capitolo 19

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Non so perchè la vita è così ingiusta, so solo che è davvero bastarda e che fa bastardate assurde e senza il minimo contegno o con la minima motivazione.
In un primo momento è generosa; ti rende felice e fa che cose bellevpiombino nella tua vita, poi di punto in bianco riesce a rivoluzionare tutto e non con forme graduali , quindi non con lentezza per farti abituare e ad aiutarti a realizzare ciò. No! Per niente! Riesce a stravolgere tutto, senza preavviso e tu, che non sei minimamente preparata, non sai come affrontare tutto.
Ormai, il mio cervello metabolizza in modo abbastanza veloce le "bastardate della vita". Ovviamente non sono felicissima il giorno dopo, ma ormai sono abituata a certi dolori, quindi abbozzo un sorriso forzato che poi si trasforma in una curva noiosa della mia faccia.

Lo stesso sorriso forzato che sto facendo da prima, esattamente da quando ho iniziato a tagliare delle travi di legno per rafforzare la recinzione.
Non mi lamento del lavoro, ma mi fa malissimo la schiena e le mie mani si sono arrossate per il continuo movimento, ma non voglio mollare. Voglio proteggere questa gente e non far più morire nessuno.
Sono già morte abbastanza persone e io non ho fatto nulla per impedirlo.

All'ultima affermazione stringo più forte il martello che Carl e Rick hanno trovato nella sala degli attrezzi che stava dentro uno dei blocchi della prigione.

《Grace?》 chiese Glenn un pò titubante

Non mi deconcetrai e continuai con le travi di legno.

《Che cosa c'è?》 chiesi porgendomi più con la schiena per fare meglio il mio lavoro.

《Hai fatto quasi tutta recinzione della parte laterale da sola?》

Sono sveglia da prima che sorga l'alba e adesso dovrebbe essere quasi mezzogiorno. Mi annoiavo, sono andata nel giardino e ho notato che i ferri che separavano i vivi dai morti non erano molto stabili e vidi delle travi in legno. Cercai i martelli e qualche bullone e cominciai.
Non avevo voglia di fare un monologo o addirittura sembrare che mi stessi vantando per essere riuscita a fare una grande parte di recinzione da sola, quindi mi limitai a dire di sì con la testa.

《Posso farti una domanda?》

《Glenn che cosa c'è?》 chiesi esasperata.

Forse non si aspettava che io rispondessi in questo modo così "esasperato", ma volevo continuare a fissare bene le travi.
Quando ebbi tagliato l'ennesima trave di legno, con falcate veloci andai a fissarle sulla rete. Sì, c'era il pericolo che i vaganti mi mordessero le dita o le mani, ma preferisco mozzarmi un dito che perdere qualcun altro del gruppo.

《Sei lesbica?》chiese e mi fermai un secondo da ciò che stavo facendo.

《Eh?》 mormorai guardandolo con un'espressione scioccata. Dalle tante ciocche  che uscivano dalla mia coda disordinata, due o tre mi ricadevano sulla fronte sudata. Ignorando Glenn, mi misi le due ciocche dietro le orecchie perché mi davano fastidio e poi continuai.

《Me lo chiedevo. Ieri, Ariana stava quasi sopra di te e sembravate così...》 disse e io con la mano lo invitai a continuare.

《Così ..intime》 Alla sua affermazione scoppiai a ridere.

Ebbi un piccolo Flashback di me e Daryl nella torretta. Una scarica di brividi mi attraversò la schiena e senza farlo apposta, mi girai verso di esso e gli sorrisi, poi tornai a guardare Glenn.

《No, non lo sono》 risposi tranquilla.

Andai verso il tavolo in cui avevo degli attrezzi. Daryl e i due carcerati erano vicini al tavolino e tutte le sei paia di occhi erano puntate su di me.
Scossi il capo e quando provai a prendere altri chiodi, il carcerato con i baffi e i capelli lunghi si avvicinò di colpo e non mi lasciò prendere  le cose che mi occorrevano.

With you is Impossible - Daryl Dixon Where stories live. Discover now