capitolo 33

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Guardavo Sasha disperarsi da svariati minuti difronte al corpo senza vita di Bob. Non parlavo, non facevo niente. Le rimanevo soltanto accanto, in silenzio.
Il gruppo di Terminus ci aveva seguiti, avevano architettato ogni nostra minima mossa e cercavano il momento giusto per darci il segnale che loro ci vedevano.
Bob era uscito fuori a prendere una boccata d'aria fresca, ma non ritornò. Quando io e Carol sentimmo il suo grido disperato di aiuto, chiamammo di corsa gli altri e ci precipitammo nella sua direzione.
Un falò spento, alcuni grandi massi su cui sedersi e infine il nostro compagno legato al tronco di un albero.
A Bob mancava una gamba e ci disse che erano stati Gareth e quei cannibali ad averlo ridotto così. Ci raccontò che sei lui non fosse stato morso nella spedizione al supermercato, lo avrebbero ridotto ancora peggio non facendo rimanere niente del suo corpo, così gli dissero che lui sarebbe stato il loro segnale. Il loro avvertimento che erano più vicini di quanto credessimo, che ci vedevano e che erano ansiosi di degustare la nostra carne.
Bob diede il suo ultimo respiro nel letto in una delle stanze della chiesa. Sasha lo amava, amava tantissimo.
Continuavo ad accarezzarle la schiena, ma ad un certo punto mi prese di soprassalto e mise una mano sul mio collo bloccandomi al muro.
Daryl fece subito dei passi in avanti, e io gli dissi che andava tutto bene.
Potevo gestire Sasha, ero molto più forte di lei e sapevo come liberarmi e ucciderla nello stesso istante. Ero stata addestrata, ma al momento sarebbe stato meglio trattenere le mie doti.
Mi disse che era colpa mia, che se io non avessi fatto la vittima e se non avessi provato a suicidarmi, Bob sarebbe ancora vivo. È così che tutti vennero a sapere che sarei potuta morire. Domande su domande, ma io non avevo voglia di dare nessuna spiegazione o risposta.
Quando finalmente mi lasciarono stare, passammo al secondo problema. I cannibali stavano arrivando, e non erano pochi o disarmati.
Rick e alcuni di noi andarono a cercarli per prevenire le loro mosse, ma Gareth ci aspettava proprio dietro i cespugli.
Io restai nella chiesa, e aspettavo anche io il loro arrivo. La mia Katana non vedeva del sangue da tanto tempo.
Entrarono dalla porta principale, io e il resto del nostro gruppo  ci nascondemmo sotto le panche in legno.
Ci cercarono, appena vidi che uno dei scagnozzi di Gareth si era avvicinato alla mia panca, lo afferrai da dietro e gli tappai la bocca per poi ucciderlo.
In pochi secondi era scoppiato un massacro, il sangue schizzava tutte le pareti bianche e il pavimento in legno.
Urla rimbombavano all'interno della chiesa,  infine rimase per ultimo Gareth. Lo uccise Rick e tutti riuscimmo a fare un grosso e lungo sospiro di sollievo.
Ora sono seduta per terra, le mani mi tremano e non faccio a meno di notare il sangue che le ha sporcate. Mi mordo il labbro credendo di essere forte e di trattenermi, ma sappiamo tutti che non è così.

Quelle persone volevano farci del male.

Continuo a ripetermi questa frase, pensando di essere giustificata, di non aver ucciso. Volevano ucciderci, ma penso che volessero anche sopravvivere. Nel modo sbagliato, ma volevano farlo ed è la stessa cosa che voglio anche io. 
Hanno soltanto lottato provando a vincere, ma non è andata a finire bene.
Il loro sangue cosparge i muri, le panche, la mia coscienza. 
Do uno sguardo generale e mi guardo attorno, sulla panca in cui ho dormito è poggiato il gilet di pelle con le ali. 
Sorrisi. Mi ricordai di quando me lo aveva prestato. Ricordo che non volevo ammetterlo, ma era stato un gesto carino da parte sua e io lo avevo apprezzato.
Presi il gilet di Daryl e iniziai a cercarlo, ma di lui non c'era traccia. Tutti erano fuori e non volevo uscire all'aria aperta e godermi il sole come se niente fosse successo. Quando ormai stavo perdendo le speranze, notai Rick da una parte e gli feci un cenno.
《Ciao Rick, sai dove posso trovare Daryl?》
Si morse il labbro inferiore, inghiottì un grosso nodo in gola, chiuse gli occhi e sospirò.
《Daryl non c'è più. 》
Mi sentii di essermi frantumata il cuore in tanti pezzi e sembrava che il mondo mi fosse caduto addosso schiacciandomi.
《Come?》Chiesi con voce flebile.
Mise una mano sulla mia spalla come una sottospecie di conforto, ma innervosita mi allontanai.
《Non iniziare questi giochetti compassionevoli con me. Che cazzo vuol dire?》
Sgranò gli occhi e lo intimai:《Forza. Parla.》
《È andato via.》
《Dove?》
《Non so altro, ok? Pensi che mi faccia piacere?》Si avvicinò di colpo al mio corpo, e mi sentii strana vicina al suo petto prominente.
《È da solo?》
《C'è Carol con lui.》

With you is Impossible - Daryl Dixon Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora