capitolo 22

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Le ore sembrarono non passare più quella notte e non riuscivo a prendere sonno per il dolore di quella maledetta schiena.
Qualunque posizione era maledettamente scomoda e restavo ad occhi aperti.
Sconfitta dalla noia feci un sospiro, roteai gli occhi e poi involontariamente mi girai a pancia in sù a guardare il soffitto.
Sgranai gli occhi dal dolore e lì chiusi piano per prendere un pò di calma. Era come se milioni di schegge si stessero conficcando in tutta la mia colonna vertebrale.
Feci un respiro pedante, sentì le lacrime riempirmi gli occhi e in seguito ebbi le guance innondate.
Per calmarmi, iniziai un pò a non pensare alla mia vertebra rotta, ma a tutto ciò che è successo.

Se mi fossi alzata leggermente avrei visto Daryl fuori; appoggiato per i suoi turni di guardia notturni.
Avvolte, l'ho sentito parlare con mio padre, e chiedeva puntualmente informazioni sulla mia salute o informazioni che lo facessero preoccupare di meno. Le risposte che gli venivano date erano rassicuranti, ma mio padre aveva la voce spenta, incolore.
Forse non era davvero così grave come frattura; sì, mi faceva malissimo, ma sarei soppravissuta e guarita con il giusto riposo e anche con pochi antibiotici dato la scarsità dei posti in cui trovarli.

Avevo un pò di paura, è la verità.
Rick provò più volte ad entrare nella mia cella e Daryl lo spintonava fuori o gli rispondeva in modo freddo, lui abbassava il. capo sapendo di aver sbagliato e poi andava da mio padre cercando di parlargli, ma ancora una volta, le risposte che ricevette erano glaciali.

Allora, andava anche dal resto del gruppo, ma sembrava che non gradissero la sua presenza e scambiata qualche parola sul compito da svolgere, andavano di fretta come per non stare più in sua compagnia.
È il capo e ci ha fatto sempre capire che se non ci fosse stato lui noi saremo morti e altre cazzate del genere, ma una domanda mi sorge spontanea; Se non ci fosse stato lui, io mi sarei mutilate entrambe le spalle e rotta persino una vertebra?
Mi chiedo se io avessi fatto altro, lui come avrebbe reagito? Mi avrebbe torturato o con un colpo secco avrebbe messo fine a tutto?
È orribile il solo pensiero che un uomo buono come lui possa far così tanto male..

Mi si gela il sangue al solo pensiero di vedere qualcuno morto per colpa sua.

Sconfitta dalla noia provai ad alzarmi, sentivo di dover prendere un pò d'aria, ne avevo bisogno. Quelle quattro mura con un soffitto ammuffito diventavano stressanti o opprimenti, avvolte sentivo che mi mancava  il respiro.
Appena misi per terra un piede, sentì perdere l'equilibrio e senza riuscire a rimanere in piedi, caddi.

《Vaffanculo》
Il mio mormorio era pieno di antipatia.
Determinata a volermi alzare e uscire, misi le braccia sopra il letto e aiutandomi con la forza delle braccia mi tirai su.
Un leggero dolore mi fece contorcere i muscoli facciali e chiusi gli occhi, ma poi aspettai un pò e quel fastidio si distolse lentamente.

Finalmente ero in piedi, le ginocchia si muovevano velocemente e le sentivo che avrebbero ceduto, così mi pogiai alla parete e un passo dopo l'altro ero fuori dalla cella. Trascinati le gambe come se fossero morte o come se fossero fatte interamente di gelatina e mi tenni al muro. Dallo sforzo sentivo già un leggero respiro affannato e un fastidio alla schiena, così mi fermai un attimo per calmarmi.

Ah, quanto mi manca la gelatina, quella alle fragole o alle mele verdi. Mio padre raccoglieva i frutti e mia madre riusciva a trasformarli in qualunque tipo esistente di dolce. Faceva addirittura delle caramelle di frutta, aveva delle forme fatte in silicone e io adoravo mettere il composto lì dentro e aspettare che prendessero forma.

《Che ci fai qua?》
Ebbi un sobbalzo quando sentì la voce di Ariana.
Era pogiata allo stipite della porta d'ingresso, è più che evidente che stava facendo la guardia.

《Potrei farti la stessa domanda》
Lei esitò un pò, poi parlò.
《Non ho sonno, ma dovresti avercelo tu, e poi non sono io quella con una vertebra  rotta》

With you is Impossible - Daryl Dixon Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora