XXXV. Addio, orgoglio

225 10 11
                                    

Fred la baciò, era lento, delicato, come se potesse romperla

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Fred la baciò, era lento, delicato, come se potesse romperla. Le mani erano sulle guance di Jupiter, la accarezzavano con una dolcezza che le faceva chiedere se fosse possibile restare lì, sotto quel tocco, per sempre.

Ma il pontile si ruppe, le assi di legno si sgretolarono sotto di lei e il lago la ingoiò, avvolgendola in quell'oscurità che solo l'acqua era capace di avere. Jupiter annaspò in cerca d'aria, era freddo, era tutto troppo freddo, si sbracciò per ritornare in superficie e quando finalmente la sua testa uscì dall'acqua si guardò inorridita intorno.

Era buio, non c'era il sole splendente e finto che illuminava lei e Fred sul pontile pochi secondi prima avvolti nelle proprie giacche e nel tocco dell'altro. Le sponde del lago non erano vuote per colpa delle lezioni che impegnavano tutti gli studenti, erano invece piene di ragazzi in costume con bicchieri rossi in mano e la musica moderna che faceva da sottofondo alle loro conversazioni.

Venus le allungò una mano, nel suo costume da crudelia con una faccia preoccupata che il suo personaggio probabilmente avrebbe avuto solo se una pelliccia importante si fosse macchiata, ma Jupiter si ritrovò a fare qualcosa che non avrebbe mai pensato di fare: si ritrasse, con tutta se stessa anima e corpo, dal tocco della sorella. La guardò, era reale, era reale e la sua mano le intimava di uscire dall'acqua gelida ricordandole che fosse novembre e lei mezza nuda, e le lacrime cominciarono a uscire mentre si trascinava sul pontile. Pianse tutta l'acqua che aveva in corpo, sul corpo, intorno, sentiva fiumi interi bagnarle le guance mentre la gola le si seccava.<<Fred? Fred? George? Alicia?>>

<<Ju ma cosa fai>> Venus provò ad avvicinarsi, guardandosi leggermente intorno per vedere se il comportamento insolito della sorella avesse attirato sguardi indiscreti, ma Jupiter scappò da quel tocco trascinandosi sul legno bagnato e spingendosi lontano dalla bionda.<<No, no no no, FRED! GEORGE! RAGAZZI VI PREGO>>

<<I gemelli di Harry Potter? Ju ma cosa ti prende?>>

<<No! Loro non sono solo i gemelli di harry potter, sono- sono miei amici, loro sono- non so dove sono, FRED->>

<<FRED>> Jupiter si alzò di scatto, i capelli erano appiccicati sul volto bagnato dalle lacrime e aveva il respiro corto per colpa del panico e delle urla. Tastò intorno a lei, al posto del legno ruvido e bagnato del pontile di Genevieve Scott sentì le coperte morbide e calde, rosse con il simbolo di griffondoro ricamato in un angolo su cui Jupiter passò più volte il pollice per coglierne il rilievo. Abbassò lo sguardo, si vide le mani ancora decorate dai piccoli capillari spaccati che con il tempo si erano leggermente sbiaditi, adesso sembravano scarabocchi fatti con una penna rossa che avevi cercato di lavare più volte ma che sembrava non voler abbandonare la tua pelle.

Poi si guardò attorno mentre cercava di calmarsi, la stanza era la stessa: la scrivania alla quale ormai si sedeva sempre George era contro il solito muro, il tappeto rosso e morbido su cui lei si sdraiava quando voleva prendersi una pausa era lì ai suoi piedi, la porta del bagno era davanti a lei, l'armadio in un angolo, il comodino con i suoi disegni nel secondo cassetto era alla sua destra e la finestra sulla quale stava picchiettando un gufo alla sua sinistra.

RIGHT || fred weasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora