XLVIII. Una morte inimmaginabile

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<<Aveva detto un'ora! Cazzo>> La mano di Jupiter volò sulle sue clavicole grattando nervosamente fino a bruciare mentre correva insieme ai gemelli verso il cortile centrale della scuola, ogni singolo accesso alla loro area ben visibile e protetto,...

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<<Aveva detto un'ora! Cazzo>> La mano di Jupiter volò sulle sue clavicole grattando nervosamente fino a bruciare mentre correva insieme ai gemelli verso il cortile centrale della scuola, ogni singolo accesso alla loro area ben visibile e protetto, ogni pericolo eliminato. Jupiter si guardò intorno, vide alcuni studenti ai lati del cortile, ancora nessuna traccia di Tonks e Remus. <<Dove sono?>>  la straniera continuò a ripetere, più e più volte, mentre la cupola di luce sopra alle loro teste continuava a pulsare con ogni incantesimo lanciatole contro e lei si guardava intorno cercando i loro volti famigliari. I gemelli la affiancarono, deglutendo inconsciamente mentre si sentivano il respiro pesante e le bacchette così strette tra le dita da formare i calli. <<Ju, tranquilla>> George la rassicurò, mettendole una mano sulla spalla mentre Fred teneva d'occhio le vie d'accesso al cortile centrale, molte entrate erano state bloccate e ognuno di loro poteva proteggere un lato dell'area senza troppi problemi, con alcuni studenti a fargli da spalla come aiuti supplementari.

<<Dove sono? Dovevano essere già qui, dovevano- appena iniziati gli attacchi, dovevano venire qui, era il nuovo piano>> Jupiter si sentì il respiro velocizzare, ma lo scudo che si ruppe sopra alle loro teste le fece mozzare il fiato risolvendo il problema in pochi secondi.

Aspettarono, molte urla di guerra quasi barbariche si sentirono mentre i mangiamorte sulle colline adiacenti cominciavano a correre dentro al perimetro di Hogwarts, le esplosioni sui ponti che avrebbero usato per raggiungerli cominciarono a riempire la notte con luci improvvise e grida di terrore. Jupiter allungò la mano all'indietro, cercando le dita di Fred e lasciando un sospiro di sollievo mozzato quando le sentì intrecciarsi alle proprie, poi guardò George alla sua sinistra ma i suoi occhi non riuscirono comunque a calmarsi. Remus e Tonks non erano ancora li, con loro, e il solo pensiero di cosa potesse significare - insieme a tutte le altre persone di cui non conosceva il destino sparpagliate per il campo - le rendevano ogni battito di cuore difficile quanto sostenere un muro che le stava cadendo addosso.

I primi incantesimi cominciarono a volare, Jupiter fu costretta a lasciare la mano di Fred per potersi girare e parare la prima maledizione, le luci dei colori che aveva studiato insieme alle parole urlate bloccarono in lei la morale che Atlas Alpin aveva tanto faticato ad insegnarle.

Era difficile, era davvero difficile, Mars, sin da piccola, la guerriera che Atlas voleva avere come figlia, Jupiter quasi sorrise all'ironia della vita in quanto certa che suo padre non avesse questo in mente quando chiamava così le sue figlie in un velato incoraggiamento di farle stare a testa alta e non farsi calpestare. Era cresciuta pensandosi una guerriera, aveva riflessi veloci, dei nervi di ferro e aveva sempre pensato che quella con il cuore pesante fosse sua sorella, ma essere brava e aver studiato non valeva niente se la sua mente era persa sulla mappa che aveva visto in mano e Percy Weasley, pensando ad ogni persona a cui teneva sul campo di battaglia. I suoi occhi non valevano niente se al posto di guardarsi intorno per cercare nemici, erano occupati ad assicurarsi che chi le stava accanto fosse ancora in piedi.

RIGHT || fred weasleyWhere stories live. Discover now