•Prologo• Ventuno Colpi Di Cannone

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3 anni prima.

Ventuno colpi di cannone.

Questo è stato il modo in cui è stata annunciata la mia nascita in tutto il Principato, seguiti tre giorni dopo da un comunicato ufficiale in cui il principe George e la principessa Gabrielle di Monaco rivelavano il nome della loro primogenita, la prima bambina nata dopo l'abolizione della legge salica, dunque anche la prima donna che un giorno avrebbe governato sul piccolo Paese della Costa azzurra

Sin dal mio primo vagito, tutti erano consapevoli del fatto che la mia vita sarebbe stata diversa rispetto a quella di tutte le mie coetanee; mia madre ha provato con tutta sé stessa a darmi una vita il più normale possibile, ma ben presto anche lei si è resa conto che i piani per me erano ben altri.

Sono cresciuta tra le sarte reali che cucivano per me abiti con fin troppi ricami per la mia corporatura esile, obbligata a fare sorrisi e riverenze agli eventi di beneficenza, osservando le nuvole dai finestrini del jet per viaggiare da una parte all'altra del mondo e presenziare ai viaggi istituzionali.

Da piccola giocavo con mia sorella minore Camille a nascondermi dalle nostre tate, pur sapendo che ci avrebbero scoperte e rimproverate, ma a lei non sembrava importare affatto; sapeva che la ramanzina peggiore era sempre destinata alla sottoscritta, dal momento che lei aveva avuto la grandissima fortuna di nascere per seconda, mentre di contro era aberrante un comportamento simile da parte dell'erede al trono.

Sin dal mio primo anno di vita sono stata educata secondo l'etichetta, ma nonostante ciò mia madre non ha mai voluto privarmi dell'andare a scuola: la Principessa Gabrielle infatti, già all'inizio della sua relazione con il Principe, è stata una delle più convinte sostenitrici e fautrici dell'istruzione pubblica in ogni Paese, secondo lei una tappa importante per ogni persona che tuttavia per me non sembrava essere sufficiente.

A sei anni, contestualmente all'inizio delle scuole elementari, mio padre ha assunto una stuoia di precettori in modo che mi potessero educare anche a casa; ho studiato finanza, giurisprudenza, geografia, storia, ho preso lezioni di galateo, dizione, pianoforte, equitazione, scherma e negli anni ho imparato le cinque lingue che attualmente parlo fluentemente, oltre che il latino e il greco.

Avevo dieci anni quando vedevo mia sorella e mio fratello giocare a rincorrersi nel giardino, mentre io dovevo rimanere seduta alla scrivania per studiare l'Etica di Aristotele insieme al mio insegnante di filosofia; a lungo mi sono chiesta cosa sarebbe successo se non fossi stata la prima, se la legge salica non fosse mai stata abolita e dunque l'erede di mio padre sarebbe stato mio fratello Anthoine, oppure se semplicemente fossi nata in una famiglia diversa da quella reale.

Tutte le bambine sognano di essere principesse. Ricordo quando all'intervallo le mie compagne di classe costruivano delle corone di carta e giocavano ad essere Barbie Raperonzolo o Annalisa de "la principessa e la povera", mentre io non ho mai giocato ad essere una reale; lo sono sempre stata e l'ho detestato sin da che ho memoria.

A undici anni mi fu vietato di andare alla festa di compleanno della mia migliore amica perché già alla mia età dovevo presenziare alle cene istituzionali a palazzo, a dodici mi fu impedito di avere qualsiasi amicizia non approvata dalla corona, a tredici invece non potetti partire per il viaggio d'istruzione scolastico perché ritenuto da mio padre troppo pericoloso, a quindici, dopo solo due mesi di frequentazione, dovetti presentare Philippe a mio padre che di anni ne aveva solo diciassette e si ritrovò ben presto la sua foto sui giornali con l'ingrato titolo di futuro principe consorte.

Quando di anni ne ho compiuti diciotto, poi, è andato di male in peggio; nel giorno in cui si raggiunge la maggiore età probabilmente le mie coetanee sarebbero andate in giro per i locali del porto con le proprie amiche a bere e divertirsi, mentre io mi sono ritrovata nella camera antistante il Salone delle feste del palazzo con gli occhi dell'Europa puntati addosso, per essere ufficialmente incaricata del mio ruolo istituzionale che fino a quel momento ho comunque ricoperto sebbene in modo ufficioso.

