capitolo 4

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Correvamo oramai per metri, lui si fermò per prendere fiato e riprendere le proprie forze, ma a me non interessò. Dovevo trovare quella bambina, anche se non era il mio compito.
Corsi nel luogo dove proveniva l'urlo, sembrava tutto così inquetante io che di cose inquietanti ne avevo anche vissuto!
Sentivo il cuore battere velocemente e nonostante la stanchezza di quel momento, l'adrenalina non mi voleva far fermare. Correvo, correvo e correvo.
Non ho mai amato lo sport e nemmeno uccidere o mangiare cose scadute specialmente in scatola, ma poi le circostanze hanno fatto cambiare tutto: dal modo di vivere, mangiare, bere e persino di morire.
Non vedevo più Daryl, era in dietro, provai a girarmi,ma avevo paura che l'urlo della ragazzina finisse e che io non possa più riconoscerne la provenienza, non mi girai.

Vi insegno una regola: mai girarsi indietro, per niente al mondo. Andare avanti è la prima priorità, non mi interessa di aspettare l'arciere, ma solo raggiungere il mio obbiettivo. Nessuno dovrebbe finire come pasto agli zombie, nemmeno il mio peggior nemico, nel caso di una cattiva persona preferirei ucciderlo io stessa.
Continuai a correre senza nemmeno fermarmi per prendere del fiato, dovevo correre e salvare quella bambina.
Sentivo le ginocchia che stavano per cedere, il dolore era incredibile. Vi viene da credere? Le mie gambe stavano per mollare solamente per una stupida bambina! Forse molleranno loro, ma non io. Non adesso. Non così vicina alla provenienza dell'urlo.

Mi sembrò di cadere per terra, ma l'adrenalina non mi fece cedere nemmeno per un secondo. Sentivo dei passi dietro di me, leggeri, attenti a non fare troppo rumore per attirare l'attenzione. Altre urla piene di dolore, sofferenza e speranza che qualcuno le senta, chiunque stesse urlando era disperato al pensiero che stesse per morire. I passi divennero sempre più sfocati perché aumentai l'intensità della corsa. Altre urla mi fecero correre senza fermarmi. Dovevo sapere di chi erano.
Feci un respiro pesante e corsi ancora più veloce, ormai forse era un kilometro che correvo come una pazza per raggiungere la bimba, dietro di me risentì i passi di prima. Di colpo mi girai e vidi una sagoma nera.

Era quel scorbutico.

《Fermati!》 urlò alle mie spalle con voce dura e quasi di rimprovero.

Non lo ascoltai.

Lo vidi velocizzare la corsa e mi si parò davanti e mi prese dalle spalle.
Tolsi la katana dalla sua fodera e glie la puntai alla gola pronta a ucciderlo.

《Non toccarmi.》 dissi a denti stretti e lui alzò le mani.

《Toglimi la katana dalla gola.》 disse Daryl

《Non toccarmi più le spalle e lasciami continuare a cercare quella ragazzina.》 dissi
《Le urla sono finite una mezz'ora fa. Ho trovato io la bambina, non era Sophia, era un'altra ragazzina piccola.》 disse osservando ogni mia piccola mossa.

Allora perché nella mia testa si ripetevano urla continue?

《Daryl io l'ho sentita urlare in continuo..》 dissi e lui corrugò la fronte
《Grace. Torniamo sei stanca.》
《No,no, no. Io sentivo delle urla.》
Misi una mano sulla fronte, un pò era calda, ma niente di che.
Lui mi sorpassò e mi fece segno di seguirlo.
Camminammo per una buona mezz'ora, finché non vidi davanti ai miei occhi una bambina bionda oramai uccisa e sbranata. Teneva stretta a sè una bambola malmessa. La bimba aveva un vestito rosa pastello oramai sbiadito, gli mancava una scarpa, e aveva delle splendide trecce.

《Siamo arrivati troppo tardi.》 dissi con un piccolo filo di voce tremante.

Avevo visto lo sguardo di Daryl, c'era della speranza nel trovare la bambina, avrebbe voluto salvarla, ma non c'è stato nulla da fare.
《È andata così. Andiamo.》

Diedi una carezza alla bambina, e le conficcai la spada in testa, così che almeno lei non si trasformi, poi ci girammo per continuare a camminare e andare a casa ma mi fermai di colpo.

《Hanna! Hanna amore! dove sei? sono la mamma.》 disse una voce di una donna che urlava.
Poi la donna si avvicinò a noi, aveva dei capelli biondi, era malnutrita e ferita.
Appena si rese conto del piccolo corpo ai miei piedi, si accasciò a terra piangendo.

《Abbiamo provato a salvarla.》 dissi senza nemmeno chiedere qualcosa a Daryl.
Era contrario si vedeva da come aveva contratto la mascella
《Vuoi venire con noi? potremmo sepelirla.》 dissi con un sorriso, Daryl sbuffò
Lei annuì scioccata per la morte della figlia.
《Mi chiamo Grace, lui è Daryl》
《Io sono Mary.》 disse lei
Appena si alzò da terra vidi un morso.
《Cazzo non di nuovo.》 imprecai rumorosamente..

E adesso?

With you is Impossible - Daryl Dixon Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora