capitolo 10

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L'acqua scorreva velocemente sulla mia pelle, all'inizio il contatto tra il calore dell'acqua e la mia ferita non fu dei migliori ma mi ci abituai abbastanza facilmente.
L'acqua sembrava che portasse via tutta la mia sofferenza, che nel tempo si era accumulata.
Non sono una che piange sotto la doccia, però so di non essere più la stessa di un tempo, so che pian piano mi sono persa non ricordando più come ero un tempo. So anche, che giorno dopo giorno, momento dopo momento, morte dopo morte, un pezzettino di me, delle vera me, va via.
Avvolte penso a come sarebbe dovuta andare veramente la mia vita, magari avrei continuato la mia carriera da avvocato oppure sarei rimasta in maternità per crescere il mio bambino. Forse sarei stata felice.
Non avrei di certo dovuto assistere alla morte di mio fratello e dei miei cari, non avrei dovuto combattere contro delle bestie bavose e mangiacarne e sicuramente non avrei dovuto uccidere persone, che combattono per sopravvivere esattamente come faccio anche io.
Adesso vince chi è il più forte; non esistono più il "negoziare" su qualcosa. O vinci o muori. O uccidi o vieni ucciso.
Dopo svariati minuti uscì a mio malgrado dalla doccia; lo specchio era ricoperto dal vapore dell'acqua calda e anche la stanza era immersa nella stessa atmosfera.
Mi osservai un attimo allo specchio e notai che mi mancavano davvero troppo le mie amate soppraciglia delineate ogni mese dall'estetista o da me stessa; Così un'idea mi balenò per la mente e corsi dal bagno alla mia camera. Non mi importava se qualcuno mi avesse potuto vedere, tanto non c'era niente di speciale sotto un asciugamano, che goffamente avevo legato intorno al mio corpo.
ritornai di fretta in bagno, mi misi un turbante in testa e con la faccia pulita e con le pinzette per le soppraciglia, dopo una buona mezz'ora riuscì a fare miracoli.

E meno male perché avevi la foresta amazzonica al posto delle soppraciglia!

Mi ero già preparata i vestiti che avevo buttato nel lavandino.
Era una maglia grigia corta e dei jeans blu, o quello che rimanevano e che sembravano ancora dei jeans.

Riassumendo dicendo che non fossero integri per un cazzo(?)

Mi vestì e lasciando i capelli bagnati-umidi, scesi le scale. Ero così spensierata e tranquilla, dal non accorgermi che tutti erano seduti al tavolo e che stavano aspettando proprio a me.

《Lorie?》 chiesi

《è uscita a prendere una boccata d'aria, da un pò odia la puzza del fumo》 disse Rick sorridente.

una lampadina si accese nella mia testa....

Dixon non c'era e mancava anche un altro componente del gruppo, sorrisi calorosamente a mio padre, a beth e a Maggie.
Mi sono seduta vicino a un posto libero, davanti a me avevo Maggie e da un lato c'era Gleen, invece nell'altro non era seduto nessuno.
Iniziai a mettermi del purè di patate, ma mi fermai quando vidi scendere Shane e Daryl.
Entrambi mi lanciarono delle occhiate.

Una più pervertita dell'altra.

Shane con uno sgaurdo vincente riuscì a mettersi per primo sulla sedia affianco a me.

《Mi siedo io lì》 disse Daryl stringendo i denti.

...

Io posai un attimo lo sguardo su Daryl e con il silenzio gli dissi che non mi avrebbe cambiato nulla, allora lui mandò un'occhiataccia a Shane che non parve interessargli granché.

《mi fai impazzire》 mi sussurrò d'un tratto il pazzo.

《tu mi fai schifo》 risposi e solo dopo mi accorsi che aveva la mano sulla mia coscia, che fortuna era coperta dai jeans.

Feci un sorriso e gli tirai una gomitata talmente forte da farlo tossire.

《tieni le mani al loro posto se no la prossima cosa che rompo sarà una tua costola》 dissi sottovoce, ero convinta che non mi avesse sentito nessuno, ma non era così. Daryl e mio padre avevano sentito dopo e mandai loro uno sguardo di scuse.
Shane mi pizzicò un fianco e lentamente presi il coltello e lo posizionai sotto la lunga tovaglia puntandolo nella sua coscia, e appena lui sentì la punta appuntita il sorriso sulla sua faccia scomparve.

With you is Impossible - Daryl Dixon Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora