•Trentaquattro• Risiko

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Ho sempre avuto un rapporto piuttosto conflittuale con la città di Londra; ho vissuto qui per tre anni, quando ho frequentato l'università ad Oxford, e probabilmente quelli sono stati i più sregolati della mia vita, ma anche i più spensierati, ragion per cui nutro tutt'oggi un profondo rispetto e sono grata alla capitale inglese per avermi fatto vivere, anche se per poco, come se fossi una ragazza qualsiasi.

Le luci, i colori, l'architettura ordinata, il placido scorrere del Tamigi contribuiscono a renderla magica e devo ammettere che mi è dispiaciuto andare via dopo la laurea, per di più con la consapevolezza che non avrei frequentato qui anche la magistrale, se non per un particolare: il tempo.

Londra è sì meravigliosa, ma perennemente cupa e fredda, l'esatto opposto della mia Monaco dove invece il sole batte quasi ogni giorno e può essere visto il mare da ogni angolazione, idea di cui continuo ad essere fermamente convinta mentre sono seduta al tavolo dell'elegante steakhouse, intanto che la pioggerellina leggera ma incessante batte contro il vetro, sebbene la mia attenzione sia rivolta alla persona davanti a me, il quale con il suo SOS mi ha spinta a prolungare il mio altrimenti breve soggiorno qui.

-E alla fine lei è andata via- sospira Edward, continuando a tagliare la sua carne senza effettiva energia, spostando il pomodoro e poi rimettendolo al suo posto mentre guarda l'insalata come se al di sopra ci siano delle risposte, come un moderno oracolo della Sibilla: a conti fatti non ha mangiato nulla, ma in fondo non siamo mai stati qui per pranzare.

-Ti ha detto dov'è andata?- chiedo io, interessata alla questione mentre penso a come potrei porre rimedio.

-Non lo so, forse è da sua madre in Galles oppure in Germania da sua sorella. Non ho idea di dove sia né di come stia; spero solo decida di tornare presto. Ha spento il telefono, io non la sento solo da due giorni e sto già per impazzire- mormora affranto, con un velo di lacrime a ricoprirgli gli occhi che dimostrano tutta la sincerità delle sue parole.

Una volta tornata a casa dopo la nostra improvvisata vacanza in Grecia, mi sono sentita un'altra persona; ero come rinata, anche il ricordo dello schiaffo era stato accantonato in un angolo buio della mia mente e a conti fatti tornare a lavoro non è stato stressante. Era come se viaggiassi ad un metro da terra e nulla sembrava potermi scalfire.

Charles ha rispettato quanto organizzato con i suoi amici ed è partito per le sue vacanze alla volta del Messico ma, con mia somma gioia, non con Fleur: sua sorella infatti ha ricevuto la proposta di fidanzamento dal suo ragazzo e, dal momento che il matrimonio ha dei tempi strettissimi, lei è tornata in Francia per stare con la sua famiglia, per cui due intere settimane senza nemmeno una foto di loro due insieme sono state un sospiro di sollievo.

Forti di questa lontananza, ci siamo scritti e chiamati ogni giorno, continuando anche se a distanza a rimanere chiusi in quella bolla che ha caratterizzato la nostra permanenza a Donoussa.

The Crown|| Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora