•Trentasette• Paura

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Il ticchettio puntuale dei tacchi delle mie décolleté risuona tra le mura del Palazzo dei Principi mentre percorro il breve tragitto tra il mio ufficio e il Salone di Rappresentanza, ovvero il luogo in cui, secondo il protocollo, dovrei ricevere tutti i miei ospiti personali.

Si tratta di una stanza non eccessivamente grande, ma interamente affrescata in stile barocco tanto che le sue trionfali decorazioni mi sono sempre risultate piuttosto opprimenti, per cui preferisco di gran lunga ospitare i miei amici nel salone antistante la mia camera da letto, luogo a me più familiare, e ricevere chi ha bisogno di conferire con me nel mio ufficio, sebbene a causa di alcuni lavori non mi sarà possibile accedere a quest'ultimo per i prossimi tre giorni.

Questa mattina mia madre ha richiesto il mio aiuto per cominciare ad ideare gli allestimenti di Natale di quest'anno, ma dopo ore e ore a sviluppare progetti e quant'altro Sebastian ci ha interrotte dicendo che mio padre aveva approvato un'udienza urgente per quanto riguarda le concessioni di una prestigiosa impresa del Principato, che in quanto amministratrice delle finanze spettava a me ricevere.

Ho storto il naso, dal momento che è domenica e io non trascorrevo del tempo da sola con mia madre da un bel po', ma alla fine le ho promesso che sarei tornata appena avrei concluso e ho seguito diligentemente Sebastian attraverso i corridoi mentre mi illustrava i motivi dell'udienza; ciononostante, riga dopo riga noto alcune stranezze nelle sue spiegazioni, conti che non tornano e percentuali d'azioni che non ci riguardano, ma dal momento che tutto risulta piuttosto confuso credo che sia meglio parlarne con il diretto interessato.

-Va bene, Seb, qual è il nome dell'imprenditore?- chiedo, poco prima di svoltare l'angolo per raggiungere il Salone; Sebastian volta un foglio, ma a quel punto arresta la sua camminata e lo vedo strabuzzare appena gli occhi, pur rimanendo estremamente composto.

-Philippe Albert Auguste Lacroix, amministratore delegato della Lacroix corporation- dichiara, ma a quel punto colei che si paralizza sono io, tanto che sento il mio cuore fermarsi per un istante e un brivido percorrermi la schiena.

-Puoi ripetere?- domando con la bocca particolarmente secca.

-Philippe Albert Auguste Lacroix- ribatte incerto, alzando poi lo sguardo verso di me -è il suo...-

-Il mio ragazzo, sì- affermo, tentando di non far trasparire il mio sgomento, ma non riesco a fare a meno di pensare a come abbia potuto condividere otto anni della mia vita con un essere così meschino.

-Mi chiedo perché sia qui a questo punto- dice Sebastian, una delle prime volte che vedo anche lui confuso dalla situazione e addirittura poco lucido.

-Io credo di saperlo molto bene invece- dichiaro decisa -puoi andare, Seb. Questa è una questione tra me e Philippe-

The Crown|| Charles LeclercWhere stories live. Discover now