•Trentotto• Sedici giorni

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Due settimane e due giorni.

Sedici giorni di ritardo.

Il mio ciclo ha ben sedici giorni di ritardo.

Mi trovo ancora completamente sola nel Salone di Rappresentanza, immobile come i busti che adornano le console mentre fisso il telefono in stato di shock; l'app che ho installato per monitorare il mio ciclo non lascia spazio a dubbi, perchè secondo l'algoritmo sarebbe dovuto arrivare sedici giorni fa, ma non è stato affatto così.

Questa non sarebbe certamente la prima volta che accade, ma è sicuramente la prima volta che ne resto terrorizzata; complice il mio stile di vita e gli impegni che sono continuamente chiamata ad affrontare, il livello di stress è così alto che i miei ormoni sembrano avere una regolarità tutta loro che non si adegua affatto agli standard. Mia madre, data la familiarità con malattie endocrinologiche e i problemi che lei stessa ha avuto in passato nel concepire me e i miei fratelli, si è impegnata per anni al fine di fissare visite con i migliori specialisti d'Europa, ma tutti hanno sempre convenuto sul fatto che non ci fosse nessun problema di origine organica, suggerendomi allo stesso tempo di diminuire il carico di stress emotivo così da scongiurare l'insorgenza di patologie in futuro.

Eppure, essere rilassata è tutt'altro che facile quando si è l'erede al trono, con un carico di responsabilità e aspettative probabilmente del tutto incongruo alla mia età.

Per contro, in tutti questi anni Philippe è sempre stato al dir poco maniacale con le protezioni; sapevamo che una gravidanza non programmata nelle nostre posizioni sarebbe stata particolarmente critica, ragion per cui ai tempi dell'università eravamo soliti utilizzare addirittura due diversi metodi contraccettivi contemporaneamente per limitare ancora di più le possibilità, per questo motivo non sono mai stata troppo preoccupata quando avevo un ritardo.

Questo mese, tuttavia, la situazione è ben diversa; ed è per questo che sto tremando come una foglia.

Mentre eravamo in Grecia, io e Charles siamo stati rimasti vicini ma senza nemmeno sfiorarci per così tanto tempo da esserne saturi, ragion per cui quando quel giorno sulla spiaggia siamo stati travolti da una riscoperta passione abbiamo completamente dimenticato di usare il profilattico; siamo stati imprudenti, ma quella mattina ci eravamo scambiati il primo bacio dopo settimane distanti e in quel preciso istante avevamo appena confessato di amarci l'un l'altro, per cui l'ultimo pensiero che ci ha sfiorato la mente era quello di mettere nuovamente una barriera tra di noi.

In seguito non mi sono affatto pentita di quella scelta affrettata; ce ne siamo accorti ore dopo, ma in quei giorni era come se stessimo camminando ad un metro da terra e io ero così presa dalla nostra bolla da credere fosse ancora troppo presto per la mia ovulazione mensile, dettaglio che ritenevo fosse sufficiente per rimanere tranquilla, dal momento che c'erano basse se non al dir poco improbabili possibilità di rimanere incinta.

The Crown|| Charles LeclercWhere stories live. Discover now