capitolo 11

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Di notte mi alzai presa da pura paura e angoscia. Con lo sguardo cercai la sveglia per capire l'ora, provai ad accendere la luce; invano.

《Cazzo è andata via l'elettricità》Imprecai a voce alta.

l'ambiente era avvolto nella completa oscurità e l'unica cosa a fare un pò di luce era la luna in alto.
Il cuore mi batteva a mille e sentivo il pavimento freddo della mia camera sotto i miei piedi nudi. La e dalla finestra sentì vari grugniti e versi. Non ci feci molto caso. Mi agirai ancora per la stanza, per poi sedermi sul bordo del letto che mi ospitava ogni turbolente notte.
Perché dico turbolente? Perchè ogni notte, penso che tutti dormiamo con un occhio aperto per la paura di morire nel sonno a causa di qualche rapinatore/pazzo o un vagante.

Spinta dalla curiosità e parzialmente dalla noia, mi avviai per scendere le scale e andare nella sala da pranzo. Appena la porta marrone di mogano della mia stanza fu aperta, si percepì un suono delicato e tetro, era un chiaro segno che fosse davvero vecchia come soglia.
Scesi le scale di legno una ad una, passo dopo passo e verso dopo verso la mia paura aumentava, gradualmente però, cresceva la mia curiosità e veniva alimentata dai continui lamenti di un animale.
Non era Monster, ne sono sicura. Lei la notte sta vicino all'uscio del portone di casa proprio per fare la guardia.
Sembravo quasi attrata per scoprire cosa si nascondeva fuori nel campo.
Paura? Un pò. Sì, ne ho vissute tante, ma non saprai se ciò che ti ritrovi davanti è qualcuno di gradito o meno, non saprai se ti ritroverai tuo fratello/amico/chi cazzo vuoi morto o vivo; non lo saprai se non lo scopri.
Sul tappeto vicino al portone non c'era Monster.
Ora una lampadina si accese nella mia mente.

Lamenti di un animale+Monster che non c'è+grugniti=

Sgranai gli occhi terrorrizzata e senza esitare uscì da casa.
Monster girò il faccino verso di me e con gli occhi cercava aiuto, era disperata. I suoi occhi in questo momento, erano come quelli dell'arciere; Il suo sguardo non trasmetteva più divertimento e felicità, queste emozioni tipiche di Monster aveva lasciato posto al dolore, alla paura e alla consapevolezza di non farcela.
Dopo che mi lanciò uno sguardo di sofferenza ritornò a guardare il soggetto che le stava divorando lo stomaco e le viscere.
Fece un lamento, ma venne troncato al nascere, dalla morte.
Lo zombie banchettava con la sua carne e io senza nemmeno pensarci lo attaccai, ero a mani vuote e quando lo spinsi e lo feci cadere a terra, fui in grado di riconoscere i suoi occhi perfettamente azzurri.

《Chris》 dissi con voce debole e spezzata

《tu-u n-non sei più C-Chris》 dissi e mi allontanai da lui facendo passi all'indietro

Facendo così, andai a sbattere contro il portico e data la leggera sbarra che lo consisteva, essa si ruppe facendomi cadere con le gambe per aria.
Un pezzo di legno si conficcò nella mia spalla, proprio dove ero stata ferita il giorno precedente.
Urlai e strinsi i denti dal dolore, ma quando provai a tirarmi sù, la brutta coppia di mio fratello mi aveva già assalito. Mi morse lo stomaco, il ventre e continuava a mangiare le mie viscere.
Io urlavo, ma dalla mia gola non usciva nessun verso o grida, niente di niente.

《Chris》 sussurrai e portai la testa all'indietro sfinita e sconfitta dal dolore.

《p-perchè mi f-fai questo》 dissi ancora con le poche forze

《Non t-ti ricordi di m-me?》Il vagante si fermò un attimo nel divorarmi, mi guardò dritta negli occhi, incurvò le labbra e si formò un sorriso lugubre che mostrava i denti marci e pieni di sangue e pezzi della mia carne.

《No》 disse infine e ritornò a mangiarmi

《Vaffanc-》 provai a dire, ma ormai la mia fine era arrivata.

With you is Impossible - Daryl Dixon Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora