•Ventinova• Ipernova

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-Ti prego, Elisabeth, lasciami andare, perchè se continui a cercarmi io continuerò a tornare e non è quello che meritiamo entrambi. Sii felice con lui, torna alla tua vita e io ti prometto che proverò a dimenticarti-

-Ci riuscirai? Riusciresti a dimenticarmi?-

-Lo spero, Sisi. Altrimenti rischio sul serio di impazzire-

-Addio-

È la conversazione che mi rimbomba nella testa da un mese e due giorni, esattamente il tempo che è intercorso dall'ultima volta che ho visto Charles, considerevole per farmi arrivare a chiedermi se lui alla fine sia riuscito nel suo intento: perché io, per quanto provi ad andare avanti, continuo a fallire nel non annegare nel suo ricordo.

Se avessi saputo che sarei rimasta bruciata in questo modo, probabilmente quella sera al ballo di gala non gli avrei neanche rivolto la parola, ma allo stesso tempo non riesco a pentirmi di quello che c'è stato tra noi: insieme a lui ho vissuto probabilmente i momenti più belli della mia vita, il mio cuore si sentiva a casa mentre batteva all'unisono con il suo e nonostante la filosofia della mia migliore amica del "no regrets, only memories" io proprio non riesco a non crogiolarmi negli stessi in una sorta di atteggiamento autodistruttivo.

Charles mi ha chiesto di non cercarlo e così ho fatto, ma da quando lui è uscito da quella porta, e di conseguenza anche dalla mia vita, io non sono più riuscita ad essere la stessa: Sophie ha provato a starmi accanto quanto possibile, ma è rimasta bloccata a Genova oberata di lavoro, Camille e Anthoine sono tornati rispettivamente in Francia e in Germania per studiare, le mie "amiche" non sanno cosa sia accaduto, e mai dovranno scoprirlo, per cui dei miei affetti più fidati al momento al mio fianco c'è solo Philippe, con cui, tuttavia, non faccio altro che litigare.

Le cose tra di noi inizialmente sembravano essere migliorate, Charles mi ha addirittura chiesto di essere felice con lui e io ci ho provato, solo Dio sa quanto ci ho provato, ma la nostra breve avventura mi ha come risvegliata da uno stato di trance in cui ho vagato per oltre otto anni e, dopo di lui, ho aperto gli occhi sulla mia relazione: quando Philippe era arrabbiato io cercavo sempre di calmarlo, di stargli accanto, concedendogli dolci carezze e parole di supporto, mentre adesso che sono io a stare male lui non fa altro che scappare, accampando improbabili scuse e impegni di lavoro che non sono certa esistono realmente.

Non mi sarei certamente fatta consolare da lui per la fine della "relazione" con il ragazzo con cui l'ho tradito, ma avrei tanto desiderato avere il suo supporto nel mio lavoro; nonostante il mio cuore infranto, infatti, in questo mese sono stata impegnata ogni giorno con la vita politica, gli impegni e le responsabilità che derivano dal mio ruolo.

Il Parlamento infatti è del tutto agguerrito nei miei confronti, ma è altrettanto consapevole di non poter fare nulla per piegarmi al suo volere; primo, perché sono l'erede al trono, secondo, perché i miei indici di opinione pubblica non sono mai stati così alti, dal momento che ho aperto la prima fondazione di beneficenza a mio nome, la Princess Elisabeth of Monaco Foundation che ha come primi obiettivi la ricerca nel campo delle malattie genetiche rare e la costruzione di sette ospedali nei Paesi del Terzo Mondo più in difficoltà sul piano della sanità, i quali prevedono anche dei percorsi preferenziali con le strutture europee per i casi chirurgici più complessi.

The Crown|| Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora