Capitolo 39

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Mi risvegliai con le prime luci del mattino. Aprii prima un occhio e poi l'altro per cercare di abituarmi ai raggi solari, anche se molto leggeri.
Avevo passato una notte insonne tra incubi e preoccupazioni varie. So di essermi addormentata solo le ultime ore prima che facesse luce. Morivo dalla sete e mi sentivo sempre più debole. La gola era così secca, la bocca asciutta, non più in grado di produrre abbastanza saliva per inumidire le labbra screpolate.
Il quel momento, più che mai avrei desiderato dell'acqua, qualcosa che mi dissetasse abbastanza da riprendere qualche forza.
Andai a svegliare Rosita e Tara, per poi passare a salutare Michonne. Daryl era appoggiato a uno dei tronchi di quella radura e squadrava un po' la situazione. Era ancora pieno di lividi in viso; gli occhi arrossati e le guance viola, il labbro e le nocche spaccate mi spezzavano il cuore. Vederlo in quelle condizioni mi faceva pentire di non essere stata con lui, magari anche al suo posto.
Avete presente quando volete così bene a una persona, che l'amate così tanto da voler essere al posto suo in qualunque disgrazia, solo per poterla proteggere, amare e tenere al sicuro?
Daryl mi rivolse un lungo sguardo, e mentre mi esaminava le varie ferite sulle braccia, mi sembrò che le ginocchia stessero per cedere facendomi cadere totalmente a terra. Con solo uno sguardo semplice mi mandava in in tilt il cervello e le sinapsi si bloccavano non riuscendo più a ricevere le informazioni.
Mi guardava e semplicemente il mio mondo smetteva di girare. Qualunque cosa avessi pensato prima che mi guardasse, l'avevo scordata e non mi ricordavo nemmeno cosa avessi in mente di fare. I suoi occhi mi inchiodavano per lunghi istanti, interminabili e pieni di desiderio. Conoscevo quello sguardo alla perfezione e non facevo a meno di notare il luccichio che passava nelle sue pupille dilatate.
Sembrava una stella cadente che passava da una parte all'altra attraversando l'iride blu.
Mi guardava con il fuoco negli occhi e sapevo più di tutti cosa stava a significare. Sapeva farlo senza farsi beccare da nessuno, invece io rimanevo pietrificata. Mi faceva quasi passare per la demente della situazione che si bloccava e che si scordava i propri doveri, mentre lui rimaneva impassibile con le fiamme che ardevano nell'azzurro e con lo sguardo che bruciava.
Non potevo mollare, dovevo sostenere lo sguardo. Non potevo davvero darla vinta, non a lui. Farlo vincere firmava automaticamente la mia condanna, veniva firmata con il mio stesso sangue e la mia consapevolezza nel non vedere l'ora di vederlo dominante.

No Grace.
Dovevo continuare a guardarlo finché non avrebbe abbassato lo sguardo per primo.
Continuando a guardarlo, dal polso presi il mio elastico e me lo misi in bocca per lasciarmi spazio per farmi la coda.
Alzai le braccia e raccolsi i capelli lunghi e chiari, in questo periodo erano cresciuti parecchio e mi piacevano.
Con una mano tenendo la coda, con l'altra presi l'elastico e feci tre giri, per poi tirarla per farla essere bella dritta e rigida.
Accennai un sorriso nella sua direzione e alzai il palmo per salutarlo, forse in ritardo, ma fui la prima a farlo. Rick gli venne a parlare e fu obbligato a distogliere lo sguardo, lo distolsi anche io e sorrisi ancora, ma questa volta di soddisfazione.

Mi morsi il labbro e poi mi girai verso Rosita che mi stava parlando.
<<Daryl continua a fissarti.>> Osservò divertita. Le strizzai l'occhio destro e le dissi che ero pienamente consapevole di ciò.
<<State insieme da tanto tempo?>>
Scossi la testa divertita e con un'espressione buffa, le chiesi:<<Credi che ci sia tempo per una relazione?>>
<<Perché no? Io e Abraham ci amiamo.>> Mi rispose e d'istinto il suo sguardo docile andò a posarsi sul suo uomo.
<<Beati voi.>> Risposi ridendo per poi dare una lunga occhiata a Daryl. Era ancora intento a parlare con Rick e sembravano piuttosto preoccupati.
<<Grace, si vede da come ti guarda.>> Rispose alzando le sopracciglia per poi mettermi una mano sulla spalla. Mi trattenni dal non ritirarmi al sul tocco leggero, e mi fu difficile non farlo. Odiavo il contatto fisico nel frattempo che parlavo con qualcuno, sempre odiato. Il gesto di Rosita era solo dolce, non era per darmi fastidio o altro, così abbozzai un sorriso un po' forzato.
Rick ci fece il segno con la mano di andare e di iniziare a incamminarci nella speranza di trovare qualcosa da mangiare.
<<E come mi guarda?>> Chiesi fermandomi per qualche secondo per allacciarmi il laccio sporco della scarpa destra.
Rosita mi girò attorno e quando ritornai a guardarla in viso, lei mi rispose:<<Non so spiegartelo. Hai presente quando smette di girare il mondo e improvvisamente l'orbita intorno alla quale gira, è una persona?>>

With you is Impossible - Daryl Dixon Where stories live. Discover now