•Otto• Quarto di secolo

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Dalla mia fuga a Saint Tropez è trascorsa esattamente una settimana: nonostante i miei timori, nessuna foto in quel vestito fin troppo corto è apparso su alcun giornale scandalistico, ma questo ovviamente non è bastato affinchè i miei genitori non ne venissero a conoscenza, anche se tutt'ora non ne hanno accennato mentre io, da quando sono uscita da quella camera di hotel, non ho più visto né sentito Charles.

Avevo detto di voler mettere la testa a posto e il mio piano sembrava procedere bene, invece mi è bastata una litigata con Philippe per ricascarci di nuovo e vorrei riuscire a pentirmi di quella scelta fin troppo avventata, presa d'istinto a seguito a quell'amara discussione, ma non ci riesco; non per essere andata in un locale, non per aver ballato o bevuto, ma per tutto quello che c'è stato dopo.

Sin da quando i nostri sguardi si sono incrociati, Charles mi ha trattata in modo impeccabile; ha rinunciato alla sua serata per accompagnarmi fuori perchè con la musica e la confusione avevo iniziato a stare male, ha ascoltato i miei sfoghi, dopodichè mi ha slacciato i tacchi e mi ha portata in braccio fino alla sua stanza dove mi ha lasciato dormire nel suo letto, mentre lui si è accontentato del divano.

Mi sono svegliata il mattino dopo con la nausea e la testa che sembrava volesse esplodermi da un momento all'altro, ma anche quando ci siamo rivisti alla luce del sole non c'è stato alcun imbarazzo tra noi; si è addirittura premurato di ordinare la colazione per me e quella conversazione avuta sulla terrazza, al sole di Saint-Tropez e con solo degli accappatoi a coprirci, ha risvegliato in me emozioni che temevo si fossero assopite da tempo, o che addirittura non avevo mai provato prima di allora.

Non posso vantare sicuramente una vastissima esperienze con le relazioni sentimentali; in fondo, quando sei adolescente le emozioni della prima cotta ti travolgono, anche condividere un Twix comprato alle macchinette sembra il gesto più romantico di sempre, una tradizione particolare che avevamo io e Philippe, così come rubarsi un bacio tra una lezione e l'altra di nascosto dai compagni e dai professori.

Ma poi quando cresci, il tuo ragazzo diventa il tuo compagno ufficiale, oltre che un importante imprenditore e tu sei una principessa, tutto diventa molto più difficile; gli impegni ci travolgono, quelli che per altri sarebbero grandi gesti per noi sono all'ordine del giorno fino a quando anche parlare risulta diventare superfluo.

Eppure, mettermi a nudo con Charles e lasciarmi andare in un discorso senza capo né coda, con la complicità dell'alcol o meno, è stato così semplice e spontaneo tanto che non ricordavo più come ci si potesse sentire e la risposta è una: bene.

Gli ho confessato di non voler stare più con Philippe, gli ho addirittura chiesto il bacio della buonanotte e di fare l'amore con me, lasciando che quella notte mi affibiasse quel soprannome per me del tutto nuovo, eppure così dolce se pronunciato da lui che anche al mattino gli ho implicitamente dato il consenso per continuare a chiamarmi con quel diminutivo, se mai ci fossimo rivisti; non sarebbe stato opportuno e sono grata a Charles di non aver approfittato della situazione, ma sono abbastanza convinta che in quel momento desideravo davvero essere sua.

The Crown|| Charles LeclercWhere stories live. Discover now