•Nove• Limiti

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Il rumore intenso prodotto dai motori mi riempie le orecchie nel mentre che scendo le scale del jet, il quale ha appena coperto la tratta dal Bahrain fino a Monaco, sancendo così ufficialmente la fine del primo Gran Premio della stagione.

Come già ci aveva preannunciato Fred, la macchina non ha brillato affatto; durante la prima giornata di test era peggio di quanto potessimo solo immaginare, ma il team ha lavorato senza sosta così da permetterci di portarci, anche se con estrema difficoltà, in settima e undicesima posizione in qualifica e sesta e ottava in gara.

Sicuramente il mio weekend è stato leggermente più positivo di quello di Carlos, ma non posso affatto ritenermi soddisfatto; Sakhir è sempre stata un circuito dalle disposizioni particolari, ma faticare per rimanere in zona punti laddove l'anno scorso abbiamo trionfato con una doppietta non rende entusiasta nessuno, piloti, team e tifosi compresi.

Dopo il discorso avuto a Maranello con il mio Team Principal avrei dovuto esserne più che consapevole, ma una piccola parte di me sperava davvero che quei dati fossero falsati e la situazione fosse migliore di quanto pensassimo; non voglio illudermi, ma il sogno di vincere il mondiale è un pallino fisso nella mia testa e il fatto che neanche quest'anno sembri essere un obiettivo possibile mi scoraggia enormemente.

Lavorando instancabilmente il feeling con la macchina sembrava effettivamente migliorarsi tanto che, per un breve momento, sembrava essersi riaccesa in me la speranza di poter raggiungere finalmente quell'agognato titolo, il quale sembra detestarmi tanto quanto io lo ammiro, ma in gara le parole di Fred si sono rivelate più che corrette: quest'anno la Ferrari non è una macchina in grado di poter competere per il mondiale, specie se guardiamo la nuova vettura portata in casa RedBull che, come detto non troppo ironicamente dai miei meccanici, più di una monoposto di Formula Uno dovrebbe essere classificata come un razzo della NASA.

È solo la prima gara, il campionato è ancora molto lungo e in un panorama come il nostro niente è dato per scontato; l'anno scorso sembrava il nostro anno, ma le carte in tavola sono cambiate all'improvviso e io credo di dovermi rassegnare all'idea che quest'anno lottiamo per qualcosa di molto più modesto rispetto al voler essere prima forza.

-Cabrón, allora ci sei stasera?- mi chiede Carlos, toccando anche lui il suolo dopo di me mentre trascina la valigia sull'asfalto della pista d'atterraggio.

Nonostante tutto, lui sembra essersi ripreso meglio di me dalla delusione del weekend, accettando subito di partecipare questa sera alla festa di Hamilton; probabilmente il sette volte campione del mondo sperava di festeggiare una vittoria, ma anche la Mercedes si è dovuta accontentare di una terza e quinta posizione.

All'interno del paddock, la voce di un suo possibile ritiro alla fine della stagione è più viva che mai, e nonostante né lui né la sua scuderia abbiano confermato o smentito alcunché, ritengo che l'idea che voglia concludere la sua carriera solo per un fattore di età anagrafica debba essere accantonato, visto il party che si preannuncia; non è un evento raro per lui, né tantomeno un tentativo di beffarsi degli avversari.

The Crown|| Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora