XIII. Chi lo sapeva?

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Le scale scricchiolarono, e quel semplice suono bastò per zittire tutti a tavola, attirando come un magnete i loro occhi sulla porta della cucina dove Jupiter fece la sua miracolosa apparizione, finalmente, dopo tre giorni di reclusione totale.

Era evidente sul suo corpo, ciò che aveva passato in quei tre giorni, non aveva più le sue trecce blu fatte con cura, adesso i suoi capelli erano legati da un misero elastico che lottava con tutte le forze per tenerli in una coda morbida e non scivolare giù. I suoi occhi, che sembravano un cielo nuvoloso, erano perfettamente addobbati da delle occhiaie violacee che tradivano le notti insonne passate sui libri, e la sua pelle sembrava decisamente più pallida e opaca del solito.

Era spenta.

Eppure, quando entrò e i suoi occhi cercarono Fred, una scintilla li attraversò, breve ma intensa, e si dileguò tanto velocemente quanto era apparsa quando vide che il rosso non ricambiò il suo sguardo. Jupiter non poteva mentire stavolta, non si aspettava molto, ma non si aspettava nemmeno la trasparenza totale del suo essere, non si aspettava che Fred la baciasse così...così, in quel modo, e poi non si degnasse nemmeno di guardarla in faccia.

Non cambierà niente.

Bugiardo, traditore, vigliacco.

Ma l'aveva detto, lui, che aveva mentito, quindi Jupiter poteva davvero avercela con lui?

Si, si poteva, e c'è l'aveva.

<<Jupiter! Tesoro, vieni! Vieni dai, siediti, cosa vuoi per colazione?>> Molly si alzò velocemente, affiancando la ragazza per guidarla al posto vuoto vicino a George, e una volta seduta il rosso le avvolse le spalle con il braccio, scuotendola affettuosamente. <<Ben resuscitata, straniera>> Jupiter gli sorrise sinceramente, lasciandosi cullare da quel tocco. Aveva avuto una realizzazione, quella notte, dopo essere tornata dal pontile, non era riuscita a toccare alcun libro e aveva sorseggiato il tè ormai freddo, pensando a tutte le persone che dormivano in quella casa. Adesso che aveva un'idea molto più concreta, un'idea in cui credeva veramente ci fosse il suo biglietto d'andata verso il proprio mondo, quella carezza di George aveva un significato molto più profondo, aveva quel retrogusto di assenza, di "gia mi manchi", che stava prosciugando Jupiter più di tre notti senza dormire.

George, anche se sorpreso dal gesto della ragazza, non si ritrasse e lasciò che appoggiasse la testa sulla sua spalla chiudendo gli occhi, scambiandosi uno sguardo preoccupato con il resto della sua famiglia. Molly appoggiò una tazza di tè davanti alla ragazza dai capelli blu, il suono della ceramica che toccava il legno la risvegliò dalla sua spirale di nostalgia, facendole sollevare le iridi per incontrare quelle verdi e calorose della donna, che le riservò un sorriso.<<Grazie>>

<<Di niente tesoro>>

<<Allora Jupiter, hai finito i libri?>> Arthur parlò, goffo e imbarazzato, facendo finalmente alzare lo sguardo a Fred, e Jupiter annuì lievemente mentre sorseggiava il tè.<<Si ma...veramente, penso che mi servano dei libri sugli specchi, signor Weasley, penso che la chiave siano i riflessi>>

<<I riflessi..>> Arthur mormorò, tenendo tra le mani la sua tazza di caffè freddo, e poi annuì, era già vestito da lavoro, con giacca e cravatta rigorosamente marroni a strisce bianche, come la camicia, quindi Jupiter avrebbe avuto i suoi libri nuovi entro quella sera.<<Va bene, vedrò cosa riesco a trovare>>

<<Significa che hai la giornata libera oggi, vero cara?>> Jupiter ci mise un secondo, pensandoci, si poteva permettere una giornata libera? Ma poi guardò il sorriso di Molly, il modo in cui non vacillava nemmeno con il suo silenzio e la guardava speranzosa, e annuì inconsciamente.<<Perfetto! Perché ho una sorpresa per te, qualcuno vuole conoscerti, anzi, vuole conoscere tutti e tre, e ho invitato Hermione, dovrebbe arrivare tra poco>>

RIGHT || fred weasleyDonde viven las historias. Descúbrelo ahora