capitolo 29

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Sto sistemando la mia coperta sul pavimento spaccato e lurido del negozio in cui io e gli altri abbiamo trovato riparo per poterci riposare la notte. Quando fa buio è più difficile circolare, con la stanchezza e la spossatezza basta un attimo per distrarsi e mettere fine a tutto: Sogni, desideri, paure, tutto finito. Sei stato tagliato fuori dai giochi.
Non faccio altro che pensare alle mie sorelle, e devo ammettere che penso anche agli altri.
Spero con tutto il cuore che stiano bene.
Ormai la mia coperta era sistemata, e così anche la mia roba. Andai fuori, volevo prendere una boccata d'aria fresca, ne avevo vivamente bisogno, mi sentivo soffocare; forse un pò per l'ansia, per la paura o anche per la stanchezza.
Mi sedetti sul davanzale di una finestrella, e appoggiai sconfitta la testa al vetro, chiusi gli occhi e un profondo brivido di freddo mi fece contrarre la mascella.
《Che fai qua?》
Era Rosita, si mise di fronte a me con le braccia incrociate al petto e alzò un soppraciglio. Chiaro ed evidente segno di sfida.
《Non ti sto tanto simpatica, vero?》
La mia domanda la fece assumere un'espressione buffa del viso. Si stava storcendo il cervello per capire il senso di quella mia frase.
Non disse nulla, e si limitò a fare un sospiro.
《Chi cerchi?》Mi chiese inseguito. Fece un balzo all'indietro e in un secondo era seduta al mio fianco. Entrambe avevamo le gambe a penzoloni come bimbe e le facevamo scorrere una lungo l'altra. Mi guardò con i grandi occhioni marroni che, venivano contornati da delle lunghe ciglia nere. Abbassava di tanto in tanto lo sguardo, e muoveva le soppraciglia curiosa di sapere, ma inevitabilmente lessi qualcosa che non mi aspettavo. Feci un mezzo sorriso furbo,  alzai la testa che poco prima era appoggiata alla vetrata graffiata e risposi con una domanda:《E tu?》
《E io cosa?》
《E tu, chi cerchi?》
Non si aspettava questa domanda da me, ma volevo sapere. Lessi in lei qualcosa di molto triste, magari un vuoto ancora non colmato.
《Cercavo》 Aveva lo sguardo basso, i suoi occhi non erano più raggianti come poco fa e neanche pieni di adrenalina.
《Perché hai smesso?》
Lei esitò parecchio. Mi guardò, e poi rispose:《L'avevo trovata》 Una lacrima le rigò il viso, e si girò dall'altra parte, per poi tornare a guardare me. 《L'avevo trovata, avevo trovato la mia sorellina, ma non sono riuscita a proteggerla》 Un'altra lacrima le cadde e io non dissi nulla. Non le chiesi nulla, non era il momento. Avvolte c'è bisogno solo del silenzio, e in questo momento lei voleva un mio silenzio.
《Sai, anche io sto cercando le mie sorelle》Dissi dopo un certo lasso di tempo, le lasciai qualche minuto per riprendersi. 
Alzò il viso per guardarmi e mandai le labbra da un lato. 《Sono sicura che le troverai》
Lo spero proprio, se dovesse succedere qualcosa.....
《Chi altro cerchi? Qualcuno di speciale?》 forse sì, ma so che lui è capace di cavarsela da solo.
《No》 Mentii
《Non mentirmi. 》
《Non lo sto facendo》 Dissi ridendo per la sua faccia contrariata.
《Ok. Non stai mentendo me, ma stai mentendo te stessa.》
Abbozzai un sorriso e lei si alzò e andò via.
Sentii una discussione accesa e andai a controllare, meglio dire "andai a farmi i cazzi degli altri".

《Dobbiamo seguire i binari e andare a Terminus. Ora siamo senza veicolo, e andare lì significa avere qualche scorta e anche delle speranze di vivere!》
《Glenn, non capisci. Devo finire la mia fottuta missione!》 La voce di Abraham "sottometteva" la voce del ragazzo con gli occhi a mandorla.
Feci un passo avanti e con le braccia incrociate sotto il seno, mi intrommisi:《Glenn ha ragione, Abraham. Abbiamo bisogno di scorte. Appena le avremo, tu potrai andare per la tua strada con Rosita e Eugene, e io e Glenn cercheremo il nostro  gruppo.》
《Ma devo compierla il più velocemente possibile!》
L'omone si torturava con le dita il baffo rosso, mi avvicinai a lui e gli misi una mano sulla spalla per dargli un pò più di calma:《Ascolta, Red siamo tutti quanti stanchi. Sarebbe una missione suicida e moriremo di sicuro, e anche in breve tempo. Poniamo il caso che tu o Rosita moriate, Eugene non ce la farebbe mai da solo dopo un pò, specialmente se non sa sparare o uccidere? e-》 Non mi fece continuare a parlare e con un gesto del braccio mi fermò facendomi stare zitta.
《Più ci fermiamo, più questa missione sarà più lunga.》
《Sì, ti do ragione, ma più continuiamo, più saremo stanchi! Magari la capitale è piena di zombie, voi siete sfiniti, senza le forze necessarie per combattere, come fate? Andiamo lì, ci riposiamo, prendiamo scorte e qualche arma, e poi voi tre potete andare per la vostra strada. Io e Glenn, andremo a cercare il nostro gruppo.》
Abraham mi guardò, annuì e guardò la figura qui di fianco e poi, esclamò:《Ho bisogno di una scopata》
Alzai le soppraciglia, mostrai i palmi e dissi:《Io non voglio essere presente》 Ma non credo che Abraham mi sentì, perché era già sparito nella camera di Rosita.
Sbuffai, tutti quanti dormivamo in una sola stanza. È possibile che io sia obbligata a sentire i loro orgasmi? Che urto. 
Ritornai a mio malgrado nella stanza in cui avevo sistemato le mie cose; I gemiti dei due morosi si sentivano, sentivano molto, ma io feci finta di niente. Vidi Eugene che fissava interessato e con sguardo intenso il loro rapporto, e continuai a pensare che era un pò strana come cosa.
Mi sdraiai, ero stanca e guardai il soffitto cercando di non fare caso ai versi di piacere che uscivano dalla bocca dei due.
Dio santo.
Sentì qualcuno che mi picchiettò la spalla, alzai gli occhi al cielo e chiesi:《Cosa c'è?》
Non sapevo nemmeno chi fosse, e siccome mi stavo per addormentare nemmeno lo volevo.
《Puoi venire a parlare un attimo?》
Era Tara, aprii gli occhi, feci un sorriso e mi misi in piedi. Ero curiosa.
Andammo fuori, e il freddo mi fece stringere in me stessa.

With you is Impossible - Daryl Dixon Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora