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«È la prima volta che racconto la mia storia...» esordisce con una leggera amarezza ricordando la sua infanzia, ma lo sento subito cominciare a ridere.

Scopre subito le maniche, mostrandomi molteplici cicatrici sulle braccia. «Ho iniziato a farlo quando il mio impero prendeva potere, insieme all'assunzione di droghe...» aggiunge, ma poi subito continua «Come per una punizione...».

«Questi bastardi mi hanno denunciato alla polizia, poi hanno fatto finta di nulla, volendo rubare tutto il mio impero.» subito si avvicina, con la pistola, puntandola contro i due.

«Non sai ancora nulla, giusto? Jaehwan, Jieun non avete raccontato a nessuno la verità delle votazioni?» chiede subito Haesung rivolgendosi ai due, attirando così la mia attenzione.

Provano a parlare, ma il corvino li interrompe «Hanno imbrogliato alle votazioni. Erano occupati a manomettere i voti, in modo da far vincere Jaehwan, per poter costruire il suo, di impero».

Cerco di fermarlo, ma lo vedo ricominciare emettere una risata e chiede «Non trovi che sia divertente?» così lo guardo in attesa che continui a parlare e subito aggiunge «Tutto è iniziato su questo tetto e tutto finirà qui».

«Haesung, dammi la pistola...» cerco di convincerlo e disarmarlo, ma si ribella. «No! Loro vogliono me. Loro vogliono conquistarmi, ma non ci riusciranno mai.» esordisce, così aggiunge «Ucciderti sarebbe troppo facile. Devi marcire in galera».

Lo vedo subito fare un cenno ad un suo scagnozzo che mi consegna una chiavetta USB, esordiendo «Qui dentro c'è tutto ciò che c'è da sapere di Jaehwan e Jieun.» così sale sul cornicione, facendo qualche passo.

«Mi dispiace per quello che ho causato... nessuno mi perdonerà mai, lo so, ma non posso tornare indietro.» mi parla, cercando di non farsi prendere dalle lacrime, però non appena cerco di mostrargli compassione, subito mi interrompe.

«Non riusciranno a conquistarmi da vivo!» urla dalla felicità, puntandosi così la pistola sotto il mento e aggiungendo «Buon compleanno a me.» dopodiché preme il grilletto senza esitazione, prima che io riesca ad intromettermi per salvarlo.

Lo vedo cadere giù dal tetto senza vita e rimango a dir poco paralizzato nell'aver assistito a tutta la scena, mentre sento la polizia salire sul tetto per poter arrestare tutti i presenti.

Una volta che mi riprendo, consegno la chiavetta al sergente Park e subito torno ad abbracciare Chan, scaricando l'intero shock della situazione.

[...]

«Cosa c'è?» mi chiede Chan, preoccupato di vedermi giù di corda. «Sei davvero dispiaciuto per Haesung? Dopo tutto quello che ha fatto?» continua a ricordarmi, ma dopo un leggero sospiro amareggiato, replico «Mi ha raccontato tutta la sua vita».

Mi lascio prendere nell'immaginare di nuovo tutto quello che mi ha raccontato sopra quel tetto. «I suoi genitori non l'hanno mai amato e né considerato... avrà sofferto molto da bambino.» mi lascio afferrare dall'enorme magone di quel bambino che è cresciuto in quel modo.

«Non è colpa di Haesung... non ce l'ho nemmeno tanto con lui... è soltanto colpa dei suoi genitori.» aggiungo dopo qualche secondo, così sento le braccia di Chan che mi avvolgono. «Nessuno nasce cattivo, Chan.» poggio la testa sul suo petto.

«Era il suo compleanno quel giorno...» continuo a lasciarmi prendere dal magone, ma dopo qualche secondo mi riprendo.

Sento le sue mani massaggiarmi la schiena, così cominciamo ad andarcene, iniziando a respirare un'aria tutta nuova e finalmente le cariche di preside e vicepreside sono tornate ai fratelli Lee, che hanno deciso di modificare interamente la scuola, aggiungendo dei dormitori e formando quasi un quartiere.

Sembra quasi un'università completamente diversa, mentre al centro c'è una statua che rappresenta Sungwon che tende la mano a Haesung bambino, mentre stringe il suo peluche Kong.

[...]

Ci avviciniamo alla porta della casa del preside Lee. «Sei sicuro che volevano vederci?» chiedo con un leggero sussurro, così Chan subito mi rassicura «Sì, mi ha chiamato».

