•Ventiquattro• Cuffie rosse

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Il Principato di Monaco è uno Stato immensamente piccolo, a livello di estensione addirittura il penultimo al mondo, ma allo stesso tempo è il Paese più ricco al mondo per reddito pro-capite, in quanto basa la sua economia principalmente sulle industrie dello spettacolo e della compravendita immobiliare.

In poco più di 2,02 km² infatti vi sono ben quattro casinò e il solo fatto che questi siano stati set di numerosi film campioni di incassi ha contribuito a rendere quella del turismo una fiorente economia, unita a quella dell'intrattenimento e del gioco d'azzardo: per tale motivo, Monaco ospita ogni anno centinaia di eventi tra cene di gala, esclusive feste nei maggiori club o sugli yacht attraccati nel porto oppure numerose manifestazioni artistiche e culturali.

Eppure anche le serate migliori si rivelano essere nulla se paragonate al Gran Premio e a tutto ciò che gli gravita intorno.

Il Gran Premio di Monaco è, per il Principato, una vera e propria istituzione; tranne rare eccezioni per cause di forza maggiore, il circuito è stato sempre presente nel calendario della Formula Uno sin dal 1950, ed è per tale motivo considerato uno dei circuiti "storici". Non esiste Formula Uno senza il circuito che attraversa le strade di Monaco, per questo gli è stato attribuito un valore aggiunto che gli ha concesso numerose deroghe, come quella presente fino a due anni fa in cui le prove libere venivano anticipate al giovedì mentre il venerdì era destinato al riposo, o almeno così si faceva per dire, dal momento che in realtà il calendario di eventi era estremamente fitto e spesso i piloti dovevano scegliere a quale presentarsi.

Negli ultimi anni i biglietti sono andati esauriti mesi prima e gli ascolti sono sempre stati tra i più alti dell'anno, motivi più che validi che hanno spronato sia mio padre che la FIA a rinnovare il contratto per la permanenza del circuito all'interno del calendario; negli ultimi mesi ho ripetutamente maledetto questa decisione a causa del lavoro a cui mi ha costretto, ma adesso che cammino per il paddock con il sole a baciarmi la pelle mi rendo conto che, tutto sommato, ne è valsa la pena.

L'aria è al dir poco elettrica, le persone scattano foto alle motorhome o con i piloti, i meccanici corrono da una parte all'altra così come i giornalisti e nel cielo non sembra esserci nemmeno l'ombra di una nuvola.

Durante la mia passeggiata qualcuno mi nota e mi sorride, qualcun altro addirittura accenna un inchino o qualcosa di simile; il protocollo della famiglia Reynaud non prevede più la riverenza dal duemiladiciassette, in quanto ritenuta ormai fin troppo anacronistica, ma ovviamente solo chi lavora a Palazzo legge il protocollo della famiglia reale e molti alla presenza di una principessa reagiscono spontaneamente, associando al mio titolo il gesto di inchinarsi.

Io sorrido e intanto vedo qualcuno scattarmi delle foto che sono certa a breve troverò online, ma proprio mentre accenno un saluto ad una telecamera Philippe avvolge i miei fianchi con un braccio, sorridendo composto e salutando molti dei suoi colleghi, i quali naturalmente non potevano che assistere al Gran Premio con un vip pass.

The Crown|| Charles LeclercWhere stories live. Discover now