𝐇𝐄𝐍𝐑𝐘

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Henry scese dalla limousine dei Bass con indosso un cappotto color nero, una sciarpa grigia al collo e degli inutili occhiali da sole davanti ai suoi occhioni scuri.

Si diresse a passo svelto verso l'ingresso dell'Accademia di Moda di Manhattan.

Sapeva che Philipe avesse a cuore soltanto la sorte di Lia, ma Henry non avrebbe mai permesso che il suo migliore amico venisse minacciato, soprattutto quando la posta in palio era il suo sogno nel cassetto.

Perciò, andò dal presidente dell'Accademia di Manhattan, nonché colui che gestiva vari enti pubblici, di beneficienza e legati al mondo della moda che prevedevano una collaborazione diretta, ed economica, con le imprese Bass.

Henry sapeva bene che il signor Presidente non sarebbe stato nessuno se non fosse intervenuto Chuck Bass più volte nel corso della sua carriera. 

Camminò a testa alta, a passo svelto e, sebbene non si curasse di ricambiare nessuna occhiata, percepiva su di sé le attenzioni di molte persone. 

Arrivò fino all'ufficio del Presidente dell'Accademia, il signor Alfred Beckham. Aspettò giusto un paio di secondi prima che la sua segretaria lo scortasse dentro.

«Henry.» Il signor Alfred si alzò in piedi, rivelando il suo corpo scheletrico nascosto da un enorme completo di Gucci. «Come sei cresciuto! Fatti vedere, ragazzo.» Gli andò incontro sorridendo.

Henry ricambiò l'abbraccio in maniera impacciata perché non era solito scambiarsi gesti d'affetto con nessuno. «Ciao, Alfred.» Si sforzò, tuttavia, di apparire socievole.

«Come stai, ragazzo? È da tanto che non ci si vede. Tuo padre? Le vostre donne?» Alfred tornò a sedersi dietro alla sua scrivania di mogano e fece cenno ad Henry di sedersi di fronte a lui.

«Tutto bene in famiglia, grazie.» Henry accennò un sorriso freddo e lasciò morire la conversazione, portando subito una certa tensione nell'aria.

«Qualcosa mi dice che sei qui non per fare delle chiacchiere.» Disse amaramente Alfred puntando i suoi occhi scuri e vecchi su Henry. «Posso offrirti qualcosa da bere?»

«Whisky.» Acconsentì Henry e non si sorprese di vedere Alfred stupito per quella sua risposta.

Molti dell'alta società tendevano a guardare Henry con aria di superiorità, sottolineando la sua giovane età e il suo cognome. Henry si divertiva a comportarsi da adulto per ingannare le loro convinzioni.

Non era il classico figlio di papà che combinava casini al quale il padre doveva risolvere insabbiando tutto. Henry era il primo del corso di studi, lavorava affianco al padre in azienda e non si dedicava ad eventi mondani o a relazioni passeggere.

Henry sapeva essere eccessivamente adulto per avere solo ventuno anni.

Alfred gli porse il bicchiere di cristallo col liquido scuro all'interno e gli fece cenno di parlare. «Perché sei qui, Bass?»

Henry si beò di quel cognome; stava iniziando a fare sul serio.

«Sono qui per chiederle un favore, Alfred.» Parlò con compostezza come se di fronte a sé non avesse un uomo che lo aveva visto crescere.

Alfred sospirò. «Di che si tratta?» Si sbottonò la giacca a righe blu e nera e fissò Henry senza emozione in volto.

Probabilmente si stava chiedendo cosa un ragazzino di ventun anni potesse avere da chiedere al dirigente dell'Accademia.

«C'è una sua insegnante che non può più lavorare qui.» Disse urgente Henry, che mascherò il suo nervosismo bevendo un sorso di whisky.

Alfred sollevò un sopracciglio scuro. «E perché mai?»

𝐍𝐞𝐰 𝐆𝐨𝐬𝐬𝐢𝐩 𝐆𝐢𝐫𝐥, 𝐋𝐚 𝐫𝐞𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora