07.

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«Perché non ci sediamo e parliamo insieme con calma?» lo vedo prendere una sedia e mettersi comodo, ma rimango a guardarlo da lontano.

«Cosa ci fai tu qui? Non dovresti essere morto?» gli chiedo incredulo di vederlo ancora in piedi davanti a me. «Perché non hai ancora imparato a fare domande utili e interessanti?» alza la testa al soffitto, sospirando pesantemente.

«Quando siete scappati, ho preso fuoco e subito mi sono gettato dalla finestra, finendo in un fiume, dove mi hanno salvato i miei uomini.» risponde, dopodiché mi fa cenno di sedermi al suo fianco.

Mi guardo indietro, gettando lo sguardo sulla porta chiusa, così lo sento parlare «Se vuoi, puoi anche andare via, ma è meglio sapere ciò che si perde.» mi volto subito verso di lui, poi continua «Ho scoperto che vuoi affrontare il preside Kang e la sua assistente Jieun. Dopotutto come si dice? Tieniti stretti gli amici, ma ancora di più i nemici».

«Se vuoi rimanere, posso rivelarti vita, morte e miracoli dei tuoi problemi; ma se invece vuoi andare via, dovrai lavorare da solo, scoprendo le cose solo per metà.» aggiunge subito dopo, così attira la mia attenzione e mi avvicino al piccolo tavolo.

Prima che esca dall'officina, lo sento aggiungere all'improvviso «Hai ottenuto dei codici dai due computer, giusto?» si alza poco dopo e poi aggiunge «Posso darti la posizione dei primi, così vedrai che non mento».

Mi allunga un foglietto chiuso e ci sono scritti due posizioni, così mi arriva un messaggio da Yoongi dalla chat di gruppo che subito manda le prime due locazioni scoperte.

Controllo che tutto combaci, ma è tutto identico e noto subito la credibilità delle sue parole. «Cosa vuoi in cambio?» cerco di mettere le cose in chiaro con una persona del genere, così replica «Credi davvero che sia una persona così cinica?» mi lascio trasportare da un'espressione consapevole.

Lo sento cominciare a ridere e poggia una gamba sopra l'altra, aggiungendo «Io aiuto te con i tuoi problemi, e tu aiuti me con i miei.» mi siedo e aspetto che continui il discorso.

«Dovrai aiutarmi con la polizia.» subito dice e, storcendo il naso, gli faccio «Come ti aiuto con la polizia?» dopodiché esordisce «Mi dovrai coprire. Dovrai andare a ritirare dei soldi per me e dovrai pagare un elicottero, così che io possa andarmene via da questo inferno».

«Tu poi mi dirai tutto ciò che voglio sapere, giusto?» correggo l'intera situazione, ma lo vedo annuire, porgendo subito la mano, aspettando che la stringa.

Getto lo sguardo sulla sua mano e così la stringo convinto. «Io ti coprirò, ma ora inizia a dirmi tutto per prima.» ne approfitto, prendendo subito la palla al balzo.

«Come fai a saperlo?» domando e lo sento prendere un sospiro profondo, cominciando così a parlarmi. «Sono le posizioni dei due computer che hanno ricevuto delle transizioni. Queste transizioni vengono fatte in incognito, è possibile scoprire soltanto la posizione dalle quali vengono fatte.» poggia la schiena contro lo schienale, continuando il proprio racconto «Ci sono molti modi per ottenere un trasferimento, ma i primi due sono avvenuti a sorta di prestito».

«Ci sono delle prove per queste cose che mi hai detto?» continuo a chiedergli, ma subito pone la mano in avanti, interrompendomi «Ho dei registri, ma ci vuole tempo per averli. Facciamo un passo alla volta. Ora tocca a te, trovami un posto dove posso stare al sicuro».

[...]

«Ti hanno trattenuto molto?» sento la voce di Chan che mi prende alle spalle, cominciando ad abbracciarmi. «Non tanto, sono in ritardo perché mi sono trattenuto ad osservare qualche regalo per il compleanno di Desi che è tra poco.» replico poco dopo, prendendo un respiro profondo.

«Ho già controllato la sala per la festa e l'ho prenotata. Volevo festeggiare anche il compleanno di Minho, ma il padre mi ha detto che ha già organizzato il tutto.» mi spiega che ha già pensato a metà dei preparativi, così lo stringo tra le mie braccia.

Schiaccio la mia testa in mezzo al suo petto, poi sussurro «Cosa potrei fare senza di te?» lo sento sorridere e continua ad abbracciarmi. «Chan, ti amo.» aggiungo subito dopo, cominciando a massaggiargli il collo.

«Ti stavo aspettando per mangiare...» cerca di dirmi, ma lo interrompo, zittendolo quasi subito. «Non ho fame adesso. Voglio un'altra cosa.» continuo a massaggiargli il collo, cercando di avvicinarlo di più a me e subito lo tiro in avanti per baciarlo.

«Voglio te, Chan. Adesso.» gli ansimo tra un bacio e l'altro, così mi prende in braccio, tenendo le mani salde sui glutei. «Anche io ti voglio.» mi sussurra contro l'orecchio, una volta che mi poggia sul materasso della mia stanza.

Lascio andare le sue mani sotto la maglia, così come le mie sotto la sua, di maglia. Ci spogliamo subito dai nostri vestiti, lanciandoli per terra.

«Ti desidero da quando sono tornato, ma siccome non c'eri, ho cercato qualcosa che avremmo potuto provare insieme.» attira la mia curiosità e subito mettiamo in pratica alcune delle cose che propone, cambiando posizione ed esplorando nuove sensazioni.

[...]

Cominciamo a ridere e chiacchierare mentre prendiamo a mangiare, così la porta si apre subito dopo facendo entrare Tonia, che prende posto al nostro fianco.

La guardo e non mi fa aprire neanche bocca che subito inizia a raccontare la sua serata.

Tonia's Flashback:
Mi schiaccia contro il muro, facendo pressione sulle cosce e lasciando andare i miei gemiti per l'aria, in modo che possano arrivare alle sue orecchie.

«Yoongi...» ansimo, ma si lascia andare con un ringhio leggero. Siamo appena vicino alle scale, la casa è deserta se non fosse per me e Yoongi che siamo gli unici presenti.

Mi solleva di poco, continuando così a schiacciarmi contro il muro e subito ripongo la mia mano dietro la sua nuca, giocando con le ciocche nere.

Mi lascia andare e pensa così a sbottonarmi i pantaloni, mettendosi in ginocchio e cominciando a sollecitarmi la clitoride, mentre comincia con penetrarmi gradualmente con le dita.

Sento il tocco freddo entrare in me, mandandomi sensazioni contrastanti, a causa del calore corporeo e la freddezza delle sue dita.

Avvicina la lingua e comincia a giocare, mandandomi nei casini la respirazione e quasi il controllo delle gambe. Mi permette di appoggiare una gamba sopra la sua spalla, così che possa tenermi in equilibrio, dando però libero accesso alla mia entrata.

Stringo le sue ciocche nere, quando poi si alza, lo vedo reggersi sulla ringhiera e mi avvicino a lui, allungando la mano verso la sua erezione già gonfia.

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