Capitolo 45

56 7 2
                                    


Avete mai avuto la sensazione di aver vissuto un sogno? Come se tutto quello che avete fatto nella vostra vita non vi appartenesse, come se non foste parte di nulla, niente è vostro. Sembrava di sentirsi durante l'età più difficile dell'adolescenza dove ci si identificava e si idealizzava nelle esperienze, senza quelle chi eri? Magicamente tutto ciò che era successo non era più tuo, non eri più tu.
Stranamente il mio cervello non aveva rimosso nulla nonostante il trauma, mi ricordavo benissimo cosa fosse successo prima di perdere i sensi a causa dell'emorragia. Mi ricordavo del tragitto in macchina con Rosita, Abraham e Daryl; dei vaganti e del mio quasi sacrificio e di come sono poi arrivata, o meglio, di come mi sono trascinata la gamba tranciata e oltrepassata dai denti di ferro della trappola.
Mi sentivo nauseata, avevo la sensazione di poter vomitare da un momento all'altro. Mi girava così forte la testa che era come se fossi andata dieci volte sulle montagne russe, era come se avessi bevuto venti Gintonic con l'aggiunta di cinque Martini. Nonostante mi ricordassi tutti i dettagli, o meglio quasi, non sapevo nulla del dopo.
Non so dire da quanto tempo stessi fissando il monitor di fronte a me che teneva traccia dei miei valori vitali.

Beep.   Beep.   Beep.

Avevo seriamente sognato tutto? Era impossibile che fossi nella stanza di un ospedale durante l'apocalisse. Era tutto perfetto, le mura e le pareti della stanza erano immacolate, non c'era una crepa.
Era impossibile che mi fossi risvegliata nel mio corpo, nel corpo di Grace Green. Non era la mia vita questa, o ero morta e quello era il paradiso o avevo sognato tutto.
Dove erano i vaganti, il gruppo, l'apocalisse, Daryl?
Dove è lui? Sta bene? E sopratutto, esisteva davvero o era solo una delle mie fantasie sessuali più sconce?
<<Non ti avrei dato neanche un giorno di vita, eppure sei viva.>>
Un uomo alto e biondino aveva appena fatto la sua entrata nella mia stanza, no, non immaginatevi un uomo pieno di carisma e charme. Scordatevi la visione del medico giovane e affascinante.
<<Come ti senti?>> Domandò mentre osservava il monitor che teneva traccia del mio battito del cuore.
Rimasi zitta. Mi sentivo come se mi fosse passato sopra un treno, come avrei potuto se no? Lo guardai soltanto e passavo lo sguardo da lui alle pareti della stanza cercando di capire qualcosa di più del posto.
Sentivo il brusio di alcune voci nettamente fuori dal mio campo visivo, non ne riconobbi neanche mezza.
<<Non rispondi, ma vedo che sei stabile.>> Osservò notando che non ci fosse gran collaborazione da parte mia e poi aggiunse con un filo di divertimento nella voce:<<Ho scommesso due razioni di pane sul fatto che non superassi neanche un'ora, la prossima volta magari sarò più fortunato.>>
Si credeva simpatico? Stavo troppo male per ribattere, ma il mio stato non trattenne la mia faccia e il mio sopracciglio alzato per quanto possibile. Alzai la testa, per quanto riuscivo senza sentire dolore, e mi guardai le gambe. Avevo sporcato le lenzuola di sangue e la mia gamba non era fasciata. La medicazione era visibile e sicuramente mi sarebbe rimasta la cicatrice per sempre a considerare la profondità del taglio e la sua grandezza.
<<La sutura..>> Mormorai e chiusi gli occhi per la nausea che aveva cominciato a salirmi.
Il medico, che ancora non si era presentato, rivolse dal monitor a me l'attenzione.
<<Cosa?>>
<<È fatta male. La sutura è chiusa male..>>
Le mura di quella stanza immacolata accolsero la sua fragorosa e alquanto fastidiosa risata vista la situazione.
<<E tu che ne sai?>>
Il suo tono era ancora più divertito di prima e nei suoi occhi e nella sua voce si leggeva una presa per il culo poco indifferente.
<<Mi si aprirà non appena ricomincerò a camminare.>> Strinsi gli occhi e un conato di vomito mi pervase la gola uscendomi sonoramente dalla bocca.
<<Va bene. Grazie per avermelo fatto sapere.>>
Altro tono da presa in giro, altra risata. Se solo avessi potuto gli avrei tagliato la gola. Non potei fare altro che annuire vista la situazione in cui ero e cercai di mandare giù la saliva tipica del conato di vomito che mi si formava in bocca impastandomela. Presi un lunghissimo respiro, ma sembrava che l'aria non mi bastasse. Cercai di alzarmi e mettermi a sedere, sempre per quanto ne fossi capace senza contorcermi dal dolore, ma appena lo feci, una fitta mi attraversò il ventre e tutta la zona vicina all'intimità. Il canale vaginale mi faceva malissimo, mi pulsava e sentivo l'utero in fiamme.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Apr 03 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

With you is Impossible - Daryl Dixon Where stories live. Discover now