Ricordo ancora il pesante diadema sulla mia testa, l'ampio vestito in candida seta francese, l'insicurezza nel camminare in quella sala affrescata ancorata al braccio di mio padre, il modo in cui mi scrutavano i capi di Stato di tutto il mondo, come se l'equilibrio tra le loro Nazioni dipendesse da me; mi è stato insegnato a camminare composta con una pila di libri sulla testa come si vede nei film, eppure in quel momento mi sentivo tremendamente in difetto nel vedere l'andatura sicura e composta dei miei genitori, i quali non facevano altro che elogiarmi con gli ospiti mentre intorno a me la stanza iniziava a vorticare.

Ripensare a quelle sensazioni mi fa quasi star male, ma in questo momento mi sento incredibilmente più leggera mentre salgo le scale del jet, sebbene con poca praticità dovuta al fatto che indosso un vestito e dei tacchi alti, ma provo a renderlo meno evidente possibile in quanto inquadrata dalle telecamere.

Scosto elegantemente i capelli dal viso, messi in disordine dal vento mentre il rumore dei motori dell'aereo mi riempie le orecchie, ma non appena alzo lo sguardo ritrovo quello azzurro di Philippe che, in piedi all'ingresso dell'abitacolo del Jet, mi sorride mentre continua a salutare i giornalisti.

Non credevo sarebbe mai stato possibile, ma qualcosa è girato a mio favore e per qualche anno riuscirò a fuggire dalla mia gabbia dorata; terminiamo di salutare la stampa, oltre che i miei genitori, il portellone dell'aereo viene chiuso e io e Philippe ci accomodiamo sui sedili in pelle pregiata del volo di lusso che ci condurrà nel Regno Unito.

Studieremo entrambi economia e finanza ad Oxford, concedendomi l'ambita occasione che tanto ho bramato di allontanarmi dalla mia vita a Monaco, così fitta di estenuanti impegni istituzionali ma, per quanto ci speri, so che non sarà la mia parentesi in Inghilterra a separarmi dal mio ruolo; potrei fuggire in qualunque Paese del mondo, ma agli occhi dell'aristocrazia sarò sempre "Sua Altezza Serenissima Elisabeth Charlotte Marie Reynaud, marchesa di Baux e principessa ereditaria di Monaco" con tutto il peso che ne consegue.

L'unica cosa che sarebbe stata capace di evitarmi le incombenze legate al mio titolo, sono solo quei ventuno dannatissimi colpi di cannone.






Spazio autrice
Benvenuti ai nuovi, bentornati a chi viene da Serotonina🤍

Lo so, non ci speravo più nemmeno io, ma alla fine The Crown sta realmente prendendo forma e ho pensato di iniziare a darvi una piccola anteprima di quella che sarà questa storia; rispetto a Serotonina, infatti, The Crown sarà un po' diversa.

In giro ho potuto constatare esserci parecchie fanfiction riguardo un'ipotetica relazione tra la principessa di Monaco e il pilota di Formula 1, ma non ne ho mai trovata nessuna in italiano, dunque ho pensato; perché non scriverla io?

Ho sempre fatto abbastanza pena con i trope letterari, ma questa la classificherei come un "Forbidden love" che, come potrete facilmente intuire, è di quanto più diverso ci sia rispetto a Serotonina, ma desideravo fortemente mettermi in gioco sia a livello di contenuti che di narrazione.

La novità più grande, infatti, è che storia sarà scritta in prima persona, ma i pov dei due protagonisti si alterneranno molto frequentemente così da dare una visione molto più generale che spero tanto possiate apprezzare.

Vorrei dirvi davvero tante cose, ma finirei per rovinarvi tutto per cui non mi dilungo oltre, permettendomi unicamente di augurarvi buona avventura🤍

(Vi ricordo che all'inizio gli aggiornamenti saranno saltuari, per poi iniziare a pubblicare con regolarità presumibilmente negli ultimi mesi del 2023)

The Crown|| Charles LeclercWhere stories live. Discover now