dall'inizio della lezione, cercando di attirare la sua attenzione per evitare l'ennesimo richiamo dal professor Vitius, ma Frederick Weasley semplicemente non riusciva a scegliere di guardare il piccolo professore invece che la macchiolina blu che da ormai due giorni stava sul pontile del Lago nero, rientrando occasionalmente in acqua in tentativi disperati di ritornare da sua sorella e nel proprio mondo.

Il piccolo ometto non era minimamente interessante quanto la ragazza che gli aveva procurato il livido sull'addome che adesso stava sfiorando inconsciamente con la mano destra, la costola ferita dal tentativo di fuga di Jupiter però gli faceva da promemoria per il suo interesse nei confronti della ragazza.

Jupiter.

Era un nome strano, Fred ne aveva sentiti di nomi strani nel mondo dei maghi e a Hogwarts, sopratutto durante lo smistamento dove per ore all'inizio dell'anno doveva restare seduto ad ascoltare Silente che chiamava ogni nome immaginabile la cui testa poi veniva toccata dal cappello.

Ma nessuna Jupiter nei suoi sei anni a Hogwarts. Certo non era la persona più attenta del mondo durante lo smistamento e molte volte si perdeva e limitava a fischiare e battere le mani quando il suo tavolo faceva lo stesso, annunciando l'ennesimo fortunato scelto per indossare il rosso scarlatto e i bordi dorati che caratterizzavano i griffondoro, però era abbastanza certo di non aver mai sentito un nome simile e per questo gli rimbombava nella testa schiantandosi contro ogni parete da quando l'aveva vista al lago.

E i suoi occhi, gli occhi di Fred continuavano a cercare quelle iridi ghiacciate nonostante la distanza fisica tra loro due, rincorrevano il brivido che lo sguardo della ragazza gli aveva inflitto. Il modo in cui si era mossa, in pochi secondi aveva architettato un disperato piano di saltare giù dal letto e correre fuori dall'infermeria, se Fred non l'avesse presa al volo? Probabilmente l'avrebbe rincorsa, istintivamente, perché l'altro giorno quando l'aveva afferrata non aveva nemmeno dovuto pensarci, il suo corpo aveva reagito e basta.

George aveva parlato tutta la sera della scena, di come si era spaventato vedendo il balzo improvviso della strana ragazza, gli aveva fatto più volte i complimenti per gli ottimi riflessi nel prenderla al volo buttandoci in mezzo qualche battuta sul come dovrebbe usare quella prontezza sul campo e non nell'afferrare donzelle fuggitive, ma Freddie nonostante le risate che si era lasciato sfuggire continuava a buttare l'occhio verso il lago ogni volta che ne aveva la possibilità.

Passando per i corridoi attraverso la finestra che dava sul lago, camminando sul ponte tra le torri del lato sud, e adesso nella classe di Vitious dove nonostante ci fossero degli alberi davanti alle finestre l'altezza di Fred Weasley e il suo occhio acuto oltrepassavano i rami, intravedendo il blu acceso dei lunghi capelli di Jupiter che ormai erano sempre bagnati per colpa dei continui tuffi della ragazza.

Le trecce con cui era arrivata nel loro mondo erano quasi disfatte, il ciuffo ormai non dava più nemmeno fastidio a Jupiter che le prime volte continuava a rimettere dietro l'orecchio ma stancandosi lasciò perdere dopo la quinta o sesta volta che riemergeva.

RIGHT || fred weasleyWhere stories live. Discover now