•Sette• Sisi

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-Allora vieni con me- le suggerisco, al che vedo Elisabeth provare a frasi forza sugli avambracci e per alzarsi, ma irrimediabilmente l'equilibrio dev'essere ancora precario a giudicare da come traballa e rischia di inciampare.

Eppure, non avrei mai permesso che cadesse, per cui grazie ai miei riflessi pronti riesco a catturarla per i fianchi e sorreggerla; toccarla mi risulta ancora un gesto proibito, giacché esito qualche secondo prima di aumentare la presa sulla vita, messa in evidenza dalla trasparenza del vestito.

Sento i palmi bruciare, ma non è niente rispetto alla decisione che prendo pochi istanti dopo; in un gesto che sembra essere dettato più dall'istinto che dalla razionalità, sistemo il suo corpo tra le mie braccia e la adagio tra esse a mo' di sposa.

-Charles....- il mio nome pronunciato da Elisabeth è di quanto più melodioso ci sia, specie se le sue labbra così vicine alle mie, per la terza volta in una sola sera.

L'alcol mi incentiva a sedare il fuoco che è divampato al centro del mio petto, soddisfando così il desiderio di impossessarmi della sua bocca, ma reprimo quell'insana attrazione, impegnandomi con tutto me stesso per non cedere nel fare l'errore più grande in assoluto con la persona più inaccessibile che ci sia.

-Sisi- la richiamo, non riuscendo a privarmi di quel soprannome con cui mi ha dato il permesso di appellarla -ora ti porto a letto, a dormire- specifico le mie intenzioni e lei assume un'espressione confusa.

-Ma Monaco...- prova a parlare, ma io inizio a camminare in direzione dell'hotel, tenendola saldamente tra le braccia e vicina al mio corpo.

-Non a Monaco- chiarisco -sono a Saint-Tropez per uno shooting, alloggio qui. Andiamo in camera mia- spiego velocemente e lei sembra annuire, per poi posare la sua testa sul mio petto dove cerco di convincere il cuore a smetterla di battere così rapidamente, ma con davvero scarsi risultati.

Portando Elisabeth nella mia stanza, infatti, sto già superando ogni limite, sebbene sia fatto con le migliori intenzioni; sono consapevole che lei sia la Principessa e che, se nel Principato ci fosse qualcuno di assolutamente inarrivabile sarebbe proprio lei, ma non riesco a togliermi dalla testa l'immagine dei nostri visi così vicini, delle nostre labbra ormai prossime a scontrarsi, così come del senso di rabbia che mi ha pervaso quando mi ha confessato il modo del tutto indegno in cui la tratta il suo fidanzato.

Cammino verso l'interno dell'hotel con lei tra le braccia, mentre la musica del locale è ormai lontana e a farci compagnia c'è solo il frusciare del vento tra le palme a bordo piscina, dove l'acqua sembra freddissima, eppure non abbastanza per stemperare la temperatura estremamente elevata del mio corpo di questo momento.

Ieri sera sono arrivato a Saint-Tropez per un weekend di shooting per alcuni brand di moda e se da adolscente, all'inizio della mia carriera nel motorsport, trovavo estenuanti le sessioni intensive di allenamento, ancora dovevo fare i conti con quello che vuol dire essere un pilota di Formula Uno al di fuori dei circuiti: un volto noto, che di conseguenza troppo spesso deve improvvisarsi anche modello, per quanto davanti alla telecamera mi senta molto meno a mio agio rispetto allo stare nella mia monoposto.

The Crown|| Charles LeclercWhere stories live. Discover now