Bussiamo alla porta e dopo qualche secondo finalmente ci invita dentro, inizio subito a vedere una tavola già apparecchiata, con tutti quanti che ci stanno aspettando.

«Finalmente siete arrivati. Vi stavamo aspettando.» esordisce subito Tonia, emettendo un leggero sospiro seguito da una risata, seguita anche dagli altri.

Noto subito tutti presenti, anche il sergente Park seduto a tavola. «Quindi ci avete chiamato per fare una cena?» chiedo, ottenendo così una leggera risata dai presenti, così replica «Tra poco sarà Natale, quindi abbiamo organizzato questa cena per poter passare del tempo insieme».

Ci accomodiamo e cominciamo così a godere dell'aria festiva, nonostante tutto quello che è successo e tutto quello che abbiamo vissuto. «Ora vogliamo un brindisi, dai.» propone subito il vicepreside Lee.

Mi alzo, prendendo così un bicchiere e subito esordisco con il mio brindisi «Abbiamo vissuto tantissime cose insieme, abbiamo affrontato molteplici difficoltà ma fortunatamente siamo riusciti ad uscirne vincitori.» prendo una leggera pausa per prendere un profondo respiro e poi aggiungo «Cerco di non prolungarmi troppo. Dedico questo brindisi a tutti voi, alle persone che sono andate via lungo la strada».

«Voglio dedicare questo brindisi anche a Sungwon, mi dispiace non averla potuta conoscere.» continuo ma prendo una piccola pausa, facendo cenno al sergente Park, Jisung e Seonghwa.

«Lo dedico anche a Haesung. Nonostante tutte le cose che abbia fatto, abbiamo capito troppo tardi che l'intera colpa fosse dei genitori e mi dispiace che nessuno sia intervenuto.» concludo subito, alzando il bicchiere e andiamo avanti coi festeggiamenti.

[...]

Ci mettiamo intorno alla tavola, mentre cominciamo a guardarci tra di noi. Mostro subito l'anello alle ragazze, che cominciano ad urlare dalla felicità, dopodiché racconto tutto.

«Ragazzi, devo dirvi una cosa.» Tonia esordisce una volta ristabilito l'ordine, attirando l'attenzione. «In realtà, anche io ho una cosa da dire.» aggiunge anche Marianna con un sorriso sovreccitato, la stessa cosa anche Desi.

Le guardo completamente stupito, quasi esplodo dalla curiosità e le incito a continuare. «Yoongi mi ha chiesto di andare a convivere.» rivela la prima, ottenendo le mie urla di felicità.

«Anche Namjoon, me l'ha chiesto.» esordisce Marianna, scatenandomi ancora più urla, ma anche Desi rivela ridendo «Anche a me, vado a convivere con Mingi.» continuiamo subito i festeggiamenti, restando quasi svegli cominciando a parlare e chiacchierare.

Nemmeno il tempo di poter andare a dormire che mi arriva una chiamata da Chan. «Andrea, vieni a vedere fuori.» subito mi dice, così vado per uscire di casa e lo vedo lì a guardarmi.

«Vuoi davvero parlare a quest'ora?» gli chiedo, gettando subito una risata, avvicinandomi e unendomi ugualmente a lui.

«Ti va di fare due passi?» mi chiede, porgendomi la mano per poter stringere la mia. Annuisco, facendo dei passi e godendoci dell'atmosfera invernale della città.

Ci fermiamo dopo un po' e sento la voce di Chan «Come ti fa sentire il fatto che abbiamo liberato l'università?» rimango un po' a pensarci, prendendo un respiro profondo e infine replicando «L'unica cosa a cui riesco a pensare è la nostra situazione».

Mi stringe a sé, gettando fuori una piccola risata e subito vado per incontrare le sue labbra. «Ti amo.» lascia andare in un sussurro, e posso finalmente ricambiare, poggiando la fronte contro la sua.

Ormai le difficoltà sono passate e un'onda di cambiamenti soffia nell'università grazie ai due fratelli. L'equilibrio sembra essere stato ristabilito, ma l'unica cosa che mi rende ancora più felice, è quella di aver trovato anche l'amore in questo viaggio.

E una risposta mi sorge spontanea nella testa, riguardo la prima domanda che mi feci non appena atterrai a Seoul... può essere vero amore? Sì... sì, perché l'amore non è monocromatico.

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