•Quaranta• Lottare per noi

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19/11/2023
Las Vegas, Stati Uniti d'America

-Papà, papà, mi guardi mentre vado sullo scivolo?- grida un bambino con la vocina sottile, ma gioiosa, mentre io con una mano continuo a far ondeggiare il passeggino al cui interno, infagottata tra le lenzuola ricamate, riposa una neonata con un berretto rosa confetto e un piccolo sorriso che mantiene nonostante abbia gli occhi chiusi.

Il mio cuore perde un battito vedendo la perfezione di quei lineamenti, così simili ai suoi, ma alzo lo sguardo quando sento in lontananza le risate del piccolo che richiama la mia attenzione mentre scivola lungo la giostra colorata di rosso, per poi correre divertito verso l'altalena nonostante la sua andatura traballante, e iniziando a dondolare su di essa, spettinandosi i capelli a causa del vento e facendo brillare i suoi occhi verdi di pura gioia.

Il mio bambino, i miei figli.

Mi trovo nel parco di Monaco dove mio padre portava me e i miei fratelli a giocare quando eravamo piccoli e in cui ho numerosi splendidi ricordi della mia infanzia; intorno a me il sole splende alto nel cielo, le temperature sono miti e io mi sento pervaso da un insano senso di profonda felicità mentre noto che la piccola nel passeggino si sta stiracchiando, finalmente sveglia, ragion per cui la prendo tra le braccia per tornare a cullarla, ammirandola come se fosse un'opera d'arte.

Indossa una tutina ricamata rosa e bianca che sembra andarle leggermente più grande del previsto; lei è piccola, piccolissima, ma ha una somiglianza incredibile con sua madre ed è forse per questo che è tanto bella da togliere il fiato.

-Sembri piacerle parecchio- dice una donna alle mie spalle, ma la sua voce è così familiare che mi scalda più di quanto facciano i raggi del sole e il mio cuore accelera quando mi volto per osservarla.

Elisabeth ha i capelli castani sciolti sulla schiena, indossa un vestito in seta azzurra a maniche lunghe e la gonna fino al ginocchio; il suo viso è più adulto ed è evidente si stia ancora riprendendo dalla gravidanza, ma allo stesso tempo appare ai miei occhi di una bellezza eterea che mi porta a sorriderle e cercare le sue labbra sulle mie in un breve bacio a stampo.

-Lei è il dipinto più bello che tu abbia mai creato, Sisi- mi lascio sfuggire ed Elisabeth sorride sincera, per poi lasciarmi un altro bacio, che non approfondiamo solo perchè la bambina è ancora in braccio a me e avvicinandoci troppo rischieremmo di schiacciarla con i nostri corpi.

-L'abbiamo fatto insieme- osserva lei, stringendole una manina e portandola alla bocca per lasciarle un bacio -ti somiglia parecchio, sai?- mi informa e, mentre sto per risponderle, lei si volta per richiamare nostro figlio vicino a noi, in quanto si dice affamato ed esclama da lontano che per pranzo vorrebbe le tagliatelle al ragù.

The Crown|| Charles LeclercWhere stories live. Discover now