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«Non riesco a pensare che tu abbia chiesto aiuto a quell'essere!» esordisce subito Yunho, dando inizio alla "rivolta" contro quello che ho fatto.

Sono arrivati tutti perché così almeno posso dire la verità a tutti quanti, senza dover nascondere più nulla e senza dover ripetere nulla.

«Lasciatemi...» cerco di parlare, ma non è facile quando cominciano a parlarmi sopra e contro. «Hai dimenticato tutto quello che ha fatto?» chiede Seonghwa sarcasticamente, non posso dare torto a nessuno, ma almeno sentire le mie ragioni.

«Hai fatto il patto con il male, sappilo.» mi avverte Jungkook, come se non conoscessi per niente Haesung.

I miei occhi vanno subito a San, il cui volto comincia subito a diventare sempre più rosso dalla rabbia. «Hai chiesto aiuto ad un assassino a sangue freddo. Dimmi dov'è? Dimmi subito dov'è?» si alza dallo sgabello, aggrottando le sopracciglia dalla rabbia, mentre Wooyoung cerca di tenerlo a bada.

«Dimmi dove si trova quello stronzo bastardo?! Dimmi subito dove cazzo si trova?!» mi si avvicina, urlandomi a poca distanza dal volto e vedo subito la vena sul collo che comincia a gonfiarsi.

Cerco di non piangere nel vedermi urlare a pochi centimetri dal volto, ma subito Chan mi si para davanti, allontanando subito San.

«Non te la prendere con lui! Non ti permettere di urlargli in faccia!» non si sposta di un centimetro e così posso stringere la mano di Chan, stando dietro di lui.

«Ora ascoltatelo e state zitti.» quest'ultimo continua, lasciandomi così la parola per potermi spiegare meglio. «Ha fatto del male anche a te. Non dimentichiamoci della cicatrice sul tuo fianco sinistro.» ricorda Jungkook, ma ora prendo la parola.

«Quello è stata colpa mia...» correggo, ma Chan subito ricorda «Tu hai preso un pugno da Haesung per me.» dopodiché si rivolge agli altri «Ha fatto del male a tutti quanti, vi chiedo solo di ascoltare Andrea».

Prendo un respiro profondo, comincio così a spiegare l'intera situazione, dall'inizio fino alla fine. Evito di raccontare il luogo in cui si trova, non voglio far finire nessuno nei guai.

[...]

Arrivo vicino alla vecchia officina abbandonata, entrando subito dalla porta sul resto con la stessa giacca di jeans.

Il solito scagnozzo mi accompagna nell'ufficio improvvisato di Haesung, così lo vedo prendere un sospiro. «Il contatto è arrivato in città e dovrai incontrarlo questa sera.» esordiendo, facendomi portare un completo elegante da uno dei suoi scagnozzi.

Devo assolutamente tenere la giacca di jeans per poter registrare, così cerco un metodo per poter tenerla. «Credo che sia meglio se vado così. Non posso farmi vedere troppo elegante.» tento di fargli cambiare idea.

Noto subito il suo sguardo dubbioso, socchiude leggermente gli occhi e subito spiego. «Perché così potrai scoprire se puoi fidarti di lui.» esordisco, finendo col convincerlo e finalmente la sua espressione diventa più rilassata.

Prima che esco per dirigermi nella macchina con gli scagnozzi di Haesung, lui mi ferma appena prima di oltrepassare la soglia della porta.

«Sai, in tutto questo tempo ho pensato alle cose che so di te, scoprendo che non so nulla e così anche tu non sai nulla di me.» richiama nuovamente la mia attenzione, così mi volto verso di lui e aggiunge «Tipo non sai cosa mi piace, ma soprattutto non sai cosa odio più di tutto».

Si alza dalla poltrona, avvicinandosi a me, facendo ugualmente giri di parole. «C'è una cosa che odio con una repulsione profonda, quasi viscerale.» arriva di fronte a me, incrociando le braccia al petto.

«La cosa che mi fa provare un odio viscerale è quando una persona si crede tanto furba.» esordisce una volta che si risiede sulla poltrona, lasciando che i suoi scagnozzi mi afferrino e mi tengano fermo dalle braccia.

Cerco di fare il possibile per liberarmi, ma subito mi tolgono la giacca di jeans e uno di loro la lancia a Haesung. «È divertente come credessi che non mi accorgessi del potere di questa giacca.» comincia a guardarla e subito parla, rivolgendosi alla piccola telecamera nascosta «Se volete venire, io sono qui che aspetto».

Poggia così la giacca sul tavolo, trasformato in scrivania, colpendolo poi con martello. «Quindi hai mentito anche quando mi hai raccontato quella storia di Jaehwan e Jieun?» gli chiedo, così tiene il martello sulla spalla, emettendo una risata.

«Io non mento mai, Andrea. Tutto quello che ti ho raccontato è tutto vero.» precisa subito, facendo cenno ai suoi scagnozzi di andare via, così poggia le mani sulle spalle e mi accompagna alla grande porta di metallo.

«Stai attento Andrea. L'unico modo per poter incastrare i tuoi bersagli è quello di coglierli con le mani nel sacco, eppure riescono a scamparla.» aggiunge Haesung, cominciando a fare brevi passi avanti e indietro.

Mi affianca, dando le spalle alla porta e aspettando che la polizia entri per poterlo arrestare. Gli agenti irrompono nell'officina, mentre Haesung porta le mani in alto e si lascia arrestare.

«È bello andare in prigione, mi hanno detto che è un luogo da cui è difficile scappare.» esordisce, così il sergente Park lo corregge «Non andrai in una prigione normale. Sarai sorvegliato 24 ore su 24.» e subito Haesung esordisce con un soddisfazione e divertimento «Avete bisogno di me per poter incastrare Jaehwan e Jieun, senza andare in tribunale».

Lo portano subito via, scortandolo in una vettura e le vedo allontanarsi con le luci e le sirene accese, cominciando a risuonare nell'aria.

[...]

«Andrea, non credo che sia la cosa migliore. Vai a casa.» mi consiglia il sergente Park, subito comincia a tenermi lontano, ma insisto sulla mia idea.

«Voglio parlargli. Posso parlargli anche davanti a voi.» propongo ma il sergente subito mi corregge senza esitazione «Non puoi. I colloqui sono disponibili solo per i familiari e i coniugi».

Lo guardo negli occhi, esordiendo «Abbiamo bisogno di incastrare Jaehwan e Jieun. Lui è l'unico che può aiutarci, è l'unico che sa tutto.» cercando di convincerlo, posso così vederlo pensare nella realtà della questione, d'altronde è davvero l'unico che può aiutarci, sa tutto di quei due.

«Sa qualsiasi cosa di loro. Ho un fascicolo dove ci sono tutti i documenti che possono incastrarli, ma sicuramente Haesung saprà qualcosa in più.» gli faccio subito, vedendolo convinto di cambiare idea e così mi accompagna dentro una stanza, esordiendo «Andate a prendere Haesung».